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CONCORSO "OGGI PARLO IO": IL TRADIMENTO NELLA COPPIA

Post n°41 pubblicato il 09 Marzo 2008 da JungleDavide

CIAO RAGAZZI, COME PROMESSO PUBBLICO IL TEMA PER IL CONCORSO "OGGI PARLO IO" DOVE SI  POTEVA ESPRIMERE LA PROPRIA OPINIONE SUL TRADIMENTO NELLA COPPIA. QUELLO CHE TROVERETE QUI SOTTO E' L'ARTICOLO SCRITTO DA SILVIA CHE CI HA DESCRITTO LA SUA ESPERIENZA PERSONALE.

GRAZIE SILVIA PER AVER PARTECIPATO E COME HO DETTO ALLA NOSTRA SARA IL MESE SCORSO...RICORDA CHE PER TUTTA LA SETTIMANA LA RUBRICA E' LA TUA...PRENDI IN MANO LA SITUAZIONE!!!!

CIAO A TUTTI

DAVIDE SCARABELLI

IL TRADIMENTO NELLA COPPIA

In questo articolo voglio parlarvi di una storia realmente accaduta, una storia accaduta ad una ragazza forse un po’ troppo infantile per questo mondo spesso così brutale, che sembra trascinare via chiunque tenga nel proprio carattere un filo di ingenuità. Quella ragazza sono io.
Due anni fa conobbi un tipo. Era maggio, la stagione in cui il caldo inizia a farsi sentire ma la sera ci vuole ancora una giacchetta. Federico era moro e con i capelli medio-lunghi, niente di speciale, certo, però il suo fisico asciutto e un po’ anemico e quelle spalle così amabilmente squadrate fecero subito breccia nel cuore di quella povera ragazzina che ero. Venne da me in un locale di Tuscania e fu subito gentile, dolce, accorto. Due settimane dopo passeggiavamo romanticamente, di sera, sulla spiaggia di Montalto di Castro, con la luna ad illuminarci e il buio a coccolarci. Da allora iniziò una bella storia d’amore: nonostante fossimo di due paesi differenti eravamo comunque abbastanza vicini, e potevamo vederci spesso. Ogni istante era occasione di effusioni e dolci baci… le sue parole sembrava così sincere che se avessi potuto mi sarei tolta il cuore e gliel’avrei donato su un piatto d’argento.
Poi un giorno mia sorella mi disse di averlo notato in un locale di Viterbo insieme ad una ragazza bionda. Non le diedi peso, non volli crederci… ma presto anche alcune mie compagne di classe mi vennero a riferire delle uscite di Fede con “la bionda”. Gi parlai con gli occhi pieni di lacrime e lui imbarazzatissimo confessò tutto, giurandomi però che lei era stata soltanto una storia passeggera e che nella sua vita c’era posto esclusivamente per me. Nonostante avessi il cuore in frantumi volli credergli e tutto iniziò come da capo: il sabato successivo lui mi portò delle rose bianche e iniziò ad essere sempre più carino e gentile con me. Dopo qualche settimana una mia amica mi venne a dire di averlo visto nuovamente con la bionda. Non potei, non volli crederci. Iniziai a divenire folle per lui. Approfittando degli istanti in cui andava al bagno o saliva a casa lasciando il telefono in macchina, iniziai a sbirciare di nascosto sul suo cellulare, e trovai i messaggi dell’altra, che si chiamava Chiara e che presumo fosse di Viterbo, dato che i due si incontravano sempre lì.
Iniziai a pensare che il problema fosse mio: mi tinsi i capelli di biondo, mi misi a dieta, cercai di fare e di essere tutto ciò che voleva lui. Finalmente, dopo qualche tempo, trovai un messaggio di Chiara che riportava press’appoco queste parole: “Ho capito che è finita. Forse hai ragione, è inutile continuare”. Piena di gioia iniziai a sentirmi trionfante di aver di nuovo il mio Federico tutto per me, solo per me. Credevo che finalmente avesse imparato ad amarmi. Invece un bel giorno lui mi manda un messaggio e mi dice: “Sto con un’altra da 3 settimane. Ti lascio. Stammi bene”. L’altra stavolta era castana ed era di Tuscanica come lui…
Insomma cari amici, ciò che ho capito da questa brutta esperienza è che il proverbio “il lupo perde il pelo ma non il vizio” è quantomai veritiero. Fidatevi: una persona che vi ama sul serio non vi tradirebbe mai e poi mai, come io non sarei mai stata infedele nei confronti di Federico. Il vero amore è quello che non si lascia cadere in esibizionismi, gesti eclatanti e falsità; il vero amore è fatto di semplici gesti e piccole dolcezze, che tutte insieme formano un quadro splendido e soffice. Il tradimento e l’amore non vanno d’accordo; chi ama non tradisce. 

