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merci Miss Monroe

Post n°707 pubblicato il 14 Giugno 2008 da vocedimegaride
 

di Marina Salvadore

Per grazia divina non apparteniamo alla Casta dei critici d’arte, a quella eccelsa categoria di poco più che falliti artisti, più spesso invidiosi dell’inarrivabile talento altrui e che son soliti travestire di pseudo-intellettualità e omologata saccenza l’acrimonia più pura, a tal punto che da CASTA li si potrebbe tranquillamente definire “CASTRA” per quante vittime fanno sul terreno di quell’eccellenza cui – come il graal – noi tutti aneliamo, imponendo sul mercato artisti ed opere la cui mediocrità è consona al malanimus che li agita e che, purtroppo, è monetizzante, remunerativo. Questo, in ogni settore dell’arte ma – attenzione! – quando si parla di MUSICA, la CASTRA sfiora l’autorità dittatoriale imponendo con la collaborazione dei “giornalai” e dei media nazionali gusti e tendenze, solitamente lesivi dell’ANIMA MUNDI, perché la Musica – qualsivoglia genere – è matematica dell’Universo, è codice della Creazione, è -  così come definì Dio San Bernardo di Chiaravalle – ALTEZZA LUNGHEZZA AMPIEZZA LARGHEZZA… ed una scintilla divina alberga nel nostro DNA, per cui la musica è nostra stessa essenza e manifestazione. Ispirazione. La mediocrità di certa musica imposta noi la recepiamo istintivamente, rabbiosamente, perché soffoca la nostra stessa essenza… ch’è MUSICA!… ovvero quell’energia vitale che ci consente di ESSERE: “sentire”, manifestare, emozionare. E’ una Legge della Natura non scritta ma codificata in noi e suscettibile di innumerevoli variazioni, come innumerevoli proprietà di linguaggio e d’espressione… e nessuno può privarci di questa facoltà extraumana, di questo sacro sigillo ch’è “orecchio” ma soprattutto “psiche”. Oggi, la fresca invenzione della “televisione commerciale”, attraverso i suoi soloni della CASTRA e con la complicità del gossip morboso, ha letteralmente chiuso il sipario sul palcoscenico dell’eccellenza artistica nel nostro Paese, in tutti i campi, costringendo gli irriducibili affamati d’arte a praticare le vie “underground”, più degne delle sette segrete e dei protomartiri cristiani, dove il “passaparola” al pari di un segreto svelato riunisce accoliti ed estimatori d’eccellenti artisti nazionali che la TV eviterà di proporci, con quella sua mania ragionieristica d’impippare di mediocre e banale la vasta utenza lobotomizzata e pagante, anaffettiva e vorace, dai sensi ormai ottusi… è così che – accade troppo spesso – i nostri migliori artisti, vittime, come i meridionali del post-risorgimento italiano devono poi decidere se essere BRIGANTI o EMIGRANTI… e spesso ce li soffiano, i migliori, gli establishment nord-europei o oltreoceano… come accade per la “fuga dei cervelli” (ma questa è un’altra storia). Non è un posto per giovani, quest’Italia gerontocratica ed in mezzemaniche nere da contabile primo novecento… eppure, proprio nei suoi giovani troverebbe auspicata rigenerazione e bellezza, motivazione e sostentamento… se non li sbattesse fuori dal suo pittoresco, oleografico, manieristico “piccolo mondo antico”. E’ di giovani italiani che vogliamo parlarvi! E’ della musica giovane ma senza tempo che vogliamo riappropriarci: creativa, espressiva, libera, coinvolgente. Una botta di vita! Sono italiani i Merci Miss Monroe e giovanissimi, già al secondo godibilissimo album per i quali i “soliti esperti”, allertati,  si stanno sperticando in ricerche agiografiche, studi filosofici, spicciole sociologie, per fingere, poi… come sempre… di aver scoperto l’acqua calda in agosto. Li hanno definiti  “punk-romantici”, “indie”… ma “con rimandi sonori importanti quanto evidenti pop”, “country folk”, “surf rock”, “… con un mood da saloon”… “…una componente melodica inoccultabile”… ed altre amenità escatologiche di omologata cultura… esternazioni plastificate di polverosi trandy-man babilonesi. BASTA!… I Merci Miss Monroe sono semplicemente ed assolutamente FANTASTICI e piacciono anche ai non giovani, perché la loro musica è assimilabile ad  un traduttore simultaneo che parla innumerevoli lingue, quante sono le radici degli innumerevoli stati d’animo, dei venti e delle maree che albergano – spesso timide e inespresse – nell’animo di tutti, giovani e meno giovani. La si può assurgere a musicoterapica, a seconda degli stati d’animo, la loro arte, praticata generosamente e consapevolmente ma soprattutto creativa, intuitiva. BELLA! Non a caso, due brani dal primo disco sono stati scelti per la colonna sonora dell’ottimo film di Gianni Zanasi “Non Pensarci”, in sala dall’aprile 2008, non è un caso che questi giovanotti hanno già solcato in lungo e in largo, acclamati, il corposissimo underground dello Stivale e del nord-Europa, che abbiano masterizzato un loro disco a Miami, in uno studio da Big, che abbiano straveduto – e nessuno lo sa – i loro dischi, che facciano già da tempo da “spalla” ai gruppi internazionali in concerto. Quattro bei ragazzi, lavoratori e studenti che dal bigio hinterland milanese e varesino, con competenza, umiltà e passione sono in ascesa per un grande successo internazionale che neppure immaginano. Una chicca identitaria: il batterista, re del tamburo, suono primordiale, è di origine napoletana e gli saremmo grati per uno scoop cui aspiriamo - why not? - una disfida partenopea con il mitico percussionista Tullio De Piscopo (dopodime, il Vesuvio!) magari in una kermesse verace nella culla della indimenticabile band “Napoli Centrale”. Ai “mMM” consigliamo di tutto cuore di rifuggere dal marketing dei discografici rampanti il cui brand obsoleto è composto di sgallettate e bulli che tolgono smalto all'immagine  ed al messaggio degli  artisti, confinandoli in un'allure  esasperata, volgare e grossolana, ormai blase' e, soprattutto, di tenersi lontani dalla Rai Tv e da Mediaset, dai “pippi baudi” , le rapaci "De Filippi...che", gli ambigui, lacrimogeni "X Factor" e “sanremini” vari, per non scadere, mai, nella globalizzazione che sfavilla di luccichìo il successo, come l’oro di Bologna.

