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Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 12 Settembre 2006 da ladeadeiventi

Schiavi di Puglia

 

Sfruttati. Sottopagati. Alloggiati in luridi tuguri. Massacrati di botte se protestano.

 

Il padrone è pugliese che parla pochissimo italiano,che  per farsi capire chiede aiuto al suo guardaspalle a differenza del maghredino che parla un ottimo italiano. Ma si capisce subito che lui qui è il caporale, il quale chiede che se vuole lavorare deve portare una ragazza, indicando la ragazza ventunenne.

 

Non c'è limite alla vergogna nel triangolo degli schiavi. Il caporale vuole una ragazza da far violentare dal padrone. Questo è il prezzo della manodopera nel cuore della Puglia. Un triangolo senza legge che copre quasi tutta la provincia di Foggia. Nella regione progressista di Nichi Vendola. Sono almeno cinquemila. Forse settemila. Nessuno ha mai fatto un censimento preciso. Tutti stranieri. Tutti sfruttati in nero. Inutile pattugliare le coste, se poi gli imprenditori se ne infischiano delle norme e  della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Ma agricoltori e proprietari terrieri hanno coltivato una rete di caporali spietati per proteggere i loro affari, alloggiano i loro braccianti in tuguri pericolanti, dove nemmeno i cani randagi vanno più a dormire. Senza acqua, né luce, né igiene. Li fanno lavorare dalle sei del mattino alle dieci di sera. E li pagano, quando pagano, quindici, venti euro al giorno. Chi protesta viene zittito a colpi di spranga. Qualcuno si è rivolto alla questura di Foggia. Ma quando qualcuno  ha scoperto la legge voluta da Umberto Bossi e Gianfranco Fini: è stato arrestato o espulso perché non in regola con i permessi di lavoro. Altri sono scappati.

 

La cosa che lascia perplessi è che i pomodori vanno raccolti a mano e quando il padrone li vede arrivare non solo li sfrutta ma li insulta. Durante la giornata o il padrone o chi per lui passa solo 4 bottiglie da un litro e mezzo di acqua da dividere fra 17 persone assetate , bottiglie riempite chissà dove, e con acqua fatiscente e da spartire nell’arco della giornata sotto un caldo afoso di 40 e passa gradi, il più delle volte gli schiavi di Puglia non fanno ne colazione e né pranzo, al massimo mangiano di nascosto pomodori verdi pieni di veleni e pesticidi. Quando è giorno di paga a volte, quasi spesso, accade che gli stessi padroni fanno la segnalazione alle Forze dell’Ordine permettendo così nuove statistiche di immigrati grazie alle espulsioni.

 

Alla sera  ( intorno alle 22:00) questi hanno a mala pena il tempo di farsi una doccia improvvisata con acqua del pozzo e di fare una misera cena e fare a mala pena 5 ore di sonno e qualcuno di loro si presenta tardi al campo il giorno dopo paga sanzioni tramite pugni o una multa.

 

In questa miseria c’è da segnalare anche le scomparse di questi poveri schiavi trattati peggio degli animali, e se si fa spesa tali pomodori si vanno anche a pagare fior di soldi…………

 

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