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PERDONARE E' COME INVESTIRE SULLA PROPRIA SALVEZZA
Post n°894 pubblicato il 10 Marzo 2015 da sebregon
III SETTIMANA DI QUARESIMA – MARTEDÌ
Mt 18, 21-35
Nel brano sono presenti due registri il primo riguarda il comportamento da tenere verso il fratello che commette una colpa verso di me, ed un altro quello del Padre celeste verso chi si comporta male. Nel primo caso vale perdonare non qualche volta ma settanta volte e cioè sempre, mentre nel caso del Padre è diverso perché rappresenta l’istanza ultima della giustizia. Ed ora cerchiamo di capire perché dobbiamo perdonare se vogliamo essere giusti e soprattutto perché il Padre celeste non può perdonare alla maniera umana. A noi conviene perdonare perché anche noi siamo peccatori ed abbiamo bisogno sempre di perdono e dunque non possiamo non perdonare altrimenti facciamo la fine del servo ingiusto che, perdonato, non perdona. Per il Padre celeste è diverso perché egli è giusto e non ha un obbligo morale nel perdonare anzi è proprio della sua giustizia punire nella sua maniera divina chi giusto non è. Le punizioni di Dio sono sempre per la salvezza ed hanno lo scopo di aiutare l’uomo malvagio in una restituzione che non solo renda giustizia al fratello offeso ma sia per lui una via di redenzione. Ma c’è di più perché il peccato del fratello mi è di aiuto per prendere coscienza d’essere peccatore anch’io magari non come il fratello lo è stato verso di me ma in modo diverso e cioè in un altro ambito di relazioni. Per esempio io che non farei male ad una mosca magari mi avvalgo della forza di una organizzazione quando si tratta di prendere delle decisioni sul personale pur essendoci la possibilità di darsi da fare per indirizzare le cose in un modo diverso. Questo non è che uno dei mille casi in cui non ci comportiamo bene e dove abbiamo bisogno d’essere continuamente perdonati sia da Dio che dai nostri fratelli. Ora quanto più prendiamo coscienza d’essere piccoli e bacati tanto più saremo disposti a perdonare gli altri e viverli in una luce diversa in cui possiamo, pur non rinunciando ad ottenere giustizia, vedere come aiutarli a cambiare. Certo non da soli ma sempre con l’aiuto del Padre celeste e del suo Figlio Gesù che già ci aiuta sia con le sue parole ma anche con la sua vicinanza.
La nostra vita e la Parola
Spirito santo, infondi in noi quello spirito buono che prendendo coscienza della propria miseria ne fa uno strumento di misericordia verso i fratelli che sbagliano.
Michele Sebregondio
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