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 14/06/08 alle 14:32 via WEB
tutto vero! G
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 14/06/08 alle 21:22 via WEB
Hanno della stoffa, questi ragazzi! Grazie, per averceli presentati! Saranno in tour anche a Napoli? Quando? Elio Russo
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/06/08 alle 14:35 via WEB

Sono le quattro del mattino. Il dolore alla mano sinistra non mi dà tregua. Ho già preso due bustine di OKI nella speranza di sedare questo continuo pulsare nei miei legamenti. Prendo un cd a caso e accendo lo stereo e guardo la notte immobile e senza grazia. Una strana compilation, che non ricordavo più di avere, inizia a viaggiare nell’aria e nella memoria. Sento un effetto strano pervadermi, come ripercorrere momenti e stagioni; volti dimenticati nella memoria riaffiorano; amori e illusioni sepolti chissà dove iniziano a gracidare in pancia e salgono lentamente al cuore.

La musica è una compagna preziosa, una compagna che, pare strano, sa ascoltare e consolare. Anzi penso sia proprio una prerogativa della musica quella di saperti ascoltare, di trovare immediatamente l’empatia con i tuoi più caleidoscopici stati d’umore. C’è chi, ritenendosi puro e raffinato, pensa che la musica con la “etta”, e quindi la canzonetta, fosse da ritenersi solo una chat urlata da chi la canta e gli altri che la ricantano, permettendo seduzioni alla buona, popolani. Nulla di più falso.

