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Contrada: una questione di donne!

Post n°694 pubblicato il 06 Giugno 2008 da vocedimegaride
 

di marina salvadore
Questo forte e generoso Sud non a caso d’esoterica impronta matriarcale, nei suoi miti femminili  fondanti e nella leggenda che riflette la realtà senza scadere nell’illusione fiabesca ,  partorito per generazioni da madri che vanno da Partenope a Michelina De Cesare, la brigantessa, non si smentisce mai. L’intelligenza del Sud è femmina, è un’anima libera, fuori dagli angusti schemi mentali, inarrivabile, imprendibile; cosa, questa, che ha  suscitato nei millenni la naturale impotente ritorsione di troppi misogini odissei.  C’è in molte donne del Sud quella scintilla di fuoco eterno che arde sulle are consacrate agli dei. Rare Sirene e Brigantesse ancora  si rigenerano, tramandandosi un codice genetico di natura che può dirsi extraterrena, in conflitto perenne con le cose del mondo quali il Potere, la  Sopraffazione, la  Menzogna. Abituate a difendersi, sono più coraggiose e leali  e di buonsenso rispetto ai “potenti”. Spesso, nel lassismo della società attuale, queste frizzanti personalità sono trattate alla stregua di “rompiballe” in virtù della tenacia che mettono nella difesa delle idee e dei diritti umani e non è raro che vengano ostacolate quando sono in carriera, perché danno fastidio all’egemonia imperante del pressappochismo generalizzato dei conductor regali. Per il nostro spodestato “Re Ferito” Bruno Contrada, imprigionato dal rivale Genio del Male nelle buie segrete del “Segreto d’Italia”  una brigantessa di Lagonegro, sua sponte, è scesa in campo a sua difesa, munita del bastone della verità, della spada  della generosità, del  pugnale della competenza, dello schioppo del coraggio . La dottoressa Agnesina Pozzi , come buona parte degli italiani, segue nell’ombra della sua normale quotidianità di medico gli sviluppi del caso Contrada da lungo tempo - con scienza e coscienza - ed ha messo a disposizione del Collegio Difensivo la sua competenza  professionale e, principalmente, la sua  cristallina caparbietà nella difesa dei diritti umani. L’avvocato Lipera ci informa di aver ricevuto, come gradita sorpresa nel simbolico giorno della festa della Repubblica questo illuminante messaggio:
“Essendo da anni una CTU del Tribunale di Lagonegro (PZ), più volte ho constatato che, in tante decisioni che ho ritenuto inopportune, per non dire  francamente ingiuste (scusandomi per il bisticcio di parole) la responsabilità non è certo del Giudice adito. Il Giudice non è un medico ed  è “costretto” a fidarsi di noi. L’Autorità adita, formula ipotesi, esprime giudizi e pareri, o emette sentenze che concernono la sfera sanitaria,  in base a ciò che noi, medici,  porgiamo; ciò avviene in forma più o meno articolata, più o meno chiara, più o meno comprensibile a chi, invece, ribadisco, medico non è, ma ha, altresì, il diritto di ben comprendere, non solo, le summae pathologicae ma anche, e soprattutto, le ripercussioni che il  suo giudizio avrà su quel particolare ed unico periziando.  Unico e particolare essere umano, qualunque  crimine abbia commesso, direttamente o in concorso “esterno”. Non le nascondo che moltissime volte mi è toccato l’ingrato compito di “contestare” Colleghi; naturalmente li rispetto per principio, per educazione in famiglia e mia forma mentale, ma troppo spesso mi sono resa conto che parecchi di loro non permettono all’Autorità di ben comprendere, limitandosi a fare una sterile elencazione di patologie, sic et simpliciter, che  poco significano,  e ancor meno garantiscono al Giudice il diritto di capire; e al periziando il diritto di essere equamente giudicato.” Seguiva, poi, una competente perizia clinica che abbiamo pubblicato integralmente in rete: www.vocedimegaride.it/Drssa Agnesina Pozzi.htm  Da donna a donna, sulla medesima rotta di pensiero e di cuore, l’altrettanto tenace e bella Grazia Coco, avvocato dello Studio Legale Lipera, provvedeva ritualmente come di seguito: “… CHIEDE che il Sig. Magistrato di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere conceda il differimento esecuzione pena per gravissimi motivi di salute nell’interesse del Dott. Bruno CONTRADA o in subordine la detenzione domiciliare.Allegati: 1)      nomina del 17/5/2008; 2)  nota Avv. Giuseppe Lipera del 2/6/2008; 3) relazione medica redatta nell’interesse del Dott. Bruno Contrada dalla Dott.ssa Agnesina Pozzi del 2/6/2008. - Con ossequi Avv. Graziella Coco”. Ora, non ci resta che sperare che in questa pagina rosa dell’odissea Contrada voglia finalmente calarsi anche Daniela Della Pietra, giudice di sorveglianza di S.Maria Capua Vetere, infine risvegliata alle sue origini sacre di donna dal canto lontano delle sue perdute e ritrovate sorelle sirene e brigantesse del Sud. 
