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Caro Capodanno questa volta Megaride è dubbiosa

Post n°209 pubblicato il 15 Marzo 2007 da vocedimegaride
 

Mercato di Antignano: “ Sì alla chiusura “

denuncia-appello di Gennaro Capodanno pres. comitato valori collinari
intervento di Marina Salvadore

immagineIl mercato di Antignano, retaggio di tempi arcaici quando il Vomero era considerato il “quartiere dei broccoli” e ad in quella zona, tra poche casupole e tanta campagna, vi era la stazione del dazio, è fuori dal tempo oltre che emblema di  degrado ed illegalità. Oggi il Vomero è un quartiere residenziale con una densità di quasi 30mila abitanti a chilometro quadrato e circa duemila esercizi commerciali a posto fisso. Questo mercato non ha alcuna ragione di esistere, anzi è pericoloso perché la maggior parte dei prodotti venduti, alimentari, vanno ad imbandire quotidianamente le tavole dei napoletani, dopo essere rimasti esposti, per ore se non per giorni, agli agenti inquinanti che non da oggi appestano il quartiere collinare. Da quando ero presidente della Circoscrizione, negli anni ’80, portò avanti questa battaglia di civiltà per restituire un’area, costituita essenzialmente da strade che collegano piazza degli Artisti con la zona del polisportivo Collana, alla loro funzione originaria di arterie destinate alla viabilità, delle quali il quartiere ha urgente bisogno per decongestionare il traffico. Quelle strade non hanno peraltro nessuno dei requisiti richiesti dalle norme per diventare aree mercatali. Difatti, a parte l’esposizione delle merci sulla pubblica via, vietata anche da diverse ordinanze sindacali, l’ultima delle quali, la n. 1342 firmata il 10 agosto dell’anno scorso, che, non consentendo espressamente la commercializzazione di prodotti alimentari, nocivi per la salute, prevede il sequestro e la distruzione di alimenti posti in tali condizioni, mancano i servizi igienici, le bocche d’acqua per la pulizia ed i contenitori a scomparsa per la raccolta dei rifiuti solidi. In altre parole si opera in condizioni igienico-sanitarie di estremo degrado e pericolose per la pubblica salute. A riprova il dato che le numerose famiglie residenti della zona devono convivere da lustri con strutture arrugginite e precarie, lasciate perennemente per le strade interessate, molte delle quali a fianco di esercizi a posto fisso, che preferiscono utilizzare la pubblica via piuttosto che i locali commerciali retrostanti, devono districarsi tra montagne di rifiuti organici maleodoranti che peraltro costituiscono il tabulo della fauna cresciuta a dismisura in zona, formata essenzialmente da blatte e roditori. Un bubbone da eliminare dopo anni ed anni di battaglie che in passato hanno visto già l’intervento della Magistratura penale. Battaglie che si scontrano evidentemente contro i cosiddetti poteri forti che, presumibilmente, si annidano anche nelle istituzioni e che, in qualche caso, vengono sostenuti anche da campagne medianiche, tese ad enfatizzare la presunta volontà dei vomeresi a mantenere una bruttura che rappresenta, per come si manifesta, solo l’esistenza di una zona della città dove le leggi dello Stato non vengono rispettate e dove si mette a rischio la salute dei cittadini. Mi auguro che l’iniziativa della Procura della Repubblica partenopea vada avanti, e che l’area di Antignano, venga liberata al più presto, eliminando definitivamente questo assurdo ed anacronistico mercato anche al fine di poter porre mano ad un serio progetto di riqualificazione urbanistica nel rispetto dei valori storici dell’antico quartiere collinare della Città.
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           Una risposta umile e forse incompetente dalla redazione:

