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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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Una Storia come tante… uno dei tanti misteri italiani

Post n°1005 pubblicato il 01 Aprile 2009 da vocedimegaride

di Bruno De Martino
Voglio raccontarvi una storia...
Poiché le origini degli italiani possono andare indietro nei secoli sino alla Fondazione di Roma e più indietro, non voglio annoiarvi a lungo, parto quindi dal 1748 con la persona di Giuseppe della famiglia De Martino di Montegiordano la quale diede personaggi di toga e militari, infeudata della città di Montegiordano (Calabria) e Raffaele capitano del  15° Reggimento Fanteria Linea “Messapia” il quale partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61; Nicola maggiore generale di stanza presso la cittadella di Messina e suo strenuo difensore, insieme al comandate Maresciallo Fergola, contro le truppe piemontesi che la strinsero d'assedio, capitolò con la guarnigione il 13 marzo 1861. Con un piccolo salto d’epoca arriviamo a Domenico, avvocato e Prefetto in BN e Raffaele, mio Nonno, avvocato e ViceQuestore poi a Napoli, morto a seguito d’incidente da tumulto politico nel
1922; lasciando giovane moglie e sei figli di cui Domenico poi avvocato, mio padre Luigi in Guardia di Finanza e Vittorio poi laureato in lettere e Filosofia e nel periodo bellico Ufficiale di leva nella Acqui, 33° artiglieria, in teatri di Grecia, Albania e per fortuna non di Cefalonia perché in convalescenza. Questo breve excursus, per poter chiarire da quale formazione proveniva mio zio Domenico, formazione che lo indirizzò a futura morte violenta. Orfano e “maschio di casa” prosegue gli studi e si laurea in legge per esercitare la professione d’avvocato prima a Napoli poi a Roma; sposa Ada De Paolis –famiglia di Notai- a 31 anni. Vive il periodo Fascista ai margini della politica, lo scoppio della guerra riduce la Sua attività di avvocato e quindi decide un arruolamento nella Polizia; nel contesto del governo Badoglio si ritrova Funzionario di Questura a Milano, ma nella RSI, perché l’Italia si è divisa in DUE. Quale funzionario dello Ufficio Politico segue tutti quei casi legati alle azioni partigiane che a causa di attentati producono morti e distruzioni. Poiché la natura di un uomo non può essere repressa, egli mantiene medesimi comportamenti umani e civili quali quelli mantenuti dal Padre, tipo quello tenuto a Cerignola allorché ospitava presso di se il sindacalista Di Vittorio invece di porlo ristretto in eventi festivi di stato, ma fermamente deciso, tipo in Sicilia, a supporto del Prefetto Mori nella lotta alla mafia. Questa formazione ricevuta dal Padre, certamente lo rese pericoloso sia per le Brigate GAP che per quei Fascisti di varie Bande che lo vedevano scomodo. Nel mese di agosto 1944 indagava sulle cause note ed occulte che portarono alla fucilazione 15 cittadini per mano Nazista comandati dal Capitano Saevecke, Otto Koch (banda Koch) e Walter Di Franco di criminalità innata il quale trovava espressioni di particolare ferocia che era accompagnata dalla viltà viscida propria del ladro e del ricattatore. Circa l’attività del Koch nulla di preciso è stato possibile accertare. Il Koch, dopo la liberazione del Nord, sembra sia riuscito a sfuggire alla cattura e che abbia avuta la possibilità di consegnarsi alla Polizia Militare Alleata per essere internato quale cittadino tedesco. (cart. 1, vol. 15, Oggetto: Koch Otto Rinaldo, accertamenti, 15 giugno 1945 (Koch cart.lla 1 e 2). Esistono molte relazioni e scritti sui fatti e personaggi di quel periodo al Nord Italia, scritti postumi sia di scrittori vicini a partigiani che vicini a Fascisti; sia gli uni che gli altri denunciano omicidi efferati; i primi di partigiani uccisi da fascisti, i secondi di ex Fascisti e non (anche i cosiddetti BIANCHI = partigiani laici, possidenti terrieri) decimati a centinaia dai ROSSI nel TRIANGOLO ROSSO (Bassa padana – Bologna - Ferrara); fatti del genere avvenivano anche nel periodo 1944 a Milano e su quei fatti indagava il vicequestore Domenico De Martino. Di quel periodo furono bruciati, a Milano, tutti i documenti di Questura, quindi non è possibile definire chi armò la mano del 3° GAP (Giovanni Pesce, Norina Brambilla e due sicari), forse Brigata partigiana o come è ipotizzabile da Fascisti vicini al Capitano Saevecke (SS) e a Koch Otto Rinaldo (banda Koch), i quali dettero una polpetta avvelenata alla Brigata Partigiana perché l’omicidio del vicequestore Domenico De Martino annullasse tutte le indagini in corso sullo strano attentato al camion Tedesco (senza, sembra, vittime) che portò alla fucilazione di 15 cittadini Milanesi. Dichiara nel suo libro “la Guerra dei GAP” Giovanni Pesce, al capitolo 10 “come fu da Lui ucciso l’avvocato De Martino, con l’ausilio di “Sandra” (Norina Brambilla) e di due sicari; ucciso perché Agente della Polizia Segreta OVRA. Circa le Vittime di p.zza Loreto del 10 agosto 1944, Con l’omicidio del vicequestore Domenico De Martino si arrivò ad un rimpasto delle dirigenze di Questura, il 16 settembre il Reparto riceve istruzioni da Bettini; nel documento è annunciata la costituzione di un Ufficio «Coordinamento atti Polizia Politica», diretto dal vice questore, Ghisleni, e presso il quale saranno distaccati permanentemente un funzionario