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Un blog creato da vocedimegaride il 09/11/2006

La voce di Megaride

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"ARGO" (dim.di LETARGO) il caporedattore de "LA VOCE DI MEGARIDE"/blog, coraggioso foglio indipendente, senza peli sulla lingua... ne' sullo stomaco!
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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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CARO PROFESSORE, TI SCRIVO...

di Marina Salvadore
Lettera a Salvatore Alagna

Avevo nemmeno sedici anni e mi facesti trangugiare un testo universitario di Economia Politica, il “Cosciani”. Adoravo solo l’arte e la letteratura italiana ma m’innamorai della tua scienza, caro professore Salvatore Alagna, al punto che ancora oggi, attempata ed abusata italiota, esercito con soddisfazione il mio spirito critico, decriptando informazione e controinformazione, sulla base del SAPERE che generosamente – risarcito dal solo stipendiuccio statale – emanasti, con scienza e coscienza, su noi ragazzi del celebre “DE NICOLA” di Napoli. Perché penso a te, di questi giorni? Perché ho il cervello in fusione nucleare e non so dove seppellire le scorie tossiche del pensiero… che come faville incendiarie guizzano da quel virtuale termocamino ch’è il televisore con tutti i suoi tiggì e “accademici” del Nuovo Ordine Mondiale. I nostrani professoroni esterofili di Yale, Cambridge e Columbia University, i nuovi profeti economisti della religione del dio DANARO: piccoli “vate”… quindi “vaterini” (little W.C., per intenderci) … in suffragio nostalgico del Vitello d’Oro celebrano con manovre e manovrine i fasti della confraternita del Bilderberg, assurti al soglio pontificio d’Italia per un volgarissimo colpo di Stato, sull’onda tsunamica che voracizza ed incamera  ladronescamente la Civiltà del Mediterraneo, culla del Diritto… ed oggi sua bara. Niente di più anti-economico, per la rigenerazione del nostro “Paese”, potevano studiarsi questi soloni incravattati (radice di “cravattari ) e mi sovviene di quanto mi insegnasti della Recessione e della funzione dei Lavori Pubblici, per rimettere in movimento – dal basso – l’economia e oliare l’arrugginito ingranaggio dei consumi quindi della produttività nazionale, sul rinnovato equilibrio della DOMANDA ed OFFERTA. Semplice,come bere un bicchier d’acqua o – usando lo stesso semplice bicchiere – per rifare la “ O “ di Giotto!... ma i “cravattari”, per depistare e confondere, si inventano esteri e nazionali ministeri “COMPLICAZIONI AFFARI SEMPLICI” e ci GOVERNANO col TERRORE, per schiavizzarci e toglierci di dosso pure le mutande; ci invitano, poi, al rito sacrificale della loro liturgia ecclesiale, proponendoci penitenze, cilicio e digiuno per purificarci, renderci aerei come angeli (o fantasmi?) e svolazzare in alto, tirando per le briglie dorate il nostro Paese rigenerato dalla remissione dei loro peccati. Ci ordinano di rimboccarci le maniche ma… come potremmo se – ripeto – non abbiamo più la “maglietta della salute” e ci han tolto pure le mutande… se ai nostri vecchiarelli  hanno strappato di bocca la dentiera e dalle braccia le stampelle, obbligandoli al microchip di una carta di credito per schedarli e votarli al suicidio per disperazione, così da eliminare i ratei pensionistici che in virtù di quiescente serenità avrebbero continuato a percepire per poche altre annualità? Equitalia, poi, che li ricatta, rifiutando - ai pochi fortunati destinatari di antichi contabilizzati rimborsi liquidati SOLO DI QUESTI TEMPI SOSPETTI – di incassare cash la somma, se supera di pochi centesimi l’importo di 1000 schifosissimi euri, costringendoli ad aprirsi un conto o un libretto… ed i geriatri vigliaccamente tacciono, tanto fanno tutti gli opinionisti e le soubrettes in tivvù… Sfiga vuole che, ora, si fabbrichino materassi di fogli di lattice o ad acqua… ed è impossibile a chiunque nascondere il proprio “tesoretto”, come ai bei tempi di quando eravamo più semplici e felici. Ricordi, professore, il tuo celebre grafico a “cappello di Napoleone” del Boom economico?... Ci spendesti ben tre lezioni … non esistono più cappelli, perché non esistono più teste; al massimo, qualche fortunato calza un profilattico a mo’ di berretto… e se qualche “testa di minchia”  dovesse avere un guizzo improvviso, la dittatura dell’onanismo, in questa Civiltà del Cretino, glielo renderebbe infruttuoso. Siamo condannati, come il pianeta Terra, alla sterilità. Del Sud tricolorato, poi, non ne parliamo… Da150 anni il debito pubblico dei FRATELLI D’ITALIA; quelli che – per dirla alla Alianello – conoscemmo solo attraverso il mirino di un fucile, lievita in progressione geometrica sulle spoglie del Gran Libro del Debito Pubblico, ai tempi del ministro Sella. *“  Nell'anno 1860, contrariamente ai "terroni", i nordisti del piccolo Piemonte avevano già allora una critica situazione finanziaria che fu anche illustrata senza falsi pudori in un servizio inviato alla rivista "La Civiltà Cattolica" dal suo corrispondente in Torino e pubblicato il 14 luglio di quell'anno (serie IV, vol. VII, pagg. 242-243). Testualmente :" In Piemonte si cambia spesso il Ministro delle Finanze ma il modo di amministrare è sempre lo stesso e non si giunge mai all'ultimo dì dell'anno senza un nuovo prestito. Amministrò coi prestiti il Conte di Cavour, Il Ministro Lanza, il Ministro Cibrario, ed oggi continua ad amministrare coi prestiti il Ministro Vegezzi, il quale ne propose alle camere uno di ben cencinquanta (centocinquanta)milioni. Nelle mie corrispondenze degli anni andati ebbi occasione di dipingere a' vostri lettori lo stato delle nostre finanze e il nostro progredire nei debiti dal 1848 al 1858. Ma quindi innanzi lascerò da parte questo decennio per occuparmi dell'altro che incomincia col 1859. Solo vi basti sapere che sono ottocento milioni di debito che noi abbiam fatto in questi primi dieci anni. Il 21 febbraio del 1859 abbiamo contratto un nuovo prestito di cinquanta milioni, svaniti. L'11 Ottobre dello stesso anno un nuovo prestito di cento milioni, svaporati. Il 25 gennaio del 1860 un terzo prestito di cinquanta milioni, e valli a cercare! Poi, un prestito modenese di otto milioni; poi un prestito parmigiano di sei milioni; poi un prestito italianissimo di cencinquanta milioni! Al 1° del 1859 il Piemonte pagava annualmente lire 33.500.000 per interessi del debito pubblico. Oggidì, secondo il bilancio del 1860 dee pagare ogni anno per interessi lire 73.290.000! Che ve ne pare? Sommate con queste cifre l'enorme somma di lire 170.000.000 che paghiamo per l'esercito, e ne ricaverete che queste due sole cifre eccedono quasi le nostre rendite.
Il nuovo prestito venne in discussione nella Camera dei Deputati il 27 di giugno e il presidente notò che nessun oratore erasi iscritto per parlar contro. Gli onorevoli concedettero concordemente ai Ministri i milioni domandati, anzi il deputato Sineo ebbe il coraggio di dire "Sarei disposto a votare non cento cinquanta milioni, ma un milione di milioni (Att.Uff. n°10, pag.418). Anche il deputato Mauro Macchi era disposto a votare milioni su milioni, avvertendo che poi lo Stato a furia d'imprestiti e d'imposte sarà condotto alla ineluttabile necessità o di assorbire gran parte delle proprietà private, o di gettare alle fiamme il libro del debito pubblico. "Ma in questo fatto, disse il Macchi, sarebbe posto il rimedio di molti mali che fanno sì dolorosa la nostra generazione". E queste aspirazioni al più tristo socialismo e comunismo vennero udite nella nostra Camera senza che nessuno si levasse a protestare in nome della proprietà e della giustizia. Anche il deputato Gregorio Sella manifestava la sua "volontà di gettare alle fiamme quel gran libro che si chiama il libro del debito pubblico" sebbene capisse che "bisognava rassegnarsi a conservarlo ancora per qualche tempo e forse lungo tempo". Ora lascio a voi giudicare questi legislatori che al momento di aprire un nuovo prestito dicono ai creditori: Badate noi abbiamo volontà di abbruciarli tardi o tosto i vostri crediti senza pagarli! E' un insieme di franchezza, d'impudenza e direi pure di semplicità che non trova riscontro in verun altro parlamento."… Grazie a quei "compagni di merende", quei dis-onorevoli "signori" menzionati dal cronista d'epoca nel documento proposto, noi italiani abbiamo ereditato quel galattico buco nero del Debito Pubblico. Incolmabile! Quel libro che intendevano bruciare è purtroppo ignifugo. Le sue pagine sono d'amianto! Ancora non si riesce a comprendere perché le "vergogne" nordiche, straniere (ricordiamoci che i Savoja erano "stranieri" alla nostra Patria sudica!) sono state e saranno sempre giudicate "contingenze"; mentre, le nostre istanze di giustizia storica, le verità vere invocate in questo secolo e mezzo sono state - e, lo sono ancora - criminalizzate, e definite biecamente "reazione