Carissimo Gennaro Capodanno,
condivido molte delle tue civili battaglie, avendo ben chiara l’attuale mortificazione urbanistica, sociologica ed umanistica della mia adorata città ma, per favore, il mercato di Antignano lasciamelo stare! Non è cancellando con la gomma-pane un’antica – e non come dici tu, “anacronistica” – vestigia popolare che Napoli si rifà la faccia. Di chirurgia plastica, fatta di anonimi volti inespressivi e dalla pelle tirata a lucido come il popò di pesca di un bimbo, collocati su corpi sfasciati e vecchi, n’è già piena l’umanità che ci circonda. Le rughe danno espressività, scrivono sul volto – anche del quartiere di una città – capitoli di storia e di tradizioni, di belle usanze… e profumano, come nel caso del mercatino di Antignano, della via delle spezie e dei colori che noi napoletani-vomeresi emigrati al Nord veniamo, a Natale e d’estate, a respirare come fosse droga, per ritrovare noi stessi, la nostra serena infanzia. Non puoi capirlo, tu che hai avuto la fortuna di continuare a risiedere al Vomero quotidianamente e che, forse stressato dall’anarchia municipale, vorresti importare regolamenti da condominio milanese laddove non esiste la cultura stessa della disciplina. Prova a chiedere agli indigeni di cancellare il folkloristico mercato di Porta Capuana o della Pignasecca, ben più – come tu dici – “pericolosi per la salute pubblica” oppure, ai siciliani, di chiudere la Vuccirìa e Ballarò… Sarebbe come chiudere un libro di storia e buttarlo nella mondezza, quale cosa inutile. Il mercato di Antignano andrebbe regolato da interventi costanti dell’Annona, della ASL, della Nettezza Urbana, com’è d’uopo, quotidianamente, nelle municipalità del nord che pullulano di ridenti e pittoreschi mercati rionali che da circa trent’anni frequento. Sono queste, le istituzioni, che devono garantire gli ambulanti ed i cittadini! I supermercati, gli ipermercati, i discount mettono tristezza e…le loro mercanzie sono asettiche e prive di colore, di profumo, di storia. Sono nata e sono stata pasciuta, fino ad  età adulta, con le primizie e le specialità di stagione degli ortolani, dei pescivendoli, dei panettieri, dei macellai, dei pollivendoli, degli acquaioli del mercato di Antignano, senza mai prendere neppure un raffreddore allergico, una tenia, il tifo: li conosco per nome, quegli ambulanti cresciuti appresso a me; mi riconoscono, ogni volta che torno, nostalgica, alla mia “via delle spezie”. Non puoi togliermi anche questi momenti meravigliosi di “amarcord” , dopo che ho perso patria, casa e cittadinanza! Io non so immaginarmi una Antignano senza il mercato, ridotto a deviazione di corsia di tangenziale. Preferirei che fosse, invece, come meriterebbe, un’isola pedonale, questo sì! Antignano è antichissima, come San Gennaro che passò proprio da via Case Puntellate, per qui, al “conte dell’Acerra, ora propriamente detta via San Gennaro ad Antignano… ed io amo immaginare San Gennaro salutato al suo passaggio dagli ambulanti di allora, con le ceste cariche di pani, di broccoli, uova, pesci e mummare d’acqua ferrata e vino dei campi flegrei. Le loro antiche voci si mescolano alle voci degli ambulanti del presente; sono le stesse! Un’osteria al Vomero, in via Luca Giordano,si affaccia con il suo giardino proprio in pieno mercatino d’Antignano: si chiama “Il Giardino del Pontano” e, da anni, il suo biglietto da visita alberga nel mio nostalgico portafogli napoletano. Il cartoncino così recita: “Nel 1501 Giovanni Pontano scrisse un poemetto intitolato De hortis Hesperidum, sive de cultu citriorum (Sul giardino delle Esperidi, ovvero sulla coltivazione degli agrumi), nel quale parla di tre specie di agrumi: l’arancio amaro (citrus aurantium), il limone (citrus limon) e il cedro (citrus medica). Pontano si era ispirato al mito delle Esperidi, figlie di Atlante e custodi di un leggendario giardino, dove cresceva l’albero delle mele d’oro.”
Inutile ricordarti che fu proprio il giardinetto della sua residenza napoletana di Antignano ad ispirarlo… e che anche lui avrà aperto gli occhi in ogni nuovo giorno alle voci degli ambulanti sotto le sue finestre affacciate sulla mia antica via delle spezie!