********
Vi segnaliamo caldamente il blog di Agnesina Pozzi http://agnesepozzi.splinder.com/ per rendervi conto della sua tempra.
 

 

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 06/06/08 alle 18:43 via WEB
Orsù, Crudelia Della Pietra, datti una botta di vita, liberati dal giogo maschilista. Sii te stessa. Risorgi! claudia
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 07/06/08 alle 01:12 via WEB
Vi ho scoperto grazie all'articolo della dr.ssa Pozzi. Esprimo i miei complimenti sia per la forma che per la sostanza delle argomentazioni trattate. Spero di poter contribuire presto ai blog anche cone le mie riflessioni. Con stima Christian Merli
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 07/06/08 alle 16:44 via WEB
Riscalda il cuore il sapere che esistono ancora persone come la Dottoressa. Speriamo che questa perizia circonstanziata serva. Maria
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 09/06/08 alle 10:21 via WEB
Cara Marina. Voglio innanzitutto ringraziare te e Mauro, per l'attenzione voluto riservare al convegno del 27/28/29 maggio che "Senza Barriere" ha tenuto al Maschio Angioino di Napoli. Sede prestigiosa, da sempre famosa per bellezza e per aver dato origine a fatti storici di notevole importanza per la nostra città. Le associazioni hanno deciso di dare vita ad un organismo nuovo , distinto dalle varie consulte dove c'è di tutto, amici degli amici e sordidi affari. Finalmente una gra parte di esse ragionano in prospettiva futura, dove non ci sarà spazio nè per i masaniello improvvisati, nè per rincorse ai vari potenti di turno. Detto questo, voglio parlarti del nostro " Disabile", la cui storia, ha ancora dell'incredibile. Parlo di Bruno Contradae tu sai quanto questo mi addolora. Una dottoressa ha letto di noi ed ha fatto una diagnosi seria e circostanziata. Ricordi Marina che quale direttore di un'associazione quale " Senza Barriere" e segretario dell'Aipa, proposi di chiedere per Bruno Contrada un settantasettenne provato oltre ogni sopportazione umana dall' accanimento giustizialista dello stato, cieco e sordo, alla verifica delle varie percentualizzazioni delle patologie che lo affliggono. Come sempre mi dichiaro a disposizione , oltre che dello studio Lipera, anche della Dottoressa che ha riscosso tutto il tuo plauso. A proposito, dove stanno i rappresentanti del governo di Centrodestra. Ho paura che nulla canbierà, perchè sempre impereranno opportunismi politici. Un sincero abbraccio alla famiglia Contrada ed a tutti voi. Domenico Di Renzo.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 09/06/08 alle 11:42 via WEB
Al Magistrato di Sorveglianza di S.M.C. Vetere Al Ministro della Difesa On. Avv. Ignazio La Russa Al Capo della Polizia di Stato Dott. Antonio Manganelli Al Ministro della Giustizia On. Avv. Angelini ISTANZA PER IL TRASFERIMENTO DEL LUOGO DI DETENZIONE DAL CARCERE MILITARE DI S.M.C. VETERE ALL’OSPEDALE MILITARE “CELIO” DI ROMA DEL DETENUTO BRUNO CONTRADA, EX DIRIGENTE GENERALE DELLA POLIZIA DI STATO, PER GRAVI MOTIVI DI SALUTE Nell’interesse di CONTRADA Bruno, ex D. Generale della Polizia di Stato, in atto detenuto nel (unico) carcere militare italiano (S.M.C. Vetere) ESPONGO Come è noto l’ex Dirigente Generale dott. Bruno CONTRADA versa manifestamente in pessime condizioni di salute per tutte una serie di pesanti patologie, peraltro strettamente collegate alla sua tarda età, che obbiettivamente aggrava decisamente il quadro clinico del detenuto ammalato ed il Magistrato di Sorveglianza, pur denegando sino ad oggi la chiesta liberazione (rectius: differimento pena) o la detenzione domiciliare, in onestà lo ha sempre confermato, nella parte motiva dei suoi provvedimenti; questo assunto lo diamo quindi per scontato, acclarato ed incontestato. Per ultimo, vedi ordinanza del 12 maggio 2008, il suddetto Signor Magistrato (Dott.ssa Daniela Della Pietra) riconosce che il Generale CONTRADA ha bisogno di essere continuamente monitorato (solo per ricordare a tutti: è diabetico, depresso, deperito, ha avuto ischemie cerebrali, soffre di innumerevoli malanni come ritinopatia, artrosi, cerebrovasculopatia, gastroduodenite, prostata, ecc. ecc.). Ciò detto, è fuor di alcun dubbio che, se fosse stato un detenuto comune (NON SOTTOPOSTO