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Canzoni longeve
Cambiano le mode, tempi, i mezzi a disposizione e (con essi) il modo di fare musica.
Ad esempio, l'uso dei microfoni ha dato il via a nuove tecniche di canto (musica leggera), analogamente gli amplificatori hanno portato alla ribalta strumenti come la chitarra (un tempo poco considerata per lo scarso volume di suono emesso), così come i sintetizzatori elettronici, hanno soppiantato molti strumenti.
Anche il nostro modo di vivere influenza il modo di fare musica, ed esempio il ritmo (80 battiti al minuto) delle ballate western ricorda il ritmo del passo del cavallo, i ritmi più complessi del reggae riportano alla mente i suoni più articolati della natura delle foreste tropicali.
Considerare, però, i generi di musica come cose totalmente differenti è un po’ come considerare una mucca nera come l’opposto di una mucca bianca. Le regole fondamentali della musica, infatti, sono rimaste invariate nel secoli, la scala è sempre pentatonica (divisa in 12 note, per intenderci, i 7 tasti bianchi e 5 neri del pianoforte).
Quello che cambia sostanzialmente, quindi ,sono gli arrangiamenti, la ritmica ed alcune modulazioni.
A conferma di tutto ciò vorrei parlarvi di alcune canzoni che, sia pur con vari riarrangiamenti sono sopravissute alle mode e ai tempi.
‘John Barleycorn (must die)’, uno splendido brano riproposto dai Traffic nel 1970 ed utilizzato da Gabriele Salvatores come colonna sonora nel film ‘Nirvana’ nel 1997 nasce, in realtà, come brano folk inglese attorno al 1400 e si contano innumerevoli riedizioni e rielaborazioni nel corso dei secoli.
‘Scarborugh Fair’, famosa la versione cantata da Simon & Garfunkel nel 1965, deriva, anch’essa dopo varie rivisitazioni, da una ballata scozzese del tardo 1600. Ancora oggi è un brano molto noto ed ascoltato.
‘The House of the Rising Sun’ è tratto da una ballata medioevale trasformata, nel tempo, in blues e portata alla ribalta dagli Animals nel 1964. Di questa canzone è interessante notare come la traduzione (perbenista) italiana scritta da Pallavicini e Mogol (‘La Casa del Sole’ catata da I Bisonti 1967) discosti interamente dal tema originale (in cui si parla di una casa chiusa) diventando una canzone che parla di amore.
Molto più fedele la traduzione di De Andrè nella sua versione della canzone ‘Geordie’, ballata britannica del 1500, anche se viene censurato (solito moralismo) il pezzo in cui la fanciulla offre i suoi tre figli (uno ancora in gestazione) in cambio della vita dell’amato. Di questa canzone segnalo una favolosa interpretazione di Joan Baez.
Anche se molto più giovane, è degna di nota per la sua evoluzione ‘Knock on Wood’ scritta da Eddie Floyd e Steve Cropper nel 1967, riproposta con successo da Otis Redding(1967), Wilson Picket, David Bowie(1974), Amii Stewart(1978) ed Eric Clapton(1985).
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