La canzonetta ha per te un ensemble di musicisti e il mondo per orecchie e ancor più morbide premure: ti coccola come una chioccia col suo pulcino, o come una deliziosa amante che a tutti vorresti nascondere, ma poi sei contento che anche gli altri la guardano ammirati, perché per un attimo di vita ti ha permesso di sognare, di gridare, di essere leggero o malinconico, felice di un denso nulla in musica e parole, come un dejavu, raffinato di un Paolo Conte, o essere stato scorticato dentro con un vibrante passaggio di chitarra di Edward Van Halen, che ha dato nuova energia all’intero mondo del rock, quando sembrava impossibile l’eredità di J.Hendrix , di Clapton o Santana. Le sue Kramer franckenstein hanno fatto storia; pensa solo al suo “tapping” stratosferico, e l’uso degli armonici su 3° e 5° tasto con leva a ponte abbassato, formidabile nel suo “panama”.

Mia mamma ancora oggi canticchia canzoni dei Beatles e dei Sex Pistol. I suoi “vinile” (compresa “in ginocchio da te” e “il tuo bacio è come un rock) l’hanno seguita come un’ombra in ogni viaggio nuovo, nelle sue passioni e disattenzioni a cui deve -come a tutti noi- una certa mescolanza neuronale e ormonale. E, quasi sempre, ricordi le parole che in ritornello ti rimandano facilmente a un luogo, a un viso amato, a un amore che ti ha vinto o solo immaginato, come una poesia che da sempre si è seduta sul tuo cuore passeggiando nell’odoroso parco delle proprie rimembranze, della propria vita legata agli altri che ti han confuso, redento, odiato oppure amato, come oggi fa l’effetto di un cd degli HIM.

Per dirla in breve: non sono solo canzonette; ma figlie ribelli e amorevoli di un ordinato mondo classico a cui devo molto, perché dopotutto sempre a loro poi ritorni, per ritrovare la sommità del cielo delle note e delle armonie di un cosmo umano che ci redime con suoni presi dalle lontane stelle.

Ecco. Il tuo articolo, bellissimo spettacolo di costruzione di senso e parole, volge contro quell’ impietoso mondo degli affari, teso a calpestare e zittire quelle energie e sonorità che provengono dal genuino sentire del tempo e dei luoghi in cui si vive, si spera, si progetta, si ama.

In realtà, la musica ci indica la strada di un’appartenenza universale, che non fa distinzioni di sorta. Un messaggio di pace ed educazione alla vita. E, invece, c’è sempre qualcuno pronto ad osteggiare questa libertà sacra, donata dagli déi agli uomini per cantare gesta, sentimenti, rivoluzioni; e, nei suoi moti più alti, la partecipazione alle melodie del cosmo che ci circonda.
Sono le quattro del mattino. Il dolore alla mano sinistra non mi dà tregua. Ho già preso due bustine di OKI nella speranza di sedare questo continuo pulsare nei miei legamenti. Prendo un cd a caso e accendo lo stereo e guardo la notte immobile e senza grazia. Una strana compilation, che non ricordavo più di avere, inizia a viaggiare nell’aria e nella memoria. Sento un effetto strano pervadermi, come ripercorrere momenti e stagioni; volti dimenticati nella memoria riaffiorano; amori e illusioni sepolti chissà dove iniziano a gracidare in pancia e salgono lentamente al cuore.

La musica è una compagna preziosa, una compagna che, pare strano, sa ascoltare e consolare. Anzi penso sia proprio una prerogativa della musica quella di saperti ascoltare, di trovare immediatamente l’empatia con i tuoi più caleidoscopici stati d’umore. C’è chi, ritenendosi puro e raffinato, pensa che la musica con la “etta”, e quindi la canzonetta, fosse da ritenersi solo una chat urlata da chi la canta e gli altri che la ricantano, permettendo seduzioni alla buona, popolani. Nulla di più falso.

