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« IL VERO PANE CHE CI NUTR...IL REGNO DI DIO PREME E ... »

L'ASCOLTO DEL PADRE CI PREPARA ASD AVVICINARCI A GESU'

Post n°913 pubblicato il 23 Aprile 2015 da sebregon

II SETTIMANA DI PASQUA - GIOVEDÌ

 

Gv 6, 44-51



In quel tempo, disse Gesù alla folla:«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

 

Gesù è consapevole del suo martirio e cioè dell’offerta che avrebbe fatto di sé al Padre per ottenere a noi la vita. Questo suo avvicinarsi alla morte è un libero atto di accettazione di un evento non cercato nè voluto per una qualche obbedienza sbagliata al Padre, quasi che il Padre volesse la sua morte come riscatto per i nostri peccati. Il Padre come poteva volere la morte di suo Figlio? Quasi che senza questa morte non avesse potuto perdonarci. Il Padre invece ci ha già perdonato con l’incarnazione di suo Figlio venuto a rimettere i nostri peccati. Il vivere stesso di Gesù tra di noi  era stato pensato dalla misericordia divina per far capire all’uomo quanto si era allontanato dal Padre celeste e quanto poteva avvicinarglisi grazie alle opere e alle parole di suo Figlio. La sua accettazione della morte e la sua offerta al Padre occorre intenderli non come soddisfazione da offrirgli per i peccati umani, ma come atto d’amore che suggella fino in fondo la sua fedeltà a quanto aveva detto e fatto durante la sua vita.  Il sacrificio della croce non è dunque da intendere come quello di un animale da offrire a Dio ma come l’offrirgli la propria vita nel rifiuto di assecondare in sé il seme dell’inimicizia per dare a noi la possibilità di vedere e credere che ciò è possibile in virtù di quella grazia che ha agito in Lui . E così se noi crediamo in Lui nella pienezza della sua vita, passione, morte e resurrezione ereditiamo la sua stessa vita e cioè una vita eterna, sempre alla presenza di Dio che ci ha sempre amati. Se è così allora come cristiani possiamo aspettarci di tutto, come sta avvenendo soprattutto in questi tempi atroci, in cui essi vengono uccisi solo perché credenti in Gesù. E come la morte non ha potuto vincere Gesù così è di quanti muoiono oggi da martiri perché subito vengono accolti nella patria celeste.

 

La nostra vita e la Preghiera

 

Spirito Santo, istruiscici tu perché possiamo nutrirci sempre del pane che ci dà la vita e cioè di Gesù.

 

Michele Sebregondio

 
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