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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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Post n°662 pubblicato il 30 Aprile 2008 da vocedimegaride
 

da www.repubblica.it / La Lettera del giorno

 

LA LETTERA

"Ho trent'anni e sono incinta"

Egregio Presidente,
sono incinta. Egregio Presidente, ho quasi trent'anni, ho un lavoro, sono sposata e sono incinta. Egregio Presidente, tra un paio di settimane abortirò!! Nonostante la mia non fosse una gravidanza programmata, l'aver scoperto di essere positiva al test mi ha dato un'emozione bruciante, una felicità incontenibile. L'idea di aver concepito un figlio con l'uomo che amo è qualcosa di così forte ed intimo che è impossibile da spiegare.  Ad ogni modo la mia gioia non ha visto la luce del giorno dopo. Ben presto la ragione, come spesso accade, ha preso il posto del cuore e mi ha schiaffeggiata forte, come si fa per scacciare in un colpo una forte sbronza. La verità, mio caro Presidente, è che nonostante sia io che mio marito abbiamo un lavoro, un lavoro che ci impegna 6 giorni alla settimana e che abbiamo trovato dopo infiniti "lavoretti" che definire umilianti e sottopagati è dir poco; ebbene dopo tutto ciò, ad oggi le nostre entrate ammontano a circa 1.300 euro al mese. Per trovare questo lavoro qualche anno fa ho rinunciato a portare a termine la mia carriera universitaria. Nonostante il profitto fosse elevato e la mia media superasse il 29, dissi addio ai miei studi e al mio praticantato da giornalista. Quest'ultima rinuncia fu per me la più dolorosa perché la verità è che, seppur i miei compiti di neofita fossero praticamente identici a quelli di un professionista, non ho mai riscosso neppure un centesimo dal quotidiano locale per il quale scrivevo. Il lavoro era splendido, ma non si può vivere solo di passione. Purtroppo la vita mi mise di fronte ad una scelta. Mi ero innamorata e desideravo vivere insieme al mio compagno, quindi, o perseguivo la mia ambizione, che mi imponeva però di gravare ancora sulle spalle della mia famiglia, oppure spiccavo il volo e mi rimboccavo le maniche accettando qualsiasi tipo di occupazione che mi garantisse un reddito, dandomi la possibilità di coronare il mio sogno d'amore. Scelsi la seconda strada. Scelsi l'amore! Scelsi l'amore e glielo assicuro, Signor Presidente, non c'è stato un giorno, da allora, in cui io me ne sia pentita!!! Ora però è diverso...! Presidente, ora devo scegliere se essere egoista e portare a termine la mia gravidanza, sapendo di non poter garantire al mio piccolo neppure la mera sopravvivenza; oppure andare su quel lettino d' ospedale e lasciare che qualcuno risucchi il mio cuore spezzato dal mio utero sanguinante, dicendo addio a questo figlio che se ne andrà via per sempre!! Non importa se ce ne saranno altri dopo di lui... Il mio bimbo non tornerà più!! Non tornerà mai più!!!! Ma questa è la vita!! Giusto, Signor Presidente??? Si, questa è la vita!!! Qui non c'è nessuno che ti tende una mano, nessuno che ti aiuti quando hai veramente bisogno!! E per favore, mi risparmi banalità del tipo: "Dove si mangia in due, si mangia anche in tre!!". Mi risparmi la retorica, perché è l'ultima cosa di cui ho bisogno. Sa benissimo anche Lei che se ad oggi, ad esempio, decidessi di adottare un figlio, nessun Ente mi accorderebbe mai il suo consenso. Nessun assistente sociale affiderebbe a me e a mio marito un bambino e questo perché i nostri introiti verrebbero considerati insufficienti al sostentamento di un'altra persona. Nessuno si sentirebbe di condannare quell'assistente sociale per una scelta di questo tipo, giusto?? Egli sarebbe considerato un professionista attento ai bisogni del minore. E allora mi chiedo e chiedo a chiunque sia pronto a dire che non si dovrebbe mai abortire, perché "se c'è l'amore c'è tutto", io chiedo a queste persone: "Ma hanno forse più necessità i bimbi adottivi rispetto a quelli biologici???" Credo di no, Signor Presidente!! Credo proprio di no!!!!! Comunque è inutile arrovellarsi su dubbi e domande che non troveranno una risposta e che, già lo so, continueranno a tormentarmi e ad attanagliarmi l'anima per sempre!!! Ma c'è una domanda, mio caro Presidente, a cui vorrei che Lei rispondesse: PERCHE', per il solo fatto di aver avuto la sfortuna di nascere in questo paese, un Paese che detesta i giovani, che ne ha già ucciso sogni e speranze e che ha già dato in pasto ai ratti le ceneri del loro futuro; ebbene perché per il solo fatto di esser nata qui, ho dovuto rinunciare prima alla mia ambizione a crearmi una carriera soddisfacente, e cosa infinitamente più drammatica, sono costretta adesso a rinunciare al mio DIRITTO ad essere MADRE?????????  - (30 aprile 2008)