AL PARTICOLARE REGIME DI DETENZIONE MILITARE - CHE GLI SPETTA PER LEGGE QUALE EX D. GENERALE DELLA POLIZIA DI STATO, COL RANGO DI GENERALE DI DIVISIONE O DI PREFETTO) il dottore CONTRADA sarebbe stato già da tempo trasferito presso un C.D.T. dell’Amministrazione Penitenziaria. Erroneamente, infatti, a fine dicembre scorso il Magistrato ha disposto coattivamente il trasferimento del dottore CONTRADA dal carcere militare al reparto detenuti comuni dell’Ospedale “Caldarelli” di Napoli, gestito ovviamente dalla Polizia Penitenziara; detto trasferimento, forzato e tra i detenuti comuni, ha giustamente contrariato il Generale, tant’è che ha chiesto di essere dimesso per ritornare in carcere (cosa che è poi avvenuta dopo un tristissimo capodanno trascorso da solo in una cella del “Cardarelli”, isolato come un 41 bis). Il D. Generale successivamente, cosa alquanto prevedibile, è stato ricoverato d’urgenza già per ben due volte all’Ospedale civile “Melorio”di S.M.C. Vetere (per T.I.A. e grave stato di deperimento organico), con piantonamento dei Carabinieri. Premesso tutto questo, riferito per inquadrare sommariamente la situazione, anche se nota a tutti, è pacifico che il Dott. CONTRADA non può restare dove si trova, perché – come reiteratamente sostenuto pure nelle relazioni scritte dai Dirigenti Sanitari del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere – il detenuto è incompatibile col regime carcerario per le sue gravi condizioni di salute, per cui ha bisogno di essere sì monitorato ma anche curato ed assistito, come tutti i vecchi ammalati della sua età. E siccome nel carcere militare non vi è il C.D.T., come nelle carceri comuni, una soluzione va trovata. Visto che la Magistratura non intende concedere alcun beneficio all’anziano D. Generale, credo che l’unica strada percorribile sia quella del ricovero all’Ospedale Militare “Celio” di Roma. Anche al Generale Herbert KAPPLER, comandante della Gestapo e carnefice nazista (che poi evase con la complicità della moglie) fu consentito il ricovero al “Celio” e non credo che si possa fare minimamente un paragone tra il generale KAPPLER e il generale CONTRADA!!! Ritengo che il Magistrato di Sorveglianza non abbia nulla da obbiettare su quanto qui viene chiesto con questa istanza; il punto semmai è la disponibilità del “Celio” – di chi lo rappresentata si intende – ad accogliere il grave anziano ammalato detenuto Generale CONTRADA, ecco perché la presente viene inviata al Capo di quella Amministrazione, il Signor Ministro della Difesa, perché possa dare l’assenso e consentire al Magistrato di disporne immediatamente il trasferimento come luogo di detenzione. La odierna richiesta per conoscenza, ed eventualmente per competenza, al Sig. Capo della Polizia di Stato, Dr. Antonio Manganelli, primo perché appunto Capo della Polizia, e in quanto tale tenuto ad occuparsi dei suoi uomini, nella buona e nella cattiva sorte, e Bruno CONTRADA, già Ufficiale dei Bersaglieri, indiscutibilmente è stata una punta di diamante della Polizia di Stato, che ha servito per tanti lustri con impegno e accumulando onori ed encomi, e poi perché, ove dovesse occorrere, per le vie brevissime, acquisisca il parere di non pericolosità del D. Generale CONTRADA dal Questore di Palermo (Dr. Caruso) che più volte peraltro, formalmente richiesto, ha già trasmesso informative in tal senso alla Magistrato di Sorveglianza di S.M.C. Vetere ed al Tribunale di Sorveglianza di Napoli (v. ultima del 24/12/2007). Tutto quanto sopra confermando CHIEDO che il Magistrato di Sorveglianza di S.M.C. Vetere disponga l’immediato trasferimento, con o senza scorta di Carabinieri, del Generale Bruno Contrada dal carcere militare di Santa Maria Capua Vetere all’Ospedale Militare “Celio” di Roma; che il Ministro della Difesa comunichi al Magistrato la disponibilità della struttura ospedaliera militare con assoluta celerità e che il Capo della Polizia informi, se ritenuto necessario e con la stessa sollecitudine, il Giudice di quanto avanti chiesto. Con ossequi. Avv. Giuseppe Lipera
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
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a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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