Creato da lascuolaoggi il 17/05/2013

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"Mazzate" alla scuola paritaria

Post n°4 pubblicato il 17 Maggio 2013 da lascuolaoggi
 
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L’amica che ci scrive ha voluto condividere con noi ciò che accade molto spesso in una scuola primaria parificata della provincia di Napoli. Si tratta di una vera e propria faida fra padroni e relative consorterie di docenti: guelfi da un lato, ghibellini dall’altro e nel bel mezzo gli allievi, mentre i genitori parteggiano per il gruppo che consente loro di ottenere maggiori vantaggi economici. Il quadro non è roseo: pare che le forze dell’ordine siano spesso chiamate per interventi d’urgenza, per sedare la rissa fra conoscenti,colleghe e parenti che si accapigliano, nel senso letterale del termine. Non è raro, infatti, che, passando per una di quelle stradicciole che conducono alla bella Normanna, ci si possa imbattere in un comizio da giardino con tanto di insulti sparati a zero su docenti e dipendenti. La situazione ha dell’incredibile e sembrerebbe arduo farla rientrare, tanto che alcune docenti, disperate, hanno rinunciato al posto di lavoro (e di questi tempi...). A quanto pare, anche gli allievi sono pienamente a conoscenza delle liti continue, parteggiando, per come possono o "come dice mamma", per l’una o l’altra fazione. Purtroppo, è anche in questo modo che si rischia di perdere l’infanzia. Un’infanzia che tende a “scomparire”, perché non c’è più cura e accompagnamento nella vita,per dirla alla Postman, che non era proprio un cretino qualunque. I loro genitori, invece, continuano a inveire contro le docenti, contro i voti troppo simili perché “mio figlio è più bravo di quello là”, per la prima fila del saggio o il ruolo da protagonista, che la maestra, invidiosa, non ha destinato al pargolo di razza. I genitori minacciano denunce, ma ogni mattina le signore mamme sono a spettegolare nel cortile contro la malcapitata del momento, i proprietari, il vento, la pioggia e Uomini e Donne. Probabilmente, le scuole paritarie sotto tutte simili; forse in altre si ha la decenza di non ricorrere alla violenza esplicita, ma quella implicita, e più subdola, rimane. Forse ci sono cose anche più gravi, che passano in sondina, perché la società le ha legittimate e si considerano nella norma. E’ politicamente scorretto,oggi, difendere un diritto, è una bestemmia parlare di tutela del lavoro,e non solo perché il lavoro non c’è, ma soprattutto perché quei pochi che possono offrirne fanno della schiavitù, del possesso del lavoratore e del controllo sulla sua vita, la loro arma per arricchirsi ancora di più. Eppure, una qualsiasi scuola paritaria potrebbe avere ben altre eventuali rogne, più complicate dei litigi fra comare. Insomma, e se un docente, sfruttato, sottopagato, mobizzato, ricattato si svegliasse una bella mattina e facesse un salto dal primo avvocato giuslavorista per sporgere denuncia?. E se ne seguissero altri a sporgere denuncia?. Denuncia contro i cinquecento euro mensili (quando sei fortunato), mentre in busta paga puoi leggere a chiare lettere che lo stipendio è di milletrecentoquarantatre euro; contro la tredicesima che non c’è; il licenziamento a giugno; la mancata assunzione a tempo indeterminato dopo tre anni. Denuncia contro le otto massacranti ore lavorative, contro la mensa non insonorizzata ed il rischio di perdere l’udito (non è una diceria, è la ragione principe delle cause di lavoro); denuncia per l’obbligo di votare per chi vuole il tuo padrone che, quando arriva la tornata elettorale,va seggio per seggio a contare i voti. Denuncia perché  se sei malato, il capo ti ricopre di insulti, perché se tuo figlio sta male deve stare con la baby sitter, a cui dai praticamente tutto ciò che guadagni. Denuncia perché la tua collega ha accettato l’incarico nel profondo Nord, ha fatto carte false, e viene a nero a scuola, evadendo le tasse, che tu pagherai anche per lei, mentre il padrone venderà a qualche altra povera vittima della “scuola a punti” il famigerato punteggio. Denuncia perché se arriva l’ispezione finisce sempre a birra e taralli. Denuncia perché il lavoro non può ancora essere un ricatto così grande, non in tempi così tristi, tempi in cui non si ha nulla e non si arriva a fine mese. Però, se denunci, si diffonde la notizia e nelle scuole paritarie non troverai più lavoro. Qualcosa però si sta muovendo, qualcosa bolle in pentola, in giro ci sono solo volti irati.   

 

 
 
 
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