Quotidianamente...
Vita di ufficio... ma quella è un'altra storia...
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" -
(Articolo 3 della Costituzione Italiana)
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.Da qualche giorno ho l’impressione che una nuvola nera si aggiri sopra la mia testa. Come se una tempesta fosse in attesa di scaricare tutta la sua potenza negativa su di me. Sono certa che si abbatterà solo su di me, lasciando indenne tutto (e tutti) quanto mi sta intorno. Non è proprio piacevole. Ogni sera rimango stupita del fatto che la tempesta ancora non si sia scatenata. Il perché di questa sensazione non mi è chiaro. Continuo come se niente fosse, ma intanto la nuvola nera è lì. Ferma in attesa. Non la vedo, ma la percepisco. La settimana scorsa ho trovato nella cassetta della posta una pubblicità per l’inaugurazione di una palestra. Ho guardato l’indirizzo: vicino a casa, molto vicino, troppo vicino. Poi, come spesso mi accade, ho ignorato il tutto. Ieri, rientrando a casa, ho ripensato alla pubblicità. Ho pensato che questa volta la montagna era venuta a Maometto: la palestra è praticamente nell’atrio di casa. Cavoletti, una vera disfatta! Sono andata a vedere: la ragazza al ricevimento era molto gentile e disponibile. “E’ il suo lavoro”, ho pensato, la palestra odorava ancora di nuovo, era spaziosa e molto luminosa. Una vera congiura. La ragazza mi ha parlato di promozioni sugli abbonamenti e mi ha mostrato gli orari, ho iniziato a controllare quelli che facevano al mio caso e quando, scherzando, ho chiesto se potevo fare una lezione di prova, lei mi ha risposto di sì, ho capito di non avere più scampo. Mi ha presentato un allenatore e abbiamo fissato una lezione di fit boxe per domani. Perché fit boxe proprio io che volevo solo fare ginnastica? Perché in quel preciso momento, ho capito di avere bisogno di sfogare i miei bassi istinti, di dare sfogo alla rabbia che, ultimamente, mi porto dentro. Ho chiesto all’allenatore se potevo portare una foto da attaccare sul sacco per meglio colpire. Lui ha risposto di sì, che potevo persino tappezzare il sacco di fotografie. Ho risposto di no, che grazie, ma una foto era più che sufficiente. Ha sorriso. Non ho capito perché, che ne sa lui di chi voglio colpire? Domani farò la prova e dopo valuterò. Tutto al più mi metterò a fare ginnastica dolce come si conviene a una signora sul viale del tramonto. Ma sì. Intanto un punto della “lista dei buoni propositi” è in fase di realizzazione. Un altro è già miserabilmente fallito: sabato ho comprato due libri. Giuda ballerino! Un dubbio sorge spontaneo: riuscirà mai un bonsai (pacifico) a colpire un sacco di fit boxe?
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(Albert Camus)
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