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/04/08 alle 23:53 via WEB
Che dramma! qualunque mamma può capire il dolore di questa ragazza e pur essendo io contrarissima all'aborto mi rendo conto che in casi del genere la tentazione può venire. In questo senso è più che mai necessario cambiare la legge in modo che da prevedere un intervento dello Stato in aiuto di persone con queste gravissime difficoltà. Maria
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/05/08 alle 15:06 via WEB
Ovviamente lei la scelta l'ha già presa. E, va da sé, ne dà la colpa a «questo paese, che detesta i giovani», e la costringe a rinunciare a quello che lei chiama il suo «diritto ad essere madre». Eppure "Sandra" non è affatto costretta ad abortire. La «mera sopravvivenza» del bambino potrebbe assicurarla senza rimetterci un euro. Esiste una legge per l'adozione. Lei può portare a termine la gravidanza, mettere al mondo il bambino che sostiene di amare tanto e affidarlo, in modo anonimo, a una famiglia che avrà la disponibilità economica e l'amore necessari per trattarlo nel modo migliore. La giornalista che la intervista, timidamente, accenna alla possibilità: «Non ha pensato alla possibilità di farlo nascere e poi darlo in adozione?». La risposta è raggelante: «Non lo farei mai. Mai, per nessun motivo. Sapere che esiste da qualche parte nel mondo un mio bambino e io non mi occupo di lui sarebbe lo strazio peggiore». L'egoismo vero è qui: saperlo vivo e in salute, magari mentre gioca con i genitori adottivi, le fa molto più male che ucciderlo in grembo. Non contano la vita del figlio, la sua felicità. Conta solo il possesso: se non posso averlo io, non deve averlo nessun altro. L'amore materno è tutt'altra cosa. Se ne trovano tracce anche sul sito di Repubblica, nei commenti lasciati dai lettori: «Alla mia prima gravidanza avevo 29 anni... Dal momento che ho deciso di tenere il mio fagottino ho lottato contro chi mi ha tolto il lavoro, contro la precarietà più totale e il disagio di affrontare tutto da sola, visto che sono andata a vivere con il mio attuale compagno solo da quando nostro figlio aveva 6 mesi... Ora sono in attesa per la seconda volta e sul lavoro affronterò gli stessi problemi se non peggio, perché ora sono due e non uno... Ma chi mi ha dato tutta la forza a risolvere i miei problemi è stato proprio mio figlio». Anche gli uomini hanno qualcosa da dire: «Ho 33 anni. La mia compagna è disoccupata e fa qualche lavoretto qua e là quando capita, io prendo uno stipendio di 1.600 euro al mese, viviamo in affitto (400 euro al mese) e abbiamo una bellissima bambina che compirà un anno tra pochi giorni. Non vado in palestra perché non me lo posso permettere, non ho Sky, ma riesco ad avere un pediatra migliore di quello della Asl. Spesso sono a cena dai miei suoceri. Per noi non faccio la spesa tutti i giorni, ma per mia figlia sì. Per lei tutto, per lei lavorerei anche di notte». Eroi normali che si fanno un mazzo così senza lamentarsi né dare la colpa al «sistema», che sorridono felici quando danno al figlio il bacio della buonanotte e a scrivere al presidente della Repubblica non ci pensano proprio. E per finire, visto che tutto gira attorno ai soldi e la difesa della vita sembra roba da fondamentalisti cristiani, parliamo anche della cifra. "Sandra" e il suo compagno, che piangono miseria, non devono affrontare spese per la casa. «Ci ospita una mia vecchia zia», fa sapere la ragazza. Ma davvero 1.300 euro al mese, senza affitto da pagare, non bastano a sfamare due adulti e un bambino? Ogni giorno, milioni di famiglie italiane dimostrano il contrario. Diciamolo: dipende solo da quanto si ha voglia di rimboccarsi le maniche e accettare qualche rinuncia. Toglietemi tutto, ma non il mio cellulare. E lo chiamano progresso. di FAUSTO CARIOTI su Libero Maria
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/05/08 alle 15:56 via WEB
Concordo perfettamente! Ci siamo dimenticati, forse, che nelle nostre normalissime famiglie d'origine lavorava solo il papà..la mamma era casalinga e di figli ce n'erano almeno tre cui assicurare vitto, alloggio e scuola dell'obbligo?...Già...a quei tempi, vivaddio, avevamo solo due paia di scarpe: uno per l'estate, l'altro per l'inverno...c'erano i calzolai a rimetterle a nuovo ad ogni stagione...ora, provate a cercare un calzolaio nella vostra città!!!...non c'erano i cellulari ed i palmari da sostituire ad ogni annuale Salone della Tecnologia: c'era la SIP...e se il simplex era un lusso, ti abbonavi al duplex.... La domenica era festa perchè a pranzo c'era la carne con le patate: pollo o spezzatino...infatti, eravamo pure più sani è meno soggetti al cancro del colon... La nutella si comprava sfusa, per i bambini, occasionalmente... e le costose e velenose merendine erano sostituite dalle torte fatte in casa... i bambini ricevevano semplici giocattoli solo a Natale e non ogni santo giorno...ed a scuola ci andavano con il grembiulino, per evitare di suscitare inutili gelosie tra i figli bene abbigliati dei ricchi e quelli un po' rammendati dei meno abbienti... non c'erano gli zainetti, le matite, il portapenne e il diario della Barbie o dei Gormiti... Cacchio! Come vivevamo bene, una volta! marina
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/05/08 alle 12:51 via WEB
Non condivido questa lettera: i nostri nonni campavano con molto meno di noi e avevano anche 10 figli. Oggi vi sono numerosi "bisogni" indotti: telefonino, creme, parrucchiere ogni settimana, sigarette, vizi vari... e c'è l'egoismo di non fare sacrifici. Un figlio lo si vuole possedere non essere in comunione con lUI. QUESTA è UNA MAMMA EGOISTA COME LA SOCIETA' COEVA. Saluti. Antimo Ceparano. P.s. Due persone che lavorano non possono guadagnare 1300 euro a meno che non lavorino per quattro ore al giorno da MAC DONALD'S. Specie se lavorano dopo lavoretti vari...
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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