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Post N° 280

Post n°280 pubblicato il 05 Ottobre 2006 da quotidiana_mente
 
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Erano due mesi che la cassetta della posta non si chiudeva. Avevo già pensato di avere problemi con le chiavi, considerata la serratura della porta di casa. Anzi, ero sicura di avere problemi con le serrature. Non ci pensai più di tanto. Ma la cassetta della posta da due mesi non si chiudeva più. Pensavo alla corrispondenza che ricevevo e, in fondo, non era poi un gran problema: pubblicità di ogni genere, bollette da pagare, qualche cartolina che nessuno avrebbe mai pensato di rubare. Potevo continuare a dormire sonni tranquilli. Dopo due mesi, però, era ora di sistemare il problema, perché i nodi vengono al pettine e, in fondo, era giusto dedicare un po’ di attenzione alla cassetta della posta. O tanto scrupolo era venuto perché dovrebbe arrivare il rinnovo della carta di credito? Sì, forse sono molto più materialista di quanto io creda.
Ultimo sguardo alla cassetta della posta, e decido che è tempo di passare alle soluzioni estreme. Vado dal falegname: chiuso. Vado dal tabaccaio e chiedo dove posso trovare un aiuto. Le sue indicazioni sono precise. Ma, ma, inizio ad obiettare, ma quello si occupa di porte blindate. A maggior ragione, saprà sistemare una cassetta della posta, risponde lui. Mentre mi dirigo verso il negozio, inizio a pensare che.. forse è una soluzione troppo drastica, che peccato che il ferramenta all’angolo sia chiuso da qualche settimana, perché con lui avrei risolto il problema. Chiuso anche il negozio delle porte blindate. Pazienza. Tanto sono solo due mesi, posso aspettare ancora qualche giorno. Di fronte al bar, tre signori discutono dell’andamento del mondo. Ci salutiamo ogni giorno, potrei anche chiedere se.. penso. Buona sera, scusate, potete indicarmi.. e inizio a raccontare della mia cassetta della posta. Una faccia corrucciata per via di un pensiero che si fa strada. In quella espressione ripongo tutta la mia fiducia. Scusi, eh, però, spieghi bene il problema, mi chiede un altro del trio. Spiego. Semplice, cosa ci vuole, lei deve smontare il tamburo, andare in ferramenta e sostituirlo, basta, non ci vuole molto. Ecco, questa era la soluzione perfetta, ero d’accordo anch’io. Ringrazio e me ne vado.
Un cacciavite preso in casa e mi metto all’opera. Mica facile, per il tamburo ci vuole una chiave inglese. Di salire nuovamente a casa, non mi va. Vado al laboratorio di caldaie accanto e mi faccio prestare un pappagallo. E torno all’opera.
Estratta la linguetta della serratura, mi accorgo che il tamburo sembra intatto. Infilo la chiave ma questa non gira. E non capisco. In tutto questo trambusto, arriva una vicina, che apre la sua cassetta della posta, mi guarda leggermente stupita ma non più di tanto, le spiego cosa sto facendo ed avviene il miracolo. Perché non prova con la mia chiave? Ed io provo. E funziona! Però la mia chiave non funziona nella sua serratura. Cortesemente mi presta la sua chiave per farne una copia. Rimonto il tamburo, rimonto la linguetta della serratura e vado a fare una copia della chiave. Camminando mi viene il dubbio che la mia chiave si sia storta nel tempo. Chiedo conferma al signore della ferramenta. Il quale è categorico: queste due chiavi non sono uguali. Spiego che con quella chiave ho aperto la mia cassetta della posta per quasi cinque anni e che solo da due mesi, quella chiave ha deciso di cambiare sembianze. Il suo sguardo è eloquente, mi guarda come si guarda una mentecatta. Lascio da parte ogni velleità fantascientifica e chiedo se cortesemente mi può fare una copia della chiave, quella della vicina, ovviamente.
Restituisco la chiave alla legittima proprietaria, la ringrazio calorosamente e me ne torno a casa.
Non sarà fantascienza perché la vita va oltre la fantasia, ma mi piacerebbe capire come fa una chiave a mutare forma dopo quasi cinque anni di devoti servigi.



 
 
 
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