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Il diritto-dovere della vergogna

Post n°116 pubblicato il 05 Novembre 2006 da orion971

La premessa di questo post è che a Napoli, come in tutti gli altri posti del mondo, ci sono persone brave e meno brave. Banale ma indispensabile per prevenire i soliti ritornelli degli indignatori a buon mercato...o almeno provare a farlo.
Dunque, serve l'esercito in quella città? Magari fosse così semplice....significherebbe essere di fronte ad una emergenza transitoria, ad un problema di natura tutto sommato superficiale. Purtroppo, tutti sanno che non è così: a Napoli l'illegalità ha un radicamento talmente profondo nella società, nei comportamenti ed anche nelle coscienze di molti suoi abitanti che non si cancella di certo con dei semplici palliativi. L'illegalità, da quelle parti, è una vera e propria cultura, in netto contrasto (fortunatamente) con la quasi totalità del resto del Paese. Gli esempi sono infiniti, dalla camorra agli scippi, dalle magliette con disegnata la cintura di sicurezza al casco che, se indossato, porta il motociclista ad essere scambiato per killer o rapinatore, fino ai panni stesi che in tutto il mondo sono delle eccezioni che innescano accese liti condominiali mentre a Napoli sono un simbolo ostentato della città...Non si capisce poi per quale ragione lì debba essere normale andare in tre su un motorino e senza casco: qualcuno può spiegare perché i vigli urbani napoletani non fanno il proprio dovere come i loro colleghi del resto della penisola? E' inutile girarci attorno e prendersi in giro: Napoli è diversa.
C'è qualcosa che non mi quadra nel dibattito in corso: non si fa altro che ripetere che "Napoli ha sì dei problemi, ma anche delle risorse straordinarie". Quali? I risultati non sembrano confermare queste frasi fatte.
Quello che colpisce di questa città è l'orgoglio dei suoi abitanti ed il loro senso di appartenenza. Io penso che i napoletani possano essere orgogliosi di se stessi, individualmente, se sono delle persone perbene (come è per molti di loro), ma per quanto riguarda la loro città e la loro comunità...che motivo hanno? Forse l'essere la capitale dell'immondizia e della camorra? Orgogliosi della propria terra potrebbero esserlo, semmai,  i lombardi e i veneti, per la ricchezza che hanno saputo creare con il lavoro, i bergamaschi che si alzano alle cinque per andare a fare i muratori a Milano e in altre province....invece no. Siamo al paradosso che chi produce ricchezza è meno orgoglioso di chi produce rifiuti.
Tutti quelli che dibattono su Napoli sono convinti della necessità di un cambiamento forte, ma i suoi abitanti lo sono altrettano? Non si direbbe, visto che hanno sempre premiato gli amministratori locali che hanno portato negli anni allo scempio dei rifiuti e al degrado più totale. Bassolino, eletto sindaco per la prima volta nel 1993, è stato confermato con una maggioranza schiacciante (72,9% dei voti) nel 1998, diventando successivamente addirittura Presidente della Regione Campania e riuscendo poi ad ottenere una seconda elezione anche per questa carica.
Idem per Rosa Russo Iervolino: eletta sindaco per la prima volta nel 2001, mentre i rifiuti continuavano ad aumentare di volume è stata premiata dagli elettori partenopei con un secondo mandato nel 2006. 
Dovrebbe essere evidente che i napoletani avrebbero bisogno di una bella scossa, non di sentir parlare delle "risorse straordinare" della loro città.
Purtroppo, il coro degli ipocriti si puntualmente levato grondante di esecrazione per le parole di Calderoli che, a parte il linguaggio senz'altro discutibile, non ha fatto altro che dire quello che tutti pensano. I napoletani per primi dovrebbero invece rispondere "Sì, Calderoli, sarai pure sgradevole ma hai ragione. La nostra città è ridotta ad uno schifo, e siccome noi ce ne vergognamo, d'ora in avanti faremo di tutto per migliorarla!". E' anche una questione di dignità, mi sembra.
Che un po' di sana e onesta vergogna prenda il posto del più immotivato e suscettibile degli orgogli identitari, è la premessa necessaria per scuotere le coscienze e far scattare la molla che può portare ad iniziare a risalire la china. Chi si indigna  contro Calderoli anziché contro i responsabili (a tutti i livelli) del degrado e continua a parlare delle "risorse straordinarie" di Napoli, non rende nessun servizio a questa città: fornisce invece la ricetta migliore per far sì che non cambi un emerito cazzo.

