Una volta nella sinistra in Italia emergeva un’area di contestazione verso tutto ciò che poteva essere riferito al conformismo, alle tradizioni, ai valori nazionali. Negli ambienti liberali si seguiva con interesse la demolizione dei luoghi comuni, delle ritualità e si comprendevano persino le ragioni di una necessità rivoluzionaria che sbloccasse le rendite di posizione, le caste, i baronati, gli abusi e le discriminazioni. Nel distinguersi, si pensava alla sinistra come a uno spazio in cui si formavano gli opportunisti e si strumentalizzavano le carenze e le necessità delle popolazioni, e dove si cavalcavano i bisogni ed i diritti negati per trarne vantaggi politici o sindacali. In molte circostanze, si è pensato che la sinistra coltivasse il malessere per poterlo canalizzare in politica e sfruttarlo. Ricordiamo il “tanto peggio, tanto meglio” di Togliatti. In tanti pensavano che la sinistra italiana fosse diretta da centrali di controinformazione internazionale, per minare la compattezza dell’occidente libero, e che, nel periodo della guerra fredda, la sinistra comunista lavorasse per favorire le mire imperialiste dell’espansionismo sovietico. Le sintesi, però, portavano anche a pensare che, piuttosto per opportunità e non per scelta, la sinistra fosse inconsapevole portatrice di alcune ricette dell’anticonformismo istituzionale e del disconoscimento di qualsivoglia tentativo di introduzione di gestione di poteri assoluti da parte di servizi o di ordinamenti dello Stato (polizia, magistratura, finanza, editoria). Si è pensato che la sinistra prestasse grande attenzione verso tutte quelle garanzie che nelle democrazie liberali sono a presidio dell’imparzialità della gestione dei poteri nell’ambito della vita civile dei cittadini. E dalla percezione di una sinistra garantista, emergeva anche quella di pensare che fosse contraria, per scelta, per opportunità, per formazione, per principio, all’ordinamento giurisdizionale inteso come una casta autonoma, priva di riferimenti con la società, di assonanza con il senso comune e di collegamenti con il sentimento popolare.
La sinistra fino all’inizio degli anni 90 ha usato il garantismo giudiziario come un proprio distintivo di riconoscimento. Mai la sinistra avrebbe acconsentito, senza gridare al complotto, che un Organo Istituzionale, quantunque supremo come la Corte Costituzionale, potesse sottomettere la politica e le scelte del Parlamento al giudizio e alle limitazioni di un servizio dello Stato, benché autonomo. Dinanzi al ribaltamento dei principi, però, non può reggere solo l’antagonismo a Berlusconi, come alcuni provano a sostenere. Non si può, infatti, oggi in Italia pensare di rispolverare i principi del male assoluto che giustifichino le soluzioni assolute. La democrazia ha ragione di essere se la sovranità popolare mantiene la sua supremazia e se il Parlamento, espressione del popolo, abbia facoltà di legiferare senza subire ipoteche e ricatti. Non è pensabile una democrazia ove un magistrato, se non gli va bene una legge, si rivolge alla Consulta - dove sa che c’è una maggioranza che è espressione politica contraria a quella che ha approvato la legge - per farla cassare. Non può che destare inquietudine un Organo Istituzionale che si cimenti a mettere sotto tutela il Parlamento. E’ cambiata la sinistra o è mutato lo scenario politico? Sono cambiati i personaggi o è mutata la strategia della sinistra, dopo aver acquisito il controllo del potere giudiziario? E’ evidente che il presunto garantismo della sinistra sia stato svenduto. La sinistra riscuote un’attività distratta e assolutoria per la sua parte, che diventa, invece, inquisitoria e intimidatoria verso gli avversari politici, e ricambia con l’azione di freno verso ogni tentativo di riforma dell’amministrazione giudiziaria. E’ almeno dal famoso decreto Biondi del 1994 che ogni tentativo di intervenire su temi che riguardino la giustizia e il ruolo dei magistrati e ogni tentativo di modificarne i privilegi, di intervenire sulle carriere, di modificare l’impianto organizzativo della giustizia cozza contro una barriera formata dall’alleanza tra magistratura e sinistra. “La Magistratura è la più grave minaccia allo Stato Italiano”. L’avrebbe detto D’Alema all’ambasciatore USA, stando a quanto rivelato da Wikeleaks. Peccato che per l’unica cosa verosimile detta dal leader PD ci sia stata poi la smentita!
Vito Schepisi
titolo da Libero
Ascolta l'intero messaggio del premier, Silvio Berlusconi (non permettere che siano gli altri a filtrare per te)
post di Calipson1 Mentre i Giudici italiani ce la mettono tutta, come al solito, per incastrare Berlusconi, in quel di Trieste una specie rarissima ed in via di estinzione di uccello, il Colibrì, ha dato vita ad un parto straordinario.
Ciò è potuto accadere anche perchè il Premier Silvio Berlusconi si è personalmente interessato affinché la colonia di Colibrì di Trieste sopravvisse.
Di tutto ciò - in un mondo fatto di sinistrorsi che gridano e si stracciano le vesti per la salvezza della Natura e che fanno santo qualunque pirla (l'importante è che faccia parte della loro "famiglia") si dimostri sensibile alla salvezza dell'ambiente - nessuno, soprattutto a sinistra, ha detto nulla di positivo (anzi si sono sollevate alcune voci critiche).
C'è una sola cosa che bisogna augurarsi, che a Berlusconi non scappi di dire amo cani, gatti, foche, balene, panda, tigri... sarebbe la loro fine.
"Il fango ricadrà su chi utilizza la giustizia come arma politica. Non mi fermeranno". Da 17 anni è caccia al Cavaliere: ogni nuova indagine aperta viene annunciata come un’atomica che lo seppellirà. Una persecuzione da record: mille toghe, 28 processi, zero condanne
indagato non significa condannato. Stupidi rossi, zimbelli dell'Italia, che esultate per la vostra ignoranza!
zimbello[zim-bèl-lo]s.m.
1 Uccello vivo che viene legato a un bastoncino o a una cordicella, per adescare altri uccelli
2fig. Espediente per richiamare l'attenzione o l'interesse di qlcu.: gli sconti su alcuni prodotti sono solo lo z. per attirare clienti; anche, persona che, all'interno di un gruppo, diventa bersaglio di scherno: per la sua ingenuità è lo z. di tutta la classe
“il fango ricadrà su chi usa la politica come arma giuridica”
Il Comunismo condannato per crimini contro l'umanità Crimini comunisti: condanna dell'Assemblea parlamentare [25/01/2006] Il 25 gennaio, l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha condannato fortemente le massicce violazioni dei diritti umani commesse dai regimi comunisti totalitari e ha reso omaggio alle vittime di questi crimini. L'Assemblea ha dichiarato in una risoluzione che queste violazioni comprendono omicidi di massa ed esecuzioni, decessi nei campi di concentramento, privazioni, deportazioni, torture, lavori forzati e altre forme di terrore fisico di massa. In buona sostanza si è stabilita l'equazione: