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Cristo si è fermato a Porto Cervo

Post n°435 pubblicato il 29 Agosto 2007 da vocedimegaride
 

di Marina Salvadore 

Eboli andava benone per descrivere tutto il degrado del Sud, utile alla stantia Questione Meridionale accampata furbescamente per la risoluzione politica ed economica della Questione Italiana dopo il risorgimento del nord…ma le rocciose sponde rosa della selvaggia Sardegna parrebbero, da sempre, appartenere ad una virtuale legione straniera, aliena all’Italia… eppure, il piccolo regno di Sardegna fu l’attore protagonista dell’Unità d’Italia, per via di quel suo re sabaudo che non mise mai piede ne’ suoi territori isolani, convinto che la Sardegna fosse solo ”un’aspra pietraia”…. Eppure, il Savoia fu re di Sardegna eppoi d’Italia e l’unico mito rapportabile alla dinastia sabauda incombente sul regno di Sardegna è legato alle vessazioni del Savoja, connesse - in “spirito” fine a se stesso- al mito della celebre grappa “filu ‘e ferro”, a testimonianza di una sudditanza reazionaria e ribelle, scarsamente innamorata del suo re virtuale. Intorno al regno di Sardegna si è voluto costruire un mito identitario, con tanto di esercito e di potenza ma possono mai dirsi italiani i sardi, così diversi per lingua, tradizioni, geologia e vestigia storiche persino dai meridionali e dall’altra isola italiana ,la Sicilia? Sull’equivoco – o meglio, sull’ignoranza – si continua a costruire apologia tricolorica, forse perché nell’era moderna le mura ciclopiche rinvenute negli abissi del mare che bagna questa grande isola sono state affibbiate alla civiltà atlantidea dai soliti storici ed archeologi sovvenzionati dai programmi di ricerca; non a caso, l’altro ieri, un’altra Atlantide è stata “scoperta” nel mare del Giappone… La necessità dei post-risorgimentisti di voler magnificare l’aspra pietraia, unica corona (di spine di rovo) dell’invasore sabaudo in Italia, pretestuosamente alla ricerca araldica di progenie della stirpe dei Titani, spingendosi indietro ad Alborea, senza ritegno fino ad Adamo ed Eva, pur di avanzare nobiltà regale di mitica  primogenitura…chissà?… Il 28 agosto si celebra nella prigione dorata della Costa Smeralda, in quella “Edenlandia” senza storia ch’è Porto Cervo, la festa di Maria Stella Maris dal nome di una chiesina edificata dall’Aga Khan di religione ismaelita nonché sovrano e pontefice degli ismaeliti, Karim, il fondatore negli anni ’60 del mito mondano della Costa Smeralda che ha creato una Porto Cervo laddove non c’era uno spillo… neppure una minima attività marinara degli autoctoni. I sardi, infatti, pur godendo di un mare meraviglioso e pescoso hanno sempre ignorato questi doni concessi loro dal Signore e mai uno “stimolo” li ha indotti all’evoluzione di tecniche marinare o marittime. Gli scogli delle frastagliate coste furono da sempre approdo di conquistatori stranieri, malfattori, e loro, invece di affrontare il pericolo sulle coste, si ritraevano sempre più nell’interno del vasto territorio, dedicandosi prevalentemente alla pastorizia. Certo, se avessero avuto un re Borbone, probabilmente avrebbero partecipato fastosamente alle glorie della seconda marineria europea, matrice della Marina Militare Italiana… ma gli toccò in sorte un Savoja, poveri loro!… e… Porto Cervo e tutta la Costa Smeralda sono, oggi, solo un allestimento scenico di Cinecittà, senza storia, tradizioni, identità. Paradiso forzato dei nuovi ricchi che vengono quaggiù con barche sempre più simili a navi da crociera…che qui si fanno il villone , il campo da tennis e quello da golf col prato sintetico, in stile con una patetica Bollywood che fa girare l’economia, che da impulso al “Mercato”, quello del fatuo; un mercato che si regge sull’immagine, sull’allure, sul vuoto assoluto di un eterno spot pubblicitario dove ognuno è prodotto sponsorizzato e comparsa al tempo stesso. Porto Cervo, alla sera, è un triste Luna-Park per narcisi clown provvisti di tutto e senza più desideri, senza allegria, che si muovono sullo sfondo tra un’attrazione e l’altra (la megabarca, la megaboiata, il megagossip, l’elicottero per spostarsi dal natante in rada al bar dell’aperitivo in piazzetta) per lo spettacolo quotidiano da offrire agli “operai” ed al personale di servizio, alle camerierine sognanti che arrivano qui, addobbate da odalische punk, dopo ore di fila in automobile, per scattarsi una posa da vip sdraiate come la Marini e la Gregoracci sul cofano di una Ferrari, di una Porche, di una Lamborghini… oppure con alle spalle un cacciatorpediniere fricchettone impupazzato di luci e di antenne radio, di radar e sonar come un monumentale giocattolo cinese di gusto kitsch. Ma è “MERCATO”! Porto Cervo è uno sportello bancario, la sagra del superfluo e dell’ostentazione. Nel centro del borgo, sulla via principale si snoda una passerella moquettata per far posto a tante piccole ed illuminate edicole votive dedicate ai santi orologi da polso all’ultima moda. Sotto i portici, a destra e sinistra, sotto e sopra, una processione di vetrine bombardate da fari da megawatts delle griffe più famose e costose che puoi trovare in qualsiasi metropoli. Qui, pare d’essere in un immenso centro commerciale; non è certo l’ideale come località turistica, perché di “turistico” c’è il niente totale se non pubblicità di gioielli e di auto. Lo stesso clima e lo stesso odore della Fiera di Milano al Milano Vende Moda. Le spiagge belle e particolari sono lontane da Porto Cervo e raggiungibili in auto o in barca e qui bivaccano calciatori e veline, “commenda” del nord e professionisti vari in cerca di migliore piazzamento sul MERCATO. Magari, c’è gente che ha il villone a Capri, a Portofino o in altri meravigliosi angoli di paradiso, eppure corrono tutti qua ad affittarsi per milioni di euro villoni alla Celvia, casone, casini e casotti a Porto Cervo, per tre mesi di fila…perché è qui che il chirurgo estetico trova importanti e numerosissime tette da rifare; è qui che la velina vende in esclusiva ad un giornale lo scoop di un amorazzo con un calciatore o un industriale, è da qui che l’abitino trandy dello stilista dell’ultim’ora riceve l’investitura ufficiale di “tendenza” e si rilancia, moltiplicandosi sulla carta patinata ed in mille altre luccicanti vetrine del mondo, il logo aziendale dell’”artista”. E’ qui, sotto gli ombrelloni della spiaggia della Celvia che per cinque lunghi mesi l’anno macinano chilometri di sabbia ogni giorno i vucumpra’ senegalesi, con quintali di taroccature del suddetto “fashion in Porto Cervo” sulle spalle. Uno di questi è esile e magro e non si regge più sulle gambe. Alle cinque della sera è stanco e affranto. Un’anima buona che se ne accorge gli offre mezzo metro di ombra affittata a caro prezzo ed un sorso d’acqua. Ha 71 anni. Aveva sei figli. Tutti morti: uno, per un incidente stradale…un altro ammazzato durante una guerriglia…gli altri morti per malattie che qui da noi si riesce a curare con dei normalissimi farmaci… In Senegal ha, ora, solo una vecchia moglie ed una cognata ad aspettarlo…e forse non mangia a sufficienza per poter permettere loro di tirare avanti con quel poco che in cinque mesi tra i ricchi riesce a raccattare… Qui, a Porto Cervo, tra tanti Briatore, Billionaire e Bollywood, ogni tanto su di una spiaggia ritorna Gesù Cristo e vi sosta… Qui, è più triste che ad Eboli. Guarda sconsolato la linea dell’orizzonte, là dove il vasto mare di lacrime salate si unisce finalmente al Cielo, tirando per le vesti la Stella Maris perché riprenda in grembo l’umanità. O…quel che ne resta.