 
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sonofortunata
sonofortunata il 09/11/06 alle 12:55 via WEB
Continua l'avventura al Centro Per l'Impiego non senza emozioni, negative o positive che siano. Non possiamo obbligare nessuno a restare e a darci una mano con la Ricerca rispondendo alle domande di un questionario ma quando , dopo il discorso introduttivo della Prof. e del Direttore del Centro, accade che alcune persone si alzano per andare via, la viviamo sempre una piccola sconfitta. Provo rabbia quando alcuni sminuiscono e criticano quest'iniziativa, come fossero convinti che l'unica cosa buona che si possa fare per loro sia offrirgli un lavoro, magari a tempo indeterminato, magari "dietro ad una scrivania", magari strapagato. Provo dolore quando qualcuno lascia quella stanza sostenendo che sono belle parole, che l'intento di migliorare i servizi per l'impiego sia lodevole, ma che la forza e la voglia di crederci l'hanno persa per sempre. Gli leggi negli occhi la stanchezza, la delusione, l'amarezza. Guardo negli occhi i disoccupati che si lasciano intervistare e ricordo ciò che sostenevo mentre preparavo la mia tesi sui "Disoccupati Organizzati a Napoli": il disoccupato organizzato si sente meno solo nella lotta per trovare un lavoro, è meno rassegnato, è più vivo e combattivo. L'individuo che cerca lavoro e non lo trova si sente solo, non si sente rassicurato e protetto da nessuno, non ha alle spalle qualcuno che raccolga le sue delusioni, che le condivida con lui. Per lui è difficle continuare a credere che le cose possano migliorare, che non tutto è perduto. Guardi negli occhi chi hai di fronte e ti accorgi subito se è una persona che avrebbe mezzi e conoscenze per uscire dal lavoro sommerso, dalla disoccupazione (quella che per definizione è chiamata così), ma non ne ha voglia, perchè la situazione in cui vive gli fa comodo e quelli che, d'altro canto, non sanno proprio in che direzione muoversi, un lavoro in regola non sanno nemmeno come lo si possa cercare, lo vedono come un qualcosa di aleatorio, di indefinito, di lontano. Tra ieri ed oggi, ho conosciuto delle persone alle quali se avessi potuto, se avessi avuto una bacchetta magica, avrei dato l'opportunità di avere immediatamente un contratto di lavoro, gente onesta, che si fa un cuore così per portare la pagnotta a casa, per pagare l'affitto, per comprare cibo e vestiti ai figli, persone che fanno lavori stancanti, pesanti, malpagati, perchè sanno cosa significhi il bisogno. Alla domanda: "Se avesse oggi a disposizione 250 euro a quali spese li destinerebbe?" queste persone ti rispondono che riempirebbero il frigorifero, comprerebbero vestiti e scarpe per i figli e se li guardi negli occhi mentre ti rispondono a questa domanda vi vedi tanta sincerità, tanta delusione perchè purtroppo è solo una situazione ipotizzata. Se guardi negli occhi altre persone, quando rispondono alla stessa domanda con un "Porterei in giro la mia famiglia, farei un regalo ai miei figli" vi trovi uno sguardo indifferente, vi leggi indifferenza, lo senti lontano un miglio che per lui quei 250 euro non sarebbero una cosa tanto inusuale. Ieri, mancava poco che l'intervistato ed io ci mettessimo a piangere a dirotto mentre mi raccontava alcuni episodi della sua vita. Oggi, ho conosciuto una coppia di coniugi eccezionali, che nella loro semplicità hanno compreso sul serio il valore e l'importanza di questa Ricerca. Sono grata a tutti coloro che vengono agli appuntamneti e restano per lasciarsi intervistare ma a queste due persone stamattina, avrei voluto ringraziarle perchè mi hanno fatto sentire utile, impegnata in qualcosa di davvero importante, perchè hanno voluto credere e sperare con me, con noi... Migliorare le politiche del lavoro, i servizi per l'impiego, sembra quasi un'utopia, ma se nessuno ci crede o ci prova, come potremmo un giorno affermare che è impossibile migliori qualcosa? Chi fa una ricerca nel campo della medicina, dicevo ai due signori stamattina, e lavora per cercare di trovare una soluzione per malattie difficilissime da sconfiggere, una cura contro il cancro, non possiede certo una bacchetta magica, non può sicuramente trovare una soluzione definitiva in un batter d'occhio, ma ha e crea la speranza che un giorno potrà riuscirci. In questo caso, si sta lavorando sodo per sconfiggere il cancro della disoccupazione a Napoli, ci si prova, si tenta, si chiede a queste persone di aiutare la Ricerca, di darci e darsi una speranza. Volevo ringraziarle queste due persone di stamattina, per avermi infuso fiducia, speranza, soprattutto perchè mi sta facendo molto male l'immagine di Napoli che ultimamente si sta diffondendo. Napoli è anche gente onesta, che ha voglia di vivere onestamente e con la testa alta, queste due persone ne erano al dimostrazione. Ogni tanto per ridurre la distanza tra me e loro, per metterli a proprio agio, (stamattina ho fatto un'intervista completamente in dialetto), gli racconto qualcosa della mia vita e lì mi rendo conto di quanto io abbia sudato per avere quello che ho, di quanta forza e coraggio ci siano volute per raggiungere dei traguardi che sembravano impossibili. Mi sono resa conto che se è vero che ci sono tante persone che non spendono nemmeno un terzo delle loro energie per trovare un lavoro, persone che non vogliono cambiare minimamente la situazione in cui sono, persone a cui piace avere un atteggiamento da vittima povera ed indifesa, ci sono purtroppo tante persone piene di buona volontà che davvero non sanno quanti e quali siano i mezzi ed i modi per cercare un lavoro al giorno d'oggi. Mi trovo così a spiegare che esistono le agenzie private per il lavoro, che il Centro Per l'Impiego deve essere vissuto, frequentato, che le persone che sono lì per aiutarci nel percorso di ricerca del lavoro devono essere "tuzzuliati" una, due, tre, quattro volte. Insomma, è vero che chi davvero vuole lavorare ed ha bisogno, un lavoro lo trova, ma è anche vero che tante di queste persone non riescono proprio ad uscire dall'illegalità, dal lavoro sommerso, perchè proprio non saprebbero in che modo farlo. Vorrei poter, tra qualche anno, vedere frutti di questa speranza, di quest'impresa folle. Vorrei poter vedere Napoli cambiare, i napoletani onesti farsi giustizia, la città rifiorire... Forse chiedo troppo, forse no, forse come diceva stamane il marito alla moglie:"Non devi essere pessimista, devi credere che andranno meglio le cose, che le cose si sistemino..." Inviato da: nau1981
 
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