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Sciacalli

Post n°939 pubblicato il 20 Aprile 2020 da lamiapelle

 

Anziani messi con i malati di Covid". La denuncia nelle rsa del Lazio

 

Poche mascherine e tamponi in ritardo. La strage nelle rsa del Lazio: "Nessuno parla perché è una regione del Pd"

 

Un massacro silenzioso, che sta spazzando via un’intera generazione. È nelle case di riposo che il virus si diffonde di più. E così quelli che dovevano essere luoghi sicuri per migliaia di anziani si sono trasformati in gironi infernali. Secondo i dati dell'osservatorio dell'Iss sulle Rsa, dal primo febbraio al 14 aprile, nelle residenze per anziani e case di riposo italiane sono morte 6773 persone.

 

In cima alla triste classifica ci sono Lombardia, Veneto e Piemonte.

Ma il Lazio non fa eccezione. Gli anziani positivi al Covid o con sintomi influenzali deceduti nello stesso lasso di tempo sono 147. E i focolai nelle case di riposo si moltiplicano di giorno in giorno. L’ultimo comune ad essere blindato, nella giornata di sabato, è stato quello diCampagnano. Nel centro di riabilitazione Santa Maria del Prato, su 105 ricoverati quasi la metà sono risultati positivi al coronavirus. Tra gli infettati ci sono anche 28 operatori, su un totale di 61 unità. Numeri che potrebbero crescere ulteriormente nelle prossime ore, visto che la struttura si trova accanto a case e palazzi. In totale, nelle case di riposo del Lazio si stima che possano essere state colpite dal virus da 450 a 500 persone.


A fare da apripista sono state la Rsa Madonna del Rosario, di Civitavecchia, e la casa di cura San Raffaele di Cassino. Poi è stata la volta della casa di riposo Giovanni XIII di via di Vallerano, a Roma, e delle Rsa di Veroli, nel Frusinate, e Nerola, in provincia di Roma. In questo comune di neppure duemila abitanti a nord della Capitale il 25 marzo scorso è arrivato l’esercito. Il 22 dello stesso mese nella casa di riposo Santissima Maria Immacolata era stato scoperto il primo paziente positivo. Nel giro di qualche giorno i contagiati diventano 72 e tra gli ospiti positivi, poi trasferiti alla Nomentana Hospital di Fonte Nuova, ci saranno almeno quattro decessi.

 

Sabina Granieri, sindaco di Nerola al suo terzo mandato, guarda indietro a quei venti giorni di isolamento: "Neppure quando siamo stati dichiarati zona rossa qui sono arrivate le mascherine". "Ce n’erano pochissime e non adatte, e anche ora che l’emergenza è passata abbiamo dovuto acquistarle di tasca nostra", ci racconta la prima cittadina. Anche l’osservatorio dell’Iss sulle Rsa classifica la mancanza di dispositivi individuali di protezione come la principale difficoltà da affrontare nel corso dell’epidemia che ha colpito il nostro Paese. "L’assenza di Dpi che si è registrata nella fase iniziale dell'emergenza ha aiutato non poco queste strutture a diventare veri e propri lazzaretti", denuncia Chiara Colosimo, consigliere regionale di Fratelli d’Italia. "Ci sarebbero volute molte più mascherine – osserva - possibilmente certificate".

A far discutere è anche la decisione presa a fine marzo dalla Regione Lazio di "accogliere pazienti Covid positivi che non necessitano di ricovero in ambiente ospedaliero" nelleresidenze per anziani del territorio. "È quello che è accaduto alla Nomentana Hospital, la Rsa che aveva già 22 ospiti positivi dove sono stati trasferiti anche i 49 anziani contagiati a Nerola", spiega un altro consigliere di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini. "In generale – ci dice – si tratta di una decisione folle e non priva di rischi". "Infatti – aggiunge - nei giorni successivi al trasferimento si sono infettati altri pazienti, oltre a 29 operatori". "In questo caso però – prosegue Righini - nessuno ha battuto ciglio perché non siamo in Lombardia ma nella regione governata dal leader del Pd".

Dall'assessorato alla Salute del Lazio però sottolineano di aver agito sotto la supervisione del Seresmi-Istituto Spallanzani e di aver creato Rsa Covid proprio per evitare "promiscuità ed ospitare solo pazienti positivi che non necessitano di cure ospedaliere". "Ma in strutture come la Nomentana Hospital, ad esempio, dove il nucleo Covid è distribuito su un piano dell'edificio - si domanda polemico Righini- come si può garantire l'isolamento totale del reparto?".

 

https://www.ilgiornale.it/news/roma/poche-mascherine-e-tamponi-ritardo-boom-contagi-nelle-rsa-1855941.html

 

100 morti anche nelle Rsa delle Marche, 600 strutture in Italia coinvolte,  malasanità  a Palermo, che si è rifiutata di ricoverare un concittadino tornato dal nord con Covid senza avergli fatto tampone, ma con febbre alta da giorni e poi deceduti, tutte regioni che pur non essendo nella drammatica emergenza Lombarda, non hanno fatto il necessario per proteggere gli anziani. È ignobile chiedere il commissariamento della Lombardia quando non ha ancora contato i suoi morti. La Lombardia fa gola, ma chi approfitta nel momento di debolezza per impossessarsi della ghiotta preda, si chiama sciacallo!

 

 


 
 
 
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In buona sostanza si è stabilita l'equazione:


COMUNISMO = NAZISMO

e io l'ho provato su lamiapelle

 




 

 

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