". Questo è lo stralcio di una tesina che orgogliosamente, da “travet” autodidatta nella DRE Lombardia, inoltrai alla DRE della Campania, qualche anno fa, in risposta alla tesi di una più blasonata collega sui temi dello Sviluppo in Campania … La mia tesina, in copertina, riportava la dedica a te… Non mi filarono proprio, manco di striscio… ed il confronto “intellettuale” morì sul nascere.  Ti sembra giusto, professore? In verità, i meridionali sono una razza vanesia ed individualista, facciamocene una ragione… però, la smettano di lamentarsi e di fare le vittime! L’ultima cosa che i “piemontesi” si sono portati a Torino è stato il glorioso BANCO DI NAPOLI, istituto d’interesse PUBBLICO! Per il resto, m’insegni, la realtà bancaria sul territorio della nostra colonia sùdica non è fine a se stessa: là, dove gli sportelli bancari sul territorio italico del centro-nord servono a finanziare gli investimenti… e, così, lo sviluppo… da noi sono solo slot-machines che invitano al gioco d’azzardo, finanziando SOLO I CONSUMI DEI PRODOTTI ESTERI E DEL NORD! Siamo la loro Fontana di Trevi, nella quale razzolare con gli scopettoni tonnellate annue di… monetine! I Fratelli d’Italia, però hanno commesso due grandi ingenuità, in principio ed in fine della tricolorata  oppressione: nel 1861, tra i libri proibiti non pensarono di bruciare gli innocenti “libri di cucina” , vere e proprie cronache del nostro costume e benessere sociale; oggi, del Banco di Napoli, per grazia ricevuta, ci hanno lasciato in proprietà il MUSEO del Banco, con tutta la documentazione possibile e immaginabile, sin dai tempi delle prime sottrazioni auree del biondo eroe Garibaldi, in favore di quel pappone di suo figlio… per non parlare dell’archivio che precede l’epopea dell’Unità e che è lo specchio del nostro invidiabile passato. Sì, professore mio, del tuo motto necrofilo "dalla culla alla bara" ne ho fatto dogma: ancora oggi le tue sole lezioni di Diritto ed Economia ricordo ed applico; soprattutto nei conflitti psichici con la mia "bocconiana" prole; quella bimba che, a pochi giorni dalla sua nascita, ti portai a conoscere e che "inaugurò" di liquido aureo auspicio il tuo divano nuovo... Ricordi?  La mia più grande conquista? Ebbene, lo ammetto, fu di diventare amica di quel cerbero inquisitore che incuteva sano terrore e che si rivolgeva a noi studenti dandoci del "LEI"... Il mio più grande amico, rivelato e svelato dai postumi democratici della "maturità" alfine conseguita con onore e difficoltà e certificati dalla pergamena di un diploma di scuola superiore... quando la scuola era una cosa seria e non esistevano gli immorali CEPU a pagamento! Professore Alagna, ho calzato, stamane, sulla mia vuota testolina un bel “Cappello di Napoleone” e ne vado fiera… ma qui nel Manicomio del Sud, dove impera la Legge Merlin ed alcuna legge Basaglia ha mai scardinato il portone, mi avvedo – ferita nell’orgoglio - che tutti i ricoverati si sentono Napoleone, come nelle innocenti barzellette che quelli della III D si raccontavano nei bagni del De Nicola... 

… comunque, nel pagliericcio del mio lettino contenitivo ho accuratamente nascosto il mio “tesoretto”: quel “Cosciani” che comprai di quarta mano in III D ed un tuo libro di poesie!

*  http://www.vocedimegaride.it/e-book/Indice.htm


 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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DEDICATO AGLI EMIGRANTI

 

NOMEN OMEN

E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

IL MEZZOGIORNO CHE DIFENDIAMO

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vuoi effettuare un tour virtuale e di grande suggestione tra le numerose bellezze paesaggistiche, artistiche ed architettoniche di quel Mezzogiorno sempre più obliato dalle cronache del presente?
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I consigli di bellezza
di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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