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Commenti al Post:
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Anonimo il 31/08/07 alle 16:25 via WEB
GESÙ A PORTO CERVO? /---/Ad Eboli, dei poveri del Sud, /fu per Gesù uno “tre giorni”. /Dopo risorse, ma mi chiedo: /di chi anche il merito? /Forse di quelli di Eboli! /E donde allora la loro pazienza /e sopportazione se non da Lui, /con la promessa Sua in cambio? /---/Più “giù” non poteva scendere, /ov'era l'ostile Atteone pagano, /ridotto in “Porto Cervo” da Diana, /la stessa che oggi impera, /come quella dell'Apocalisse, /d'ismaeliti fregi blasfemi. /---/Forse è qui la spiegazione /sul vecchio regno sabaudo /dell'isola sarda d'incerti albori. /Dell'ostile regal Tauro piemontese /all'Ictus gradito al Signore? /E così venne il secondo regno, /al cui abbozzo si aggiunse /la perla del Sud, un tempo saturnio. /---/Fu l'ora del nero “Emanuele”, /al quale, il ribaldo donò la gemma. /Non potè che offrirla a Teano. /Ei forse voleva dire, offrendosi: /Te...amo, mio sire! /E poi, dopo di lui venne /il nero “Agnel” e la sua stirpe. /Il suo superbo “Fiat” del Tauro, /di alchemici esseri alieni /che moltiplica e smercia, /rivali non teme: è ancora l'ora sua. Cari saluti, Gaetano
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 31/08/07 alle 17:50 via WEB
Scusate ho detto erroneamente Ictus. Non vi scandalizzate, son cose che capitano. Correggo: è ovviamente Ictys, il segno dei pesci dei primi cristiani. Gaetano Barbella
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/09/07 alle 11:12 via WEB
è una fotografia di una Porto Cervo che è alle luci della ribalta da pochi anni, per colpa di alcuni personaggi che l'hanno resa tale, e che con articoli di questo genere rafforzano questa visione esteriore della Costa Smeralda. Ma esiste un'altra Porto Cervo , un'altra Costa Smeralda che crea economia silenziosa e duratura negli anni, che non ha bisogno delle prime pagine dei giornali di gossip ecc.Invito la giornalista che ho anche conosciuto personalmente, ad approfondire l'argomento in un modo meno esteriore, ma più profondo. un saluto dall'Isola che forse ha il mare più bello del mondo e una cultura antica di millenni, di cui fà parte anche Arzachena il comune della Costa Smeralda.
 
 
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Anonimo il 02/09/07 alle 15:28 via WEB
Infatti, è proprio così! E' davvero un gran peccato che la Costa Smeralda sia conosciuta nel mondo solo per quel gran Luna-Park moderno da gossip che offende la millenaria storia di un Popolo fiero con la sua cultura, le sue tradizioni e soprattutto le sue inaudite bellezze naturali. Provenendo anch'io da un Paradiso cui è stata negata ogni peculiarità ed Identità, sostituendo con la menzogna risorgimentale ed il folklore di basso profilo commerciale le sue altrettanto millenarie radici, comprendo benissimo la tristezza degli autoctoni sardi ma, ribadisco, il mio "articolo" serviva proprio a narrare, forse in maniera caustica, quest'ingiustizia storica nei riguardi di tutte le TERRE OLTRE IL TEMPO ovvero di queste perle cascate in mare dalla cintura di Dio! Purtroppo, oggi, è il Dio DANARO che governa il mondo! marina salvadore
 
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Anonimo il 02/09/07 alle 16:55 via WEB
Ha ragione la giornalista, caro signore o signora della bella Sardegna. La sua è una protesta fatta di una rabbia accorata, la stessa che la muove verso il Mezzogiorno...se avete avuto l'opportunità di leggere molti dei suoi interventi meridionalisti. Secondo me, l'appello è "Sardi, riprendetevi la Sardegna!", passata per incaute mani troppe volte, fino a straziare la vostra identità. Forse, Marina Salvatore preferisce guardare la Sardegna con gli occhi di Fabrizio De Andre' e non con quelli di Briatore. O, forse, ha sentito le rocce rosa cantare tutta la loro storia e non può accettare il cemento, l'abusivismo edilizio, la falsa cartolina illustrata che la stampa spedisce ogni anno dalla Sardegna al mondo virtuale dell'Inutile e Futile. La Sardegna dovrebbe finalmente essere una Nazione. E' così diversa dall'Italia, così "lontana" per usi e costumi, per storia e civiltà, come l'intero Mezzogiorno, dal territorio Tricolore. Ci sono due Sardegne, le conosco entrambe e, vi assicuro, la prima QUELLA VERA è MERAVIGLIOSA! D'accordo, sì, grazie all'Aga Khan che ha movimentato con estrema fortuna l'economia rurale...ma, per favore, Briatore & soci stanno solo approfittando di tutto questo. La Sardegna ai Sardi! claudia
 
