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ESSERE COLLEGATI E' IL DESTINO DELLA NOSTRA VITA: IL SIGNORE GESU' SI PROPONE: POSSIAMO IGNORARLO
Post n°544 pubblicato il 08 Maggio 2012 da sebregon
V SETTIMANA DI PASQUA – MERCOLEDÌ
Ciò che affascina di più in Gesù (e per molti ciò che più scandalizza) è questo suo diretto riferimento all’essere la vite per eccellenza e non uno che si appoggia ad un altro uomo.
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. Egli non propone dottrine come fanno gli uomini di questo mondo ma di credere in Lui. Gesù si identifica con la vite, e fuori metafora con l’essere la Vita per eccellenza, e se ci si pensa bene ci vuole un bel coraggio nel dire che gli altri sono solo tralci.
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. Gesù ha questo coraggio e suscita in chi lo ascolta una grande ammirazione perché il suono delle sue parole sa di verità. Una verità raccontata non solo da parole sapienti che si possono orecchiare qua e là lungo la sua vita pubblica ma da una parola che sappiamo perfettamente coerente con la sua vita.
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. Egli porta avanti un messaggio che è un irradiamento della sua persona ed è di una tale chiarezza semplicità e credibilità da bucare i secoli ed arrivare a noi fresca e convincente. E non valgono i tradimenti di quanti in suo nome hanno fatto cose terribili per oscurare la bellezza delle sue parole o per rendere evanescente o debole la sua forza d’impatto della sua persona sulle nostre vite.
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. Gesù ci invita a rimanere in Lui e cioè nella sua linfa d’amore perché scorra nelle nostre vene e porti al mondo la bellezza della sua meravigliosa vita. L’intraprendere questo cammino però non è indolore perché quando ci mettiamo alla sequela del Signore Gesù ci capita sempre di fare delle proiezioni sbagliate sul rapporto che ci lega alla sua divina realtà. .
. E così il Padre interviene con la potatura dei nostri sogni distorti perché aderiamo alla realtà e non alle fantasie. In questo travaglio e dolore il Signore Gesù non è lontano perché egli si è identificato con la vite e quindi nel taglio soffre con noi ma nello stesso tempo con noi gioisce perché sa che il Padre è buono ed il suo intervento salutare. .
Il nostro atteggiamento dunque nella vita non deve essere saccente ma sempre disposto ad accettare quelle correzioni che servono alla nostra crescita ed a prepararci a quell’incontro finale in cui quel troppo che ci manca possa essere completato dalla ricchezza della vite a cui siamo rimasti fedeli.
La nostra vita e la Parola
Spirito del Signore, rendici disposti a farci modellare dai disegni d’amore del Padre intanto che rimaniamo inseriti nella vera Vite/a.
Gabriele Patmos
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