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riso e rose

Post n°49 pubblicato il 23 Maggio 2008 da laDiabla


"serve urgentemente una ragazza alta, l'attrice ha problemi familiari, non puo' sfilare"

"io ne conosco una!"
...è cosi' che è iniziata questa nuova avventura...
sono stata chiamata per sfilare all'apertura della manifestazione di "riso e rose" che si svolge annualmente nel monferrato.
ruolo: la principessa gonzaga.
un weekend diverso dal solito.
mi sono divertita tantissimo...ma è stato anche faticoso
il vestito pesava una tonnellata!
mi hanno vestita e truccata in maniera irriconoscibile...
e, nonostante la timidezza, ho sfilato sabato sera con il mio "principe" che altri non era che il regista della compagnia
e domenica da sola in corteo, con dietro quattro madamigelle che dovevano sistemarmi lo strascico ogni volta che si sarebbe impigliato...
morta di stanchezza ma contenta di questa nuova esperienza,
abbiamo anche dovuto interpretare una scenetta che si ripeteva ogni mezz'ora, vicino ai musei aperti (ogni gruppo aveva una postazione).
il regista,contento di me, mi ha proposto una particina per il musical che organizzeranno il prossimo anno...
tanta gente ci ha visto recitare, le scenette sono state ripetute sino alle ore 02.00!!
il ricordo di me che vestita da principessa gonzaga visitavo la gipsoteca di casale monferrato tra gli occhi meravigliati ed estasiati della gente...i loro applausi, le foto e i complimenti...non li scordero' mai!
se volete vedere le foto si trovano sul sito del monferrato digitando "riso e rose la notte dei principi"...
io sono nella foto di gruppo...indovinate chi?

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Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.

Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.

Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.

Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.

Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.

Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.

Pablo Neruda
 

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