marina salvadore

 

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/03/07 alle 18:39 via WEB
Ma stiamo dando i numeri? Perchè non vietate il traffico? quello è sporco e inquinante e fa venire il cancro ai polmoni! I generi alimentari, le persone civili, dopo averli scelti e comprati di norma li lavano e li cuociono. Il comune deve occuparsi dello smaltimento dei rifiuti! Mo' vuoi vedere che i torzi di scarola di antignano hanno creato l'emergenza rifiuti???? Jàteve cocca'! Giuseppe
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/03/07 alle 18:47 via WEB
Di blatte, scarrafoni e zoccole è piena pure Parigi, Londra, Milano, Roma. I lavori fognari spettano alla municipalità e non ai commercianti. Vorrei vedere, lei, signor Capodanno, dalla mattina alla sera in piedi, ogni giorno, alla pioggia e al sole, a vendere al minuto per raccattare due euro per campare una famiglia!Carmen Di Biase -
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/03/07 alle 20:05 via WEB
ci vogliono le regole e il rispetto delle regole. La municipalità pretenda e incameri la relativa tassa per l'occupazione del suolo pubblico, la tosap e la tarsu ma assicuri agli ambulanti i servizi essenziali pre-pagati.Non è da sottovalutare, per i cittadini, la convenienza dell'acquisto di prodotti a prezzi più accessibili, quali quelli praticati nei mercatini rionali.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/03/07 alle 00:18 via WEB
Cara Marina, ciascuno di noi in cuor suo vorrebbe conservare vivi gli affetti ed i siti dell'infanzia, ma purtroppo ciò non è possibile.Come affermava il grande filosofo greco Eraclide "panta rei". Arriva il momento nel quale bisogna adeguare le situazioni alla storia. Il Vomero, descritto dal Celano, come il quartiere dove nei giorni festivi si recava la gioventù napoletana per fare una gara che vedeva vincitore colui che tracciava il solco più lungo e diritto, oggi, a distanza di quattro secoli, è un agglomrato informe di case e di negozi, di verde ne è rimasto ben poco e anche quel poco è scempiato quotidianamente, come è accaduto di recente ad un ultimo fazzoletto dell'antica dimora denominata villa Doria, cementificato per far sorgere l'ennesimo parcheggio privato.Questa è la realtà con la quale ci dobbiamo misurare. Afflitto, è lo confermato i dati diffusi anche oggi, dall'omai endemico problema dell'inquinamento dell'aria, con valori di agenti inquinanti superiori ai massimi fissati dalla norma. Anche i bambini sanno che la "pelle" della frutta e degli ortaggi e porosa e che assorbe avidamente la miscela velenosa di gas di scarico e di polveri di cui oggi è costituita essenzialmente l'aria vomerese. Consentire che questi alimenti, esposti 24 ore su 24 ai prodotti di combustione incompleta degli idrocarburi, continuino ad essere imbanditi sulle tavole dei vomeresi significa contribuire ad attentare alla loro salute. Se la Magistratura inquirente ritiene, dopo aver fatto eseguire i necessari controlli dagli uffici competenti, che la situazione di degrado igienico-ambientale esista, dobbiamo rispettare anche l'eventuale decisione, che a giorni potrebbe essere presa, di porre sotto sequestro questo mercato e, poi, di consentirne il trasferimento in un'area al coperto, nei nuovi locali in via dell'Erba, ad esempio, appositamente realizzati dall'amministrazione comunale. Sparirà un pezzo di storia del Vomero, come sono sparite le vecchie vetture della funicolare Centrale o i tanti esercizi commerciali di tradizione, Coppola, Lama, Aruta, Daniele, Stanzione, Marino e tanti altri, che costellavano le strade del quartiere collinare. E' il prezzo che si paga alla modernità, ma anche alla dissenata politica degli Enti locali, incapaci di programmare e di pianificare. E per queste ragioni che, a malincuore, con le immagini del ragazzo, quale sono stato, nato e cresciuto in via Luca Giordano, devo insistere: " Sì alla chiusura del mercato di Antignano ". Con l'affetto di sempre. Gennaro Capodanno
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/03/07 alle 09:17 via WEB
La "soluzione finale" attira sempre: sotto ogni latitudine! Il mercato rionale è un luogo di aggregazione dove la popolazione ritrova le proprie radici...Gennaro: non farti carico di problemi che tali sono solo per chi vuole cancellare ancora quel poco di buono che rimane! con affetto. antimo ceparano
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Gennaro Capodanno il 06/01/11 alle 17:47 via WEB
Negli anni scorsi un censimento effettuato dagli uffici ci competenti diede i seguenti risultati: degli oltre 40 ambulanti censiti ad Antignano, nessun aveva i requisiti di legge, mancando anche il pagamento della tassa per l'occupazione del suolo. Non avevano ovviamente il registratore fiscale. Occupavano una puvbblica via e non uno spazio idoneamente attrezzato, trattandosi tra l'altro di prodotti alimentari esposti sulla pubblica via. Quanto alla merce la provenienza rimaneva molto dubbia, visto le modalità d'acquisto presso i mercati ll'ingrosso. Tra i censiti alcuni avevano precedenti penali. In cinque secoli di storia molte cose sono cambiate ed oggi alcune malattie epidemiche sono scomparse grazie anche alle normative che disciplinano la vendita dei prodotti alimentari. Ma evidentemente non tutti se ne sono accorti e qualche nostalgico preferirebbe il medio evo ai tempi moderni.
 