Silvia

 
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Anonimo il 13/03/08 alle 14:39 via WEB
mi stavo scollegando dimenticandomi del brano zen x Silvia... buona gioranata! Elena ... Non dipendi dagli altri e non rendi gli altri dipendenti da te. Allora si tratta sempre di amicizia, di amichevolezza. Non diventa mai un legame un bisogno, ma sempre un essere in contatto. Dialoghi, condividi, ma non crei una dipendenza. E se vedi che è venuto il momento di separarsi, perché i vostri sentieri si separano a un crocevia, di' addio all'altro, con profonda gratitudine per tutto ciò che è stato per te, per tutte le gioie e i bellissimi momenti che avete condiviso. Senza tristezza, senza dolore, vi separate, semplicemente. In questo modo si crea l'essenza di amici veri, maturi, vicendevolmente a loro agio, naturali. Nel loro rapporto non esiste alcuna pressione, alcun bisogno, alcun desiderio di cambiare l'altro in qualcosa di diverso. Nel passaggio, potresti accorgerti di non essere più interessato alla vasta sequela di tragedie e romanticherie che coinvolgono le altre persone. Non è una perdita, é la nascita di una qualità più elevata, più amorevole, frutto della pienezza dell'esperienza. È la nascita di un amore veramente incondizionato, privo di aspettative e di pretese. Quando poi rimani solo, non è che sei solo, è che ti senti isolato ed esiste un'incredibile differenza tra l'essere soli e il sentirsi isolati. Quando ti senti isolato, pensi all'altro, ne senti la mancanza: si tratta di una condizione negativa. Hai la sensazione che le cose andrebbero meglio, se l'altro fosse presente . Sarebbe meglio se l'altro fosse presente, ma l'altro non c'è. Sentirsi isolati è frutto dell'assenza dell'altro. La solitudine è la presenza di se stessi: è un fenomeno estremamente positivo. È una presenza, una presenza che straripa. Sei così carico di presenza che puoi colmarne l'intero universo, e quindi non hai bisogno di nessuno. Quando accanto a noi non c'è la persona che vorremmo, possiamo o sentirci soli, oppure godere la libertà che la solitudine porta con sé. Quando non troviamo alcun sostegno tra gli altri per le verità che percepiamo profondamente dentro di noi, possiamo sentirci isolati e amareggiati, oppure celebrare il fatto che la nostra visione è salda a sufficienza da sopravvivere al potentissimo bisogno umano di essere approvati. Se in questo momento ti stai confrontando con una situazione simile, sii consapevole di come scegli di vedere la tua "solitudine" e assumiti la responsabilità per la scelta che hai fatto. Uno dei contributi più significativi di Gautama Buddha alla vita spirituale dell'umanità è stato quello di ribadire ai suoi discepoli: "Sii una luce per te stesso". In fin dei conti, ognuno di noi deve sviluppare dentro di sé la capacità di farsi la propria strada attraverso l'ignoto, anche senza alcun compagno. Osho The Discipline of Transcendence
 
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