La voce di Megaride

Aggiornamenti sul caso Faurisson. www.mastermatteimedioriente.it 16 maggio 0re 12,30 ON. COLOMBO, L'ASPETTO A TERAMO IL 18 MAGGIO PROSSIMO. SE FAURISSON RIFIUTA, VUOL DIRE CHE E' LUI AD AVER PAURA. SE INVECE LEI RIFIUTA, VUOL DIRE CHE HA SOLO BLUFFATO. (C.M.) On. Furio Colombo, per iniziare - sentito quanto da lei sostenuto in Parlamento: "Il senatore Furio Colombo (Ulivo) ha stigmatizzato che nell'ambito di un'iniziativa dell'Università di Teramo sia previsto l'intervento, in assenza di contraddittorio, di Robert Faurisson, sostenitore delle tesi negazioniste della Shoah" - la invito immediatamente a Teramo, o lei o qualcuno di cui lei ha fiducia. Venerdì 18, ore 15,30, Facoltà di Scienze Politiche a Teramo. Ma le ricordo che analogo invito ho rivolto a diverse personalità e studiosi a lei vicini, che tutti hanno rifiutato: non solo la Valentina Pisanty - che mente spudoratamente nel suo articolo di ieri su L'Unità : è stata invitata da me a Teramo, e si è rifiutata, come hanno potuto vedere tutti i partecipanti al convegno la storia imbavagliata del master con la mia email proiettata sul megaschermo dell'aula tesi dell'Università, nella quale le proponevo 5 o 6 date diverse - ma anche a ottobre, il collega Sarfatti, gentilissimo e cordiale, e poi Marcello Pezzetti del Centro di Documentazione ebraica, per non parlare del presidente dell'UCEI Gattegna. Tutta documentazione o pubblicata in questo sito o comunque a sua disposizione nel caso non mi credesse. Ma veramente non lo sapeva? Strano, comunque ecco subito sciolto il malinteso: venga e le sue tesi le o le sue controdeduzioni verranno ascoltate con altrettanta attenzione che quelle del prof. Faurisson. Se lei, o qualcuno dei suoi, non dovesse venire, vorrebbe dire che lei - come la Pisanty fin da ora - ha bluffato per fuorviare l'uditorio e la stampa. Se è Faurisson a rifiutare, vorrebbe dire che è lui ad aver paura e dunque le sue tesi sono poco credibili. Ovviamente tutto questo richiede due condizioni: la prima, è che anche Faurisson sia presente, e non venga impedito di parlare nel mio corso; la seconda è che le due conferenze si svolgano in successione nel più assoluto rispetto fra e dei due oratori, vale a dire che nessuno in sostanza li interrompa né per applaudirli né per contestarli. Come lei immaginerà l'argomento è molto importante, e suscita forti passioni: questo vuol dire che come docente titolare di cattedra non permetterò a nessuno di entrare in aula se non mi firmerà in assoluta buona fede una dichiarazione in cui si impegna a rispettare la regola del silenzio fino alla fine delle due relazioni, e che espellerò dall'aula chiunque violi questo patto. L'iniziativa deve essere meramente didattica, e non una manifestazione di campi contrapposti. In attesa di un suo cortese riscontro, prof. Claudio Moffa

www.mastermatteimedioriente.it L’informazione dimezzata, i negazionisti dei fatti all’opera: pare che sulla vicenda Faurisson – una lezione universitaria trasformata in un “caso” soprattutto da L’Unità – circoli in Italia un solo appello, quello di Mantelli e Gattegna di “quasi 400 firme”. Dell’altro, 329 firme, nessuna notizia, oppure negli ultimi giorni, la sua minimizzazione e deformazione reiterata, quasi fosse un appello privo di adesioni di docenti universitari (ma ce ne sono una cinquantina, soprattutto giuristi ma anche storici), firmato solo da persone di destra (ma ci sono anche iscritti a partiti di sinistra e intellettuali di sinistra), e anzi solo da Moffa più uno o due nomi di cui lo stesso si “fregierebbe”. Chi si distingue di più in quest’azione di disinformazione delittuosa è Massimo Franchi de L’Unità, che ieri anziché riequilibrare le sue cronache dei giorni precedenti, omissive al punto da essere false, anziché pubblicare il duro comunicato di denuncia della campagna di calunnie contro Franco Cardini (e Claudio Moffa) dell’Associazione culturale Identità Europea,scrive un corsivetto in cui sputa veleno e falsità a ripetizione: di queste – al di là degli aggettivi gratuiti sulle provocazioni o sull’odio “per Israele” (mi permetterà il Franchi di non gradire i bombardamenti a tappeto di Israele in Libano, uranio compreso: anzi, perché no, di fortinianamente odiare questo crimine contro l’umanità compiuto dallo Stato che ha violato più risoluzioni dell’ONU di qualsiasi altro paese e che non accetta il saggio consiglio della comunità internazionale tutta di ritirarsi finalmente nei confini del 67), o di anonimi colleghi che gli avrebbero comunicato la loro “verità”, etc - è quella che Moffa “è stato accusato dal ‘defunto professor Mazzonis’ “di essersi accaparrato fondi europei illegittimi”, e avrebbe una “decine di cause in diffamazione” in corso. Falsità totale nell’una e nell’altra affermazione: è il defunto professor Mazzonis che querelò a suo tempo Moffa per diffamazione perché accusato di aver falsificato un verbale, e il processo si è concluso con una sentenza che ha dato piena ragione a Moffa, che né ha voluto la polemica per gusto di polemica, né si è mai accaparrato di nulla (al contrario, sia il giudice del Lavoro che il Tar hanno riconosciuto che Moffa è creditore di un mancato pagamento per il lavoro da lui svolto), né ha diffamato alcuno: 1) “Moffa, tuttavia, non è arrivato a tanto per capriccio per pura ostilità e, quindi, in maniera del tutto gratuita ed immotivata. Infatti, la situazione di “mobbing" lamentata dallo stesso e provocata dal comportamento del Mazzonis, è risultata ampiamente provata” (questo a proposito del “viver di polemiche”). 2) “ ‘diffidato’ dal Moffa, con lettera del 14.03.2001, pur di legittimare la propria condotta, è arrivato, con la complicità del Melasecchi, a falsificare il verbale del 23.03.2000”. Quanto a cause di diffamazione Moffa ce ne ha in verità solo una: quella contro Massimo Franchi,un velenoso imbrogliafatti che di nuovo, nella sua ultima performance, viola l’abc della deontologia professionale del buon giornalista: quello di scrivere dopo aver consultato tutte le parti citate nei suoi articoli.