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Il servizio pubblico e la propaganda di parte

Post n°117 pubblicato il 11 Novembre 2006 da orion971

Giovedì sera ho visto Anno zero, la trasmissione del biondo Santoro salita alla ribalta delle cronache più per "la gnocca senza testa" che per i suoi contenuti. Che palle questa storia...io non so se Rula Jebreal sia con o senza testa, ma quello che posso certificare è che è effettivamente un grandissimo pezzo di gnocca. Decisamente eccessiva tutta questa montatura, manco avessero detto "una racchia senza testa".
Tornando alla puntata di giovedì, a parte l'impareggiabile spacciatore nordafricano che raccontava di avere passato solo tre giorni in galera perché poi "grazie a Dio e grazie a Prodi c'è stato l'indulto", Santoro si è rivelato quello che è sempre stato. Un conduttore più che fazioso, beffardo, indisponente verso gli ospiti che non sono del suo colore politico e, soprattutto, grande manipolatore della realtà e propagandista professionale. Dopo la performance del Ministro Ferrero sulla politica "che non deve occuparsi del velo delle donne islamiche" (per la serie, si occupi dei problemi in attacco del Milan), si è parlato di come nascono le guerre di religione, mostrando prima un prete che faceva la predica su Marco D'Aviano e si macchiava del delitto di avere nel suo ufficio una  biografia di Erich Priebke ("ma come può? Sono morte 330 persone!", chiedeva lo zelante intervistatore), poi i ragazzotti di Forza Nuova con il Duce sulla maglietta che manifestavano contro la costruzione di una moschea e via dicendo. Il messaggio che ne usciva, a testimonianza che le cose che si studiano a scuola servono, era una singolare applicazione di quella che in algebra si chiama proprietà transitiva: l'associazione di chi non raggiunge l'orgasmo per l'invasione islamica e vuole preservare la nostra cultura con il Duce, Priebke, quindi il nazismo e magari anche l'Olocausto. Perfetto! E i musulmani, in tutto questo? Niente di niente, candididi e innocenti.
Come nel più tipico stile santoriano, si è cercato di mettere in ridicolo le posizioni non gradite: si è chiesto ad una manifestante se temeva l'islamizzazione dell'Italia, e alla risposta affermativa si è ribattuto "ma le sembra possibile, siamo 57 milioni!" (analizzare i flussi migratori crescenti, confrontare il tasso di natalità di questa gente con i nostri e sulla base di questi dati fare delle proiezioni è evidentemente da scemi......chi è quel buontempone che ha detto che la statistica è una scienza?). Successivamente, Santoro stesso ha ostacolato in tutti i modi l'intervento di un giovane prete in studio che parlava dell'identità italiana come una cornice all'interno della quale devono stare le diverse sfumature. Ecco, qui c'è una cosa che io non riesco a capire: perché l'identità è un diritto ed un valore da riconoscere, tutelare e promuovere quando si tratta degli immigrati, specie se islamici, e diventa una vergogna, un delitto, quando si parla della nostra? E' la stessa parola, dopotutto. C'è un passaggio che mi sfugge in questo processo di trasformazione di un vocabolo..
Le riflessioni che si possono trarre dai programmi di Santoro sono le seguenti:
- si può capire chi non paga il canone Rai.
- gli ordini professionali sono da abolire, visto che quello dei giornalisti non ha mai preso provvedimenti contro di lui
- Berlusconi avrà fatto tante cavolate, ma fra queste non rientra  quella di averlo cacciato a pedate nel sederino  

 
Rispondi al commento:
MagoGandalf2006
MagoGandalf2006 il 12/11/06 alle 23:36 via WEB
Michele Santoro conduce il suo talk-show televisivo da almeno una quindicina d'anni. Comincio' sulla Rai3 allora completamente appaltata al PCI; diretta da Angelo Guglielmi, al TG -detto TeleKabul per la sua obiettivita'- vi era Sandro Curzi, l'attuale consigliere RAI in quota Rifondazione. Gia' allora il canovaccio era pressappoco quello attuale: si picchiava duro e con ogni mezzo, sopra o sotto la cintura non aveva nessuna importanza, sul nemico politico. Sono cambiati i bersagli, (Forlani, Craxi, Lega, Berlusconi...), i titoli (Samarcanda, Moby Dick...), le reti dove si e' esibito (fra le quali Italia1 dove ce lo porto' Maurizio Costanzo) ma non lo schema, a cui e' rimasto sempre fedele: l'inviato (un tempo il compagno di merende Ruotolo), la scheda introduttiva (una ricostruzione diciamo lievemente di parte), il pubblico (il dodicesimo uomo), e gli ospiti (divisi anche fisicamente in amici e nemici) sono da sempre la scenografia delle sue trasmissioni. E' sulla sua utilita' elettorale, che il programma di Santoro lascia parecchio perplessi. Che sia utile a lui non c'e' dubbio: un contratto non gli e' mai mancato, la patente di martire della liberta' d'informazione gli e' valso un seggio a Strasburgo (buttalo via) senza contare la visibilita' che glien'e' sempre derivata. Ma la propaganda santoriana porta al centrosinistra voti presi all'elettorato di centrodestra? Se uno ha ancora voglia di vedere la sua sguaiata propaganda dovrebbe rafforzare l'idea che ha gia': un elettore di centrosinistra vedendo quale vomitevole cosa sia il centrodestra che Santoro gli presenta (un confuso miscuglio di Nazismo, razzismo, guerre imperialiste in ogni angolo del globo, fanatismo religioso, evasione fiscale, ignoranza, soppressione di ogni liberta' e dei piu' elementari diritti, sfruttamento del proletariato e chi piu' ne ha piu' ne metta), sara' piu' che mai convinto della scelta fatta. Mentre ad un elettore di centrodestra il minestrone di cui sopra dara' il voltastomaco e piu' che fargli cambiare voto, gli fara' cambiare canale ben convinto che se il centrosinistra e' quello rappresentato da Santoro piu' che tornare presto alle urne si tornera' prestissimo ai gulag. C'e' anche chi ritiene -e non sono pochi- che trasmissioni di questo tipo finiscano per avere sull'opinione pubblica un effetto contrario a quello voluto dal conduttore. Ad ogni buon conto la radicalizzazione puo' far comodo alle estreme dei 2 poli che guadagnano consensi a scapito del centro, ma al di la' delle partite di giro all'interno dei 2 elettorati Santoro non ha mai saputo andare. Per esempio nelle elezioni del 1992 con un opinione pubblica allora furibonda verso i partiti ed un Santoro che ancora poteva contare sull'effetto sorpresa e quindi molto piu' efficace rispetto ad oggi; il PDS non seppe andare oltre il 16%, con Bettino -nonostante le tonnellate di merda nel ventilatore che gli arrivavano da Michele- appena una lunghezza sotto. Spara a salve Santoro, da questo punto di vista e' inutile sia lui, sia la sua monocorde trasmissione, ormai ridotta ad essere la spenta parodia di se' stessa. Bentornato paladino della libera informazione, prima eravamo sotto al Burundi ora non stiamo piu' ne' in cielo ne' in terra.
 
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