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Come un lunedì mattina

Post n°5 pubblicato il 21 Novembre 2005 da quotidiana_mente
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Con il passo felpato (nonostante gli anfibi), sono entrata nella stanza della mia collega. Ho avvicinato la mia bocca al suo orecchio e ho sussurrato “passa anche tu dall’alto oscuro della forza”. E mi sono allontanata. Velocemente. Ho sentito il suo sguardo fulminarmi. Uno sguardo incendiario ha del buono, oggi. Il riscaldamento è  fuori uso e il suo sguardo diventa una fonte alternativa di energia. Ecologica. Oppure inquinante?

Non si è scomposta. Sta ancora cercando di capire da dove mi è venuta la battuta. Mah.

E’ più distesa del solito. I colleghi ed io stiamo esultando, abbiamo saputo che si prenderà tre giorni di ferie. Stiamo incrociando le dita perché le sue ferie si allungano a dismisura. Stiamo invocando tutte le forze soprannaturali perché lei possa trovare un posto di lavoro degna di lei. Stiamo facendo la danza del freddo, nella speranza che qualche manager di buona volontà la noti per strada e l’assuma. In fondo, è una “precisa”, il suo lavoro lo fa bene. Tra sbuffi e imprecazioni ma lo fa bene.  Lei è unica a creare un clima di terrore. Sarebbe stata un’ottima alleata di Robespierre. Lavorare con lei è una guerra per la sopravvivenza quotidiana, un percorso ad ostacoli. Non si vince nessuna medaglia ma solo la consapevolezza di poter affrontare tutti i reality show di questo mondo, perché difficilmente si trova una caratteriale simile su un’isola deserta o in una stanza. E se proprio ne dovessi incontrare una seconda nella vita, allora sarebbe semplicemente sfortuna (leggasi sfiga). No. Non credo sia possibile. Una ti colma il presente ma anche il futuro. Due sarebbe come andare direttamente alla casella "Prigione" senza nemmeno passare dalla casella "Partenza" e comunque sarebbe  mettere un piede direttamente nel girone sbagliato.

Lei è lo specchio in cui riflettersi ogni mattina, è lo specchio di tutto quello che non si deve diventare. Ed è, secondo me, un ottimo esercizio per cercare di migliorare sé stessi.

Certo, io sono un’ottimista ad oltranza e cerco di vedere il positivo anche nel negativo. In questo caso ci vuole un fegato bestiale. Ma, tentare può essere un passo avanti.

La mia collega. La sua voce sempre alta di qualche decibel di troppo. La sua capacità a giudicare tutti dei cretini. La sua capacità di oltraggiarsi per i misfatti del mondo e la facilità con la qualche pianta saldamente un coltello tra le costole di chi  incrocia o potenzialmente potrebbe ostacolare il sul percorso. La mia adorabile collega.

Ma è lunedì, perché guastarsi la giornata di prima mattina?

Devo sforzare il mio cervello a trovare un’altra battuta. Per scaldarmi. Altrimenti questa sera su questa sedia ci sarà un bastoncino surgelato al mio posto.

 

 
 
 
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