Da li a poco, invece sarebbe iniziato il viaggio della speranza verso Napoli dove la bimba è morta. La magistratura ha aperto un’inchiesta per fare luce sulla vicenda mentre, il papà di Cloe, Dino Grano affida le sue dichiarazioni a Gazzetta de Sud. Ed è proprio Gazzetta che ha pubblicato una notizia inquietante ed incredibile ma, purtroppo vera: il papà di quella piccola creatura sarebbe stato minacciato da due sconosciuti tanto che ha sporto querela. La minaccia si sarebbe consumata a Rende nei pressi di un bar dove Dino sarebbe andato per prendere un caffè. Così scrive Gazzetta del Sud: “Due uomini sconosciuti (dei quali è stata però fornita una dettagliatissima descrizione fisica) si sono avvicinati con passo deciso verso il papà di Cloe. Uno dei due ha quindi preso la parola tradendo, almeno così l’ha riconosciuto Dino, un accento tipico dell’Alto Tirreno cosentino, quella zona compresa più o meno tra le località di Cetraro e Scalea: «Senti qua –riferisce la vittima nell’esposto precisando che si tratta d’una citazione testuale –cerca di finirla, sinnò ti va male, ne simu capiti. Saluti ».” Un atto deprecabile sul quale gli inquirenti sono chiamati a fare immediatamente piena luce perché non si può perdere una figlia per presunta negligenza e poi essere minacciato solo perché si cerca la verità.
Creato da silvia_2010 il 13/02/2010
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Un soffio caldo...Un respiro d'aria nuova....
Ma quanti cani mordono il nostro cammino.
Ohoh, ma i sogni sai non dormono mai.
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Deprecabile. Dino Grano papà della piccola Cloe minacciato
La settimana scorsa centinaia di persone hanno accompagnato la piccola Cloe, la bambina di 4 mesi morta per presunta negligenza dei medici dell’Annunziata di Cosenza che, dopo averla visitata al Pronto Soccorso, per ben tre volte hanno ritenuto che non avesse nulla di grave.
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"I veri leader devono essere in grado di sacrificare tutto per il bene della loro gente
Nelson Mandela"
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L.stabilita': Cgil, non c'e' equita', servirebbe una patrimoniale
Roma - "Non c'è equità, risponde a logiche che non risolvono la maggior parte dei problemi che riguardano i lavoratori ed i pensionati". Così Vincenzo Scudiere, segretario confederale Cgil, commenta la legge di stabilità ai microfoni de "L'Economia prima di tutto" del Gr Rai all'alba della settimana di scioperi.
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Crisi e povertà, per 4,1 milioni di italiani
quest'anno niente cenone di Natale
Nuovo allarme della Coldiretti: in tre anni sono aumentati del 47% coloro che, con le proprie forze, non riescono neanche a mangiare. Cresce anche il numero dei bambini in forte difficoltà: 428mila sotto i 5 anni hanno avuto bisogno di aiuto per poter bere latte. Emergenza al sud.
ROMA - A Natale non potranno permettersi né pranzi né cenoni. Perché quello delle nuove povertà è un numero che in Italia aumenta di anno in anno. Bambini compresi. Salgono a quota 4,1 milioni gli italiani indigenti che, in vista delle festività di fine anno, per mangiare dovranno ricorrere all'aiuto delle istituzioni, delle organizzazioni o dei singoli cittadini. Rispetto al 2012 la cifra è in aumento del 10 per cento. Ma negli ultimi tre anni l'incremento è addirittura del 47 per cento. Il record è al sud, dove ci sono 4 affamati su 10 (+65% in tre anni). E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base del 'Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013', divulgata in occasione del primo baratto della solidarietà.
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Marò, Terzi da le dimissioni, Napolitano irritato, Monti al colle.
ROMA - Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, nella bufera per la gestione del caso marò, ha dato le dimissioni, in disaccordo con la decisione di rimandare in India i due fucilieri di Marina accusati di aver ucciso due pescatori indiani. Un atto che coglie di sorpresa sia il governo, che soprattutto il Quirinale. Il presidente della Repubblica ha convocato il presidente del Consiglio per chiarimenti.