dell’Ufficio Politico della Questura, un funzionario della 2a divisione di polizia giudiziaria, e infine un funzionario del Reparto di Koch. Quindi un uomo di Koch, e nessuno della Muti o della Resega (!). Cart. 1, vol. 1, Questura di Milano, Oggetto: Coordinazione attività polizia politica. - Lo sfratto - Il Reparto Speciale di Polizia (dott. Koch) ed il Centro Informativo Politico (dott. Finizio) attualmente aventi sede in Milano, sono organi di Polizia a carattere nazionale, dipendenti direttamente dal Capo della Polizia. La sede centrale dei loro reparti, dovrà essere immediatamente trasferita in altra località fuori della Provincia di Milano entro il più breve termine possibile e comunque non oltre il 10 ottobre. Le operazioni di polizia che il reparto ed il Centro (…) dovessero eventualmente svolgere nella provincia di Milano a mezzo dei propri elementi s’intendono totalmente sottoposte al preventivo consenso direttivo e controllo del Capo della Provincia e del Questore alle cui dirette ed esclusive dipendenze passeranno altresì gli organi provinciali che il reparto ed il Centro in parola dovessero costituire in Milano. I beni mobili e immobili dei suddetti reparti di polizia saranno presi in consegna dalla Questura di Milano.  (…) Il Questore prenderà immediati contatti con i dirigenti del Reparto Speciale di Polizia, e del Centro Informativo Politico al fine di: definire immediatamente e comunque non oltre il giorno 5 ottobre p.v. tutte le pratiche connesse alle operazioni di polizia già svolte e in corso di svolgi mento da parte degli organi suddetti. A tal fine i dirigenti degli organi in questione disporranno perché tutti gli incartamenti relativi siano passati al Questore e perché a sua disposizione siano posti tutti gli arrestati e fermati. Cart. 1, vol. 1, Servizi di polizia Provincia di Milano, Il prefetto M. Bassi, 25 settembre 1944. Da queste decisioni si evince che si tentò di porre rimedio, come possibile negli organi di Questura; ma i tempi incalzavano e presto si giungerà al fatidico omicidio Mussolini e Claretta Petacci a Dongo e successiva messa in sospensione in piazza Loreto delle Loro salme turpemente violentate.
Sul Corriere della Sera, stranamente è riportata la notizia dell’omicidio e il funerale di mio Zio, con uno stringato articolo di fondo pagina, per limitarne l’eclatanza, dopo due giorni. Dopo 65 anni, dopo mie approfondite ricerche presso gli archivi di stato, nulla risulta di mio zio;solo un <"Bollettino delle azioni partigiane" a cura del Corpo volontari della libertà, n. 9, 15 settembre 1944, pag. 14: "30/8: A Milano il Distaccamento "Capettini" compie una brillante azione contro l'Avvocato De Martino, anima nera dell'OVRA, che si distingueva per il suo zelo. Benché egli avesse sempre al suo seguito una squadra di poliziotti, il piombo dei patrioti lo ha raggiunto e giustiziato proprio nei pressi della sua casa, dove più forte era la sorveglianza, in pieno giorno e in una località dove risiedono comandi tedeschi e fascisti">, notizia rintracciata grazie alla disponibilità del prof. Luigi Borgomaneri , storico del periodo della Fondazione ISEC e del Presidente ing. Arturo Conti della Fondazione Caduti RSI .La Vedova zia Ada De Paolis De Martino, mai percepì pensione, visse facendo anticamera presso quei Ministri di questa Repubblica che forse anche grazie a Lui potettero dire VIVA la REPEBBLICA e si dimenticarono di un loro sacrosanto dovere, rendere giustizia o almeno alleviare la vedovanza di una giovane Donna sola . Resta solo concludere che :LA STORIA È DI TUTTI La storia è di tutti; le comunità hanno diritto ad una propria storia, nella quale tutti possano riconoscersi, collocarsi e dare un senso al proprio passato. La storia è di tutti… perché non sia più uno strumento di divisione e di distinzione ma di unione, comunicazione e comprensione vicendevole fra uomini e donne di cultura e di provenienza diverse.La storia è di tutti perché è un bene pubblico, che va salvaguardato dalla strumentalizzazione e dalla riscrittura a fini di potere. Poiché LA STORIA È DI TUTTI, oggi, con l’ausilio di internet, io…  nipote di Domenico De Martino,avendo giurato a mio padre di rintracciare l’omicida e complici, affido alla rete la speranza di fare luce;  posso dire che il Supremo ha fatto già giustizia poiché nel 2007 Giovanni Pesce morì di morte naturale .Resta solo l’ultimo atto, per il solo motivo di poterlo ricordare come GIUSTO di questa terra .A tale scopo ho perorato quanto sopra presso il Comune di Milano , il Ministero della Difesa e Ministero degli Interni tramite la Questura di Milano .OCCORRERA’ seguire e sollecitare molto perché  gli si riguadagni  Dignità..

 
 
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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DEDICATO AGLI EMIGRANTI

 

NOMEN OMEN

E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

IL MEZZOGIORNO CHE DIFENDIAMO

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vuoi effettuare un tour virtuale e di grande suggestione tra le numerose bellezze paesaggistiche, artistiche ed architettoniche di quel Mezzogiorno sempre più obliato dalle cronache del presente?
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I consigli di bellezza
di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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