Io sono folle, folle, folle d'amore per te .
io gemo di tenerezza perchè sono folle, folle, folle
perchè ti ho perduto .
Stamane il mattino era cosi caldo
che a me dettava quasi confusione,
ma io era malata di tormento ero malata di tua perdizione.
A. Merini
AREA PERSONALE
"Sul mio letto durante
Lo cercai, ma non lo trovai.
Lasciami levare, ti prego,
nelle strade e nelle pubbliche piazze
lasciami cercare colui che
Lo cercai, ma non lo trovai.
Le guardie che facevano
'Avete visto colui che
Le avevo appena oltrepassate
L'afferrai, e non lo lasciavo andare,
finché l'ebbi introdotto
e nella stanza interna di colei che era stata incinta di me.
Vi ho posto sotto giuramento,
per le gazzelle o per le cerve del campo,
di non cercar di svegliare
finché esso non vi sia incline"
- Salomone
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Post n°153 pubblicato il 18 Aprile 2008 da laurabrowns
Preghiera di uno che si è perso, e dunque, a dirla tutta, preghiera per me. Signore Buon Dio, abbiate pazienza, sono di nuovo io. in pratica, si trova poi sempre il modo di cavarsela, voi mi capite, insomma, il problema non è questo. Il problema è questa strada, bella strada questa che corre e scorre e soccorre, ma non corre diritta, come potrebbe e nemmeno storta come saprebbe, no. Curiosamente si disfa. Dovendo riassumere, se ne va un po' di qua, un po' di là, presa da improvvisa libertà. Chissà. che è cosa da uomini, e non è cosa da Dio, di quando la strada che si ha davanti si disfa, si perde, si sgrana, si eclissa, non so se avete presente, ma è facile che non abbiate presente, è una cosa da uomini, in generale, perdersi. Non è roba da Voi. Bisogna che abbiate pazienza e mi lasciate spiegare. Faccenda di un attimo. Innanzitutto non dovete farvi fuorviare dal fatto che, tecnicamente parlando, non si può negarlo, questa strada che corre, scorre, soccorre, sotto le ruote di questa carrozza, effettivamente, volendo attenersi ai fatti, non si disfa affatto. non sta qui. Non è di questa strada, fatta di terra e polvere e sassi, che stiamo parlando. La strada in questione è un'altra. E corre non fuori, ma dentro. Qui dentro. Non so se avete presente: la mia strada. non siete estraneo al progetto di questa macchina che siamo, tutti quanti, ognuno a modo suo. Una strada dentro ce l'hanno tutti, cosa che facilita, per lo più, l'incombenza di questo viaggio nostro, e solo raramente, ce lo complica. Adesso è uno dei momenti che lo complica. Volendo riassumere, è quella strada, quella dentro, che si disfa, si è disfatta, benedetta, non c'è più. Succede, credetemi, succede. E non è una cosa piacevole. Io credo che quella vostra trovata del diluvio universale, sia stata in effetti una trovata geniale. Perché a voler trovare un castigo, mi chiedo cosa sia meglio che lasciare un povero cristo da solo in mezzo a quel mare. Neanche una spiaggia. Niente. Uno scoglio. Un relitto derelitto. Neanche quello. Non un segno per capire da che parte andare, per andarci a morire. ... So perfettamente qual è la domanda, è la risposta che mi manca. e nella mia mente diventa buio. Così questo buio io lo prendo e lo metto nelle vostre mani. E vi chiedo Signore Buon Dio di tenerlo con voi un'ora soltanto, tenervelo in mano quel tanto che basta per scioglierne il nero, per scioglierne il male che fa nella testa, quel buio nel cuore, quel nero, vorreste? Potreste anche solo chinarvi,guardarlo,sorriderne,aprirlo, rubargli una luce e lasciarlo cadere che tanto a trovarlo ci penso poi io, a vedere dov'è.Una cosa da nulla per voi, così grande per me. Mi ascoltate Signore Buon Dio?Non è chiedervi tanto,è solo una preghiera, che è un modo di scrivere il profumo dell'attesa. Scrivete voi dove volete il sentiero che ho perduto. Basta un segno, qualcosa, un graffio leggero sul vetro di questi occhi che guardano senza vedere, io lo vedrò. Scrivete sul mondo una sola parola scritta per me, la leggerò. Sfiorate un istante di questo silenzio, lo sentirò. Non abbiate paura, io non ne ho. E scivoli via questa preghiera con la forza delle parole, oltre la gabbia del mondo,fino a chissà dove. Amen. A. Baricco |
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Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
"Ulisse" U. Saba