"La mia voce è rimasta inascoltata", ha detto il ministro annunciando la sua decisione mentre riferiva alla Camera sul caso. "Mi dimetto perché per 40 anni ho ritenuto e ritengo oggi in maniera ancora più forte che vada salvaguardata l'onorabilità del Paese, delle forze armate e della diplomazia italiana. Mi dimetto perché solidale con i nostri due marò e con le loro famiglie", ha spiegato in Parlamento. "Saluto con un sentimento di profonda partecipazione e ammirazione i marò Latorre e Girone. Ancora ieri le loro parole hanno dato uno straordinario esempio di attaccamento alla patria", ha detto il ministro alla Camera in apertura della sessione durante la quale il governo è stato chiamato a riferire sul caso dei due militari italiani al centro di una lunga contesa giudiziaria con l'India.
«Riportate a casa mio marito»: è stata la moglie di Salvatore Girone a urlare queste parole dalla tribuna di Montecitorio, dove si trovava per assistere insieme alla sorella di Massimiliano Latorre all'informativa del governo Monti sulla vicenda dei due marò accusati dall'India di omicidio, e recentemente ricondotti a Nuova Dehli dopo un tentativo d'atto di forza.
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Battiato, frase shock da Bruxelles
"In Parlamento troie che farebbero tutto"
Ci sono troie in giro in Parlamento che farebbero di tutto, dovrebbero aprire un casino". Una frase shock che Franco Battiato pronuncia a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo, durante un incontro istituzionale dedicato ai "Nuovi percorsi fra turismo e cultura in Sicilia". Il cantautore, da quattro mesi assessore al Turismo della giunta Crocetta, è costretto a precisare che si riferiva alla precedente legislatura e alludeva alle donne come agli uomini. Ma è tardi, perché le sue parole hanno già scatenato una bufera. E provocato la reazione sdegnata dalla neopresidente della Camera Laura Boldrini: "Parole volgari e offensive. Respingo nel modo più fermo l'insulto che arriva da Battiato alla dignità del Parlamento".
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Fmi: «Il sistema finanziario italiano?
Resistente, ma non immune da rischi»
Il sistema finanziario italiano ha mostrato una «notevole resistenza» ma «anche se stabilizzato non è immune ai rischi», quali la «continua debolezza dell'economia reale e il legame fra il settore finanziario e il quello sovrano». Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) al termine di una missione di esperti incaricata di valutare lo stato del nostro settore finanziario.
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Cipro: continua caos, prelievo arriva a 40%
NICOSIA - Tutte le banche cipriote restano chiuse, per il decimo giorno consecutivo, dopo la decisione del ministero delle Finanze, intervenuta dietro suggerimento della Banca Centrale, per evitare assalti agli sportelli da parte dei clienti che vogliano chiudere i conti. E il contante continua a scarseggiare perché l'importo che si può prelevare dai bancomat è sceso tra i 100 e i 120 euro al massimo a seconda della banca. In un primo tempo si era deciso di far riaprire gli sportelli alle banche non interessate alla pesante ristrutturazione prevista dal piano di salvataggio concordato da Nicosia con l'Eurogruppo e di lasciare chiuse sino a tutto domani la Cyprus Bank e la Laiki Bank. Alla fine, come osservano analisti locali, deve aver prevalso l'opinione espressa dall'ex presidente della Repubblica George Vassiliou, uno stimato economista, il quale aveva ammonito che le banche avrebbero dovuto riaprire tutte insieme in quanto un'apertura differita avrebbe creato soltanto maggiore inquietudine tra i clienti e sui mercati.
Le perdite per i correntisti con depositi di oltre 100 mila euro potrebbero arrivare a toccare il "40%". Lo ha detto il ministro delle Finanze cipriota, Michael Sarris, in un'intervista alla Bbc precisando che i controlli sui conti e i movimenti di capitale "si protrarranno per alcune settimane".
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