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Post n°734 pubblicato il 09 Dicembre 2013 da sebregon

II SETTIMANA DI AVVENTO - MARTEDÌ

 


 

 

 

 
Mt 18, 12-14


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

 

 

E’ sulla roccia di queste parole: “Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda»”, che possiamo sperare ed essere certi che la morte non prevarrà su di noi. Prima di ogni nostro rifiuto e di ogni nostro essere perduti in un deserto senza speranza c’è  una volontà più forte che tanto ci ama da far di tutto per raggiungerci e salvarci.

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E se noi non volessimo questa salvezza? Egli potrebbe raggiungerci e noi dirgli di no. Ora io mi chiedo se questo sia possibile… forse… in qualche caso… perché se uno è con l’acqua alla gola e vede avvicinarsi una mano che vuol tirarlo su la rifiuterà o si aggrapperà? Io dico che si aggrapperà e poi ringrazierà chi l’ha salvato.

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Non riesco a pensare diversamente. Ma allora se è così vi potrà essere mai qualcuno che non sia salvato? Bella domanda a cui è difficile rispondere ma forse il testo evangelico ci offre una pista per entrare in questo mistero profondo. Infatti il testo dice: “ Se riesce a trovarla” e ciò vuol dire che può anche non trovarla.

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Ma  è mai possibile che Dio non trovi la sua creatura per salvarla? Impossibile ed allora bisogna credere che non è il Signore che non trova la sua creatura ma che questa  non vuole farsi trovare. E nonostante questo rifiuto le belle parole di Gesù ci dicono che la volontà del Padre rimane tetragona nel volere che ‘neanche uno di questi piccoli si perda’.

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Oggi occorre che tutti diventiamo come il pastore che va a cercare la pecorella smarrita. Il mondo ha bisogno di scoprire l’esistenza di un Padre così buono e proprio per questo è stato indetto da Benedetto XVI l’anno dedicato all’evangelizzazione.

 

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Ora si è concluso ma non si può mai chiudere questa necessità impellente di far conoscere attraverso Gesù l’esistenza di un piano di salvezza che vuole farci entrare nella pienezza della vita divina.

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Molte carte lungo la storia ce le siamo giocate noi cristiani ma quando ci avviciniamo al cuore del messaggio di Gesù ed alla sua vita non possiamo che ripartire sempre a cercare la pecorella smarrita. Certo avendo sempre presente che quella pecorella potremmo essere noi in prima persona ma non facendosi scudo di questa consapevolezza per non darsi da fare e non cercare nuovi modi per far conoscere il nostro tesoro.

 

La nostra vita e la Parola

 

Spirito Santo, che leghi il Padre ed il Figlio con il tuo fuoco d’amore dacci fede, forza e coraggio per aiutare chi si trova nelle tenebre della morte.


Gabriele Patmos

 
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