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ESSERE COLLEGATI E' IL DESTINO DELLA NOSTRA VITA: IL SIGNORE GESU' SI PROPONE: POSSIAMO IGNORARLO

Post n°544 pubblicato il 08 Maggio 2012 da sebregon

V SETTIMANA DI PASQUA – MERCOLEDÌ

 


                                                          

 

 


 Gv 15, 1-8


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Ciò che affascina di più in Gesù (e per molti ciò che più scandalizza) è questo suo diretto riferimento all’essere la vite per eccellenza e non uno che si appoggia ad un altro uomo.

 

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Egli non propone dottrine come fanno gli uomini di questo mondo ma di credere in Lui. Gesù si identifica con la vite, e fuori metafora con l’essere la Vita per eccellenza,  e se ci si pensa bene ci vuole un bel coraggio nel dire che gli altri sono solo tralci.

 

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Gesù ha questo coraggio e suscita in chi lo ascolta una grande ammirazione perché il suono delle sue parole sa di verità. Una verità raccontata non solo da parole sapienti che si possono orecchiare qua e là lungo la sua vita pubblica ma da una parola che sappiamo perfettamente coerente con la sua vita.

 

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Egli porta avanti un messaggio che è un irradiamento della sua persona ed è di una tale chiarezza semplicità e credibilità da bucare i secoli ed arrivare a noi fresca e convincente. E non valgono i tradimenti di quanti in suo nome hanno fatto cose terribili per oscurare la bellezza delle sue parole o per rendere evanescente o debole la sua forza d’impatto della sua persona sulle nostre vite.

 

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Gesù ci invita a rimanere in Lui e cioè nella sua linfa d’amore perché scorra nelle nostre vene e porti al mondo la bellezza della sua meravigliosa vita. L’intraprendere questo cammino però non è indolore perché quando ci mettiamo alla sequela del Signore Gesù ci capita sempre di fare delle proiezioni sbagliate sul rapporto che ci lega alla sua divina realtà.

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E così il Padre interviene con la potatura dei nostri sogni distorti perché aderiamo alla realtà e non alle fantasie. In questo travaglio e dolore il Signore Gesù non è lontano perché egli si è identificato con la vite e quindi nel taglio soffre con noi ma nello stesso tempo con noi gioisce perché sa che il Padre è buono ed il suo intervento salutare.

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Il nostro atteggiamento dunque nella vita non deve essere saccente ma sempre disposto ad accettare quelle correzioni che servono alla nostra crescita ed a prepararci a quell’incontro finale in cui quel troppo che ci manca possa essere completato dalla ricchezza della vite a cui siamo rimasti fedeli.

 

La nostra vita e la Parola

 

Spirito del Signore, rendici disposti a farci modellare dai disegni d’amore del Padre intanto che rimaniamo inseriti nella vera Vite/a.  

 

Gabriele Patmos

 
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