   
vocedimegaride
vocedimegaride il 06/01/11 alle 17:59 via WEB
..una replica un po' tardiva, stando alle date dei post originali.... ma... meglio tardi che mai... anche se più pressanti emergenze riducono NAPOLI ai minimi termini. la redazione
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/03/07 alle 09:48 via WEB
Egregio dott. Capodanno, risiedo al quartiere Arenella e frequento il mercatino di Antignano. Perlomeno in orario di mercato mi risulta che lungo il percorso occupato dagli ambulanti non vi sia traffico automobilistico. Le auto passano infatti in via Recco in direzione piazza degli Artisti, per cui la zona del mercatino è un'isola pedonale. Del resto, trattasi di due viuzze anguste e di uno slargo che sarebbe impossibile percorrere in auto anche in assenza di banchi di vendita. Se poi la necessità degli amministrativi è quella di fare di Antignano un'altra piccola Bagnoli Futura, magari per rivalutare i bassi e le casette pittoresche d'epoca, per altro tipo di affari, allora è inutile trovare tante scuse. Tutta napoli è appestata dallo smog ed è piena, specie nella lunga e bella stagione di banchi per l'esposizione e vendita di generi alimentari e, addirittura, di tavoli e sedie per la consumazione di prodotti pasticcieri e pizzaioli. Ci sono molte altre porcherie che andrebbero abolite, come le numerosissime ed inopportune quanto strambe e costosissime opere d' "ARTE" moderne disseminate in tutta la città! Bruno De Cesare
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 17/03/07 alle 13:32 via WEB
Siamo o non siamo in democrazia? Allora perchè la municipalità non propone ai residenti un referendum, invece di gestire in maniera dittatoriale i propri esclusivi interessi? Claudia
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/03/07 alle 18:32 via WEB
siamo in democrazia? sorbole! da quando? non me n'ero accorto! ero intento a combattere un mulino a vento. scusate! don CHI?SCIOTTE.
 
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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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