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Anonimo il 02/09/07 alle 23:29 via WEB
Vorrei solo capire perchè un aperitivo per tre preso al bar in piazzetta è costato 39 euri e due giorni dopo, al medesimo bar, gli stessi avventori che hanno consumato le medesime bevande hanno pagato 55 euri. Morghy
 
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Anonimo il 04/09/07 alle 23:29 via WEB
Hai il dono di far "vedere" le cose che descrivi. Io sono stata in Sardegna tanti anni fa e l'ho vista quasi tutta e ancora ce l'ho nel cuore: mi mancava la Costa Smeralda. Capisco che non vedere Porto Cervo non è stata una gran perdita. Maria
 
 
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Anonimo il 05/09/07 alle 14:50 via WEB
carissima Maria, meglio nota in rete come MARIVEBER, innanzitutto voglio pubblicamente da qui ringraziarti per l'instancabile ed efficace lavoro fino ad ora svolto in favore di Bruno Contrada!...Veniamo alla Sardegna. Il presidente della Regione AUTONOMA Sardegna è un BOCCONIANO...e ciò potrebbe bastare, per farsi un'idea dello snaturamento delle peculiarità sarde in favore di una globalizzazione il cui dio-motore è il marketing! Il suddetto, tra l'altro, è il fondatore di TISCALI, made in Sardegna...e fin qui, ai fini dello sviluppo economico potrebbe anche andar bene se non fosse per il fatto che la "isolanità" tanto cara ai fieri siciliani, qui è stata praticamente annessa al Villaggio Globale. Un fatto che mi ha stupito molto e ch'è molto indicativo: dove ho soggiornato qualche giorno - località stupenda immersa nella natura - in TV, quando mi collegavo a Rai 3, il TG Regionale che vedevo era quello della LOMBARDIA e non quello locale!!! In una ex rosticceria da "asporto", ancora con le seggiole di plastica, i bicchieri per l'acqua in plastica, i minuscoli tavolini asserragliati l'uno addosso all'altro, due antipasti di pesce, due secondi di pesce, un piatto di pasta (la pasta stava per i "fatti suoi" e il condimento aveva paura di incrociarla...) più un piattino di verdure che dovevano essere grigliate, invece erano lesse e sapevano d'acqua, UNA bottiglietta di vino locale e tre cicchetti di "Filu 'e Ferro"...sono costati ben 180 euri!!!... Ad Abbiadori, nell'unico supermarket che serve i turisti MA ANCHE gli autoctoni - poverini - i prezzi di ogni prodotto erano maggiorati visibilmente; persino le scatolette per cani e gatti!!!... E' così ch'è inteso il Turismo, che dovrebbe servire da ponte tra le culture e le identità di tanti popoli? E' così, purtroppo, che gli stessi autoctoni NON POSSONO GODERE della propria TERRA. O, sbaglio? I ricconi che riciclano tanto danaro "sporco" in case, barche e billionaire vari, secondo te, vanno in Sardegna per godere del clima, della natura, della bellezza di questa TERRA BELLISSIMA o solo per "far girare il mercato"? Allora, perchè non lasciare i fieri sardi tranquilli di godersi la loro Sardegna, a prezzi possibili, accessibili. Perchè non sviluppare uno scambio culturale tra la gente normale che la Sardegna la vede come una splendida sirena in mezzo al mare e che, se non fosse la capitale del Villaggio Globale del "Lusso" di pochi, avrebbe torme di turisti disposti ad amarla? Marina
 
   
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Anonimo il 10/09/07 alle 15:06 via WEB
"Allora, perchè non lasciare i fieri sardi tranquilli di godersi la loro Sardegna, a prezzi possibili, accessibili." Perchè sono i nuovi barbari, quelli che dove arrivano distruggono tutto quello che trovano in nome del loro credo, del loro politicamente corretto, del loro ecologismo fasullo. Quelli che vogliono far piangere i ricchi, e stanno facendo piangere i poveracci, cioè noi tutti mentre loro i soldi li hanno nei paradisi fiscali. Io sono stata in quella splendida isola quando ancora Soru faceva le elementari e la natura era ancora incontaminata e forse è un bene che non abbia potuto tornarci e non abbia visto lo scempio che descrivi. Maria (troppe lodi Marina per così pochi meriti)
 
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Anonimo il 10/09/07 alle 15:08 via WEB
Dimenticavo: scrivi in modo meraviglioso. E' un piacere leggerti Maria
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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