La canzonetta ha per te un ensemble di musicisti e il mondo per orecchie e ancor più morbide premure: ti coccola come una chioccia col suo pulcino, o come una deliziosa amante che a tutti vorresti nascondere, ma poi sei contento che anche gli altri la guardano ammirati, perché per un attimo di vita ti ha permesso di sognare, di gridare, di essere leggero o malinconico, felice di un denso nulla in musica e parole, come un dejavu, raffinato di un Paolo Conte, o essere stato scorticato dentro con un vibrante passaggio di chitarra di Edward Van Halen, che ha dato nuova energia all’intero mondo del rock, quando sembrava impossibile l’eredità di J.Hendrix , di Clapton o Santana. Le sue Kramer franckenstein hanno fatto storia; pensa solo al suo “tapping” stratosferico, e l’uso degli armonici su 3° e 5° tasto con leva a ponte abbassato, formidabile nel suo “panama”.

Mia mamma ancora oggi canticchia canzoni dei Beatles e dei Sex Pistol. I suoi “vinile” (compresa “in ginocchio da te” e “il tuo bacio è come un rock) l’hanno seguita come un’ombra in ogni viaggio nuovo, nelle sue passioni e disattenzioni a cui deve -come a tutti noi- una certa mescolanza neuronale e ormonale. E, quasi sempre, ricordi le parole che in ritornello ti rimandano facilmente a un luogo, a un viso amato, a un amore che ti ha vinto o solo immaginato, come una poesia che da sempre si è seduta sul tuo cuore passeggiando nell’odoroso parco delle proprie rimembranze, della propria vita legata agli altri che ti han confuso, redento, odiato oppure amato, come oggi fa l’effetto di un cd degli HIM.

Per dirla in breve: non sono solo canzonette; ma figlie ribelli e amorevoli di un ordinato mondo classico a cui devo molto, perché dopotutto sempre a loro poi ritorni, per ritrovare la sommità del cielo delle note e delle armonie di un cosmo umano che ci redime con suoni presi dalle lontane stelle.

Ecco. Il tuo articolo, bellissimo spettacolo di costruzione di senso e parole, volge contro quell’ impietoso mondo degli affari, teso a calpestare e zittire quelle energie e sonorità che provengono dal genuino sentire del tempo e dei luoghi in cui si vive, si spera, si progetta, si ama.

In realtà, la musica ci indica la strada di un’appartenenza universale, che non fa distinzioni di sorta. Un messaggio di pace ed educazione alla vita. E, invece, c’è sempre qualcuno pronto ad osteggiare questa libertà sacra, donata dagli déi agli uomini per cantare gesta, sentimenti, rivoluzioni; e, nei suoi moti più alti, la partecipazione alle melodie del cosmo che ci circonda. BlueChips
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/06/08 alle 14:36 via WEB
scusa è venuto doppio. B.C.:))
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/06/08 alle 20:26 via WEB
Cara Marina, ho finalmente visto e. . .rivisto Napoli Capitale e voglio dirti che l'ho trovato "Stupendo" !Nelle riprese ( Mauro è stato eccezionale) e nella tua sceneggiatura. Ti scatena una rabbia incredibile contro i responsabili dello sfacelo. Passando ad altro , ho trovato anche molto efficaci i tuoi pensieri sulle " Castra " .Quella categoria di giornalisti critici di musica sottostanno alle linee editoriali di media generosamente sovvenzionate dalle Multinazionali a loro volta sostenute dai poteri di oltre oceano e di Londra che utilizzano la musica . . .la loro musica come mezzo per " americanizzare " il mondo. Si sa che Mdonald, coca cola e rap rock sono piu penetranti dei carri armati. Questi poteri musicali hanno deciso la "damnatio memoriae" della canzone napoletana cassandola da tutti i repertori internazionali. I 4 simpatici italiani stanno avendo successo perchè non cantano italiano ma inglese e stanno collaborando alla diffusione di una cultura che non ci appartiene. Per la verita li ho ascoltati anche con piacere ma mi chiedo se un cittadino americano potra' mai ascoltare e giudicare ( reciprocita' ) una nostra canzone. Chiudo facendo questa riflessione: Elvis tanti hanni fa cantava 'o Sole mio poi nacque il fenomeno chiamato "payola" in USA ( significa pay for play )con il quale le multinazionali della musica pagavano e . . .pagano le radio per programmare solo le loro musiche ( ci sono evidenze giudiziarie trentennali ) e cosi' è finito tutto !! Un saluto a te e a Mauro. Paolo
 
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PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

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RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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