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Quotidianamente...

Vita di ufficio... ma quella è un'altra storia...

 

 

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Post n°496 pubblicato il 19 Marzo 2009 da quotidiana_mente
 






Sono arrivata ad una conclusione. Sono arrivata a pensare che tutto sia casuale, che non c’è un disegno prestabilito e ancora meno regole sicure.

Non mi riferisco ai grandi temi legati alla vita, al destino o cose così. Banalmente mi riferisco alla pubblica amministrazione. La quale è la mia croce e ogni tanto la mia delizia. Più spesso croce, va precisato.

Non voglio scrivere di impiegati, fannulloni o meno. Non voglio entrare in merito. Preferisco rimanere al margine, ma anche da qui, da questo margine, mi rendo conto che è tutto casuale.

Ho passato due settimane lavorative (di fatto 10 giorni!) a chiamare un numero verde per ottenere una password che, sicuramente ho smarrito, oppure che mi è stata assegnata in automatico e di cui non ho tracce. Sul sito era riportato in evidenza il numero verde del call center ed io fiduciosa ho iniziato a telefonare. Una voce registrata sgranava le varie opzioni del menu. Individuata l’opzione, rimango in attesa e questo per quindici minuti, al termine, la voce annunciava che tutti gli operatori erano impegnati e pregava di richiamare. Il secondo tentativo è andato esattamente come il primo, ma la mia reazione è stata diversa: ho iniziato ad imprecare! E così il giorno successivo e quello dopo per dieci giorni. Al settimo giorno, ho anche mandato una mail con tutti i dati e la richiesta di una nuova password.

Quando i dieci giorni stavano per scadere, ho corso ai ripari: sono tornata sul sito e ho iniziato a leggere tutte le faq possibili. Era riportato un numero di fax il quale era destinato proprio al recupero delle password. Ho subito mandato il fax. Di cui aspetto ancora la risposta. Così come sono ancora in attesa di una risposta alla mail.

Oggi, sono tornata sul sito, ho preso l’indirizzo fisico, non del sito, quello ormai lo so a memoria, decisa a recarmi di persona presso i loro uffici e provvedere al pagamento del contributo (per partecipare a una gara) e, già che c’ero, fargli partecipe del mio pensiero… poco profondo ma molto esaustivo e forse anche un tantino colorato. Ma prima di varcare il Rubicone, ho deciso di riprovare. Così, un po’ per noia, un po’ sfida, ho richiamato il call center. Ho riascoltato il nastro con il menu, ho digitato le opzioni di mio gradimento e… e… miracolo! Subito dopo mi ha risposto un essere umano, il quale mi ha attribuito in tempo reale una password provvisoria. Sono rimasta senza parole. Ero così tramortita da tanta efficienza che non ho avuto la reazione di chiedere spiegazioni. A testa bassa, sono ritornata sul sito, ho constato che la password provvisoria era perfettamente funzionante e ho provveduto al pagamento. Ancora non mi sono ripresa!

A pensarci bene, oggi è stata la prima volta che ho chiamato di pomeriggio. Sarà casuale?

Le casualità della pubblica amministrazione non si fermano qui.

Per un paio di mesi, ho esultato perché finalmente, sotto casa, la strada era regolarmente pulita, vedevo ogni mattina gli operatori armati di scope spazzarla. Ero così felice, che allegramente li salutavo. L’AMA faceva il suo lavoro con totale dedizione: niente più cassonetti debordanti di vetro o di carta, ma tutto perfettamente in ordine. Ero felice come una Pasqua. Poi. Poi? Poi, niente. Ormai da un paio di settimane, il cassonetto del vetro è svuotato a casaccio, solitamente quando è sommerso di buste; il cassonetto della carta subisce lo stesso destino. La strada è tornata esattamente come prima: è pulita quando capita.

Stessa sorte subisce la via dove lavoro, e quella che mi porta fino all’ufficio.

Lo so, dovrei tornare a reclamare, ad imprecare, a sollecitare. Ma anche le rompiballe hanno un limite. Il mio, per oggi, si accontenta del miracolo avvenuto con l’ufficio preposto alla riscossione del contributo. Domani è un altro giorno e magari tornerò a baccagliare.







 
 
 
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