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Cassandra

Post n°859 pubblicato il 02 Novembre 2008 da vocedimegaride
 

di Marina Salvadore

Ogni tanto, sul sentiero del quotidiano, incontro Cassandra ed ho la sana abitudine di ascoltarla, senza scappar via come farebbe qualsiasi napoletano superstizioso. L’altro giorno, attraverso un’agenzia, venivo a sapere che Bruno Contrada, il 29 ottobre, accompagnato come un cittadino qualsiasi dai suoi avvocati, usciva per la prima volta senza scorta dalla sua casa di Palermo per andare a colloquio con il giudice di sorveglianza Nicola Mazzamuto che l’aveva convocato. C’era la bella Cassandra con me ed abbiamo commentato insieme l’insolita notizia. Veramente, in segno di rispetto, ho lasciato a lei l’onere delle considerazioni che, puntuali e sintetiche, sono state da lei elaborate e sfornate. Mi diverto in compagnia di Cassandra, non lo nego: è capace di irrorare di fosforo la mia rinsecchita materia cerebrale e rimette in moto, d’incanto la mia pigra ghiandola pineale, pur se con enorme sofferenza per la vorace tiroide che vorrebbe avere la meglio sugli ormoni, sparando sui neuroni, per ridurmi una bestiolina da pollaio… Cassandra mi faceva notare un’esagerazione incomprensibile, una vera esplosione di bontà e compassione delle “autorità” preposte, tutt’assieme, in capo al vecchio leone Bruno Contrada, fino all’altr’ieri stipato nel Gulag della Giustizia, incatenato al ceppo, imbavagliato e stordito da continue vessazioni.  Conoscendo il soggetto, è anche impensabile sostenere che solo dopo 16 anni abbia finalmente deciso di parlare, di vuotare il sacco, di difendersi… ed ancor più si fa strada – in ottima malafede – il truce quesito:  perché ORA tutti sembrano ben disposti ad ascoltarlo, a liberarlo dai lacciuoli, quando le cose che oggi sembrano dichiarazioni spontanee, riempiono da 16 anni faldoni, appelli, difese, istanze e denunce – quintali di carte scritte a mano o con l’ausilio della Olivetti – religiosamente prodotte e maniacalmente archiviate dal nostro “abate Faria”, in questi lunghi anni? Cassandra, una sua precisa idea ce l’aveva, a riguardo: nessuno riesce ad infessirla, a prendersene gioco, poco avvezza com’è alla celia e avendo avuto vita dura e solitaria, provata dagli inganni dell’uomo. Ella mi ricordava, durante l’avvincente discussione, il pugno di ferro - una vera e propria odissea - della togata Daniela Della Pietra, che si commuoveva solo per la debilitazione dei giovani carcerati camorristi di S.Maria Capua Vetere, rispedendoli  cristianamente a rigenerarsi ai confortevoli “domiciliari” mentre quel povero vecchio acciaccato e consunto non era in grado di suscitarle un battito di ciglia, una minzione di lacrima di coccodrillo. Niente! Una statua di marmo. A quel punto ricordavo alla mia interlocutrice d’aver già “cassandramente” eccepito che il trasferimento-lampo dagli pseudodomiciliari al Varcaturo ai domiciliari palermitani, erano probabilmente serviti a non infierire troppo sulla magistrata “di pietra” ora ch’era nei guai per l’eccessiva clemenza malamente indirizzata e punita con un trasferimento d’ufficio chissà dove… E’ stato a quel punto che qualcosa si è smosso. Il temutissimo prefetto, considerato ancora socialmente pericoloso dal tribunale di sorveglianza di Napoli, a due giorni dall’intervento chirurgico di polipectomia al colon, era inspiegabilmente sollevato dal letto di convalescenza e reintegrato nell’urbanità palermitana, nonostante la pericolosità in vigore, mai cassata dalle tante disposizioni post-udienza della sorveglianza partenopea. Come un pacco postale, l’abate Faria, era rispedito al mittente, presso la velenosa procura di Palermo, ora tutto un brodo di giuggiole! Cassandra, senza parole, con i suoi occhi scuri e profondi, ardenti di tizzoni di brace, mi invitava alle più logiche conclusioni, a profetare… ed io – non so se per suggestione o per spirito di emulazione – sentivo brividi di freddo al solo formulare con il fiato sulle labbra quelle strane, terribili congetture che il libero pensiero e l’animo incorrotto mi avevano sollecitato, come conclusione amara di un romanzo di fantapolitica. A pensar male ci si azzecca sempre, nella maggioranza dei casi. Ebbene, anche la povera Cassandra aveva provato il medesimo brivido di paura, di dispiacere, di dolore per quell’eroe incompreso, oltraggiato, lasciato ora a pascolare, libero come un falco dalle ali spezzate, come un bersaglio mobile in una landa deserta e sconfinata, senza  manette, senza catene, senza bavaglio… ma senza neppure un cespuglio dove mimetizzarsi… almeno fino all’imminente decisione per il probabile differimento della pena che – stante le incredibili beneficenze dell’ultim’ora palermitana – vedrebbe la logica consecutio  nella revisione del processo; quella ultima e legittima tappa… l’ultima pagina dell’odissea di Ulisse-Contrada… che autorevoli ed occulti burattinai non consentiranno MAI!  Cassandra o portasfighe per chi non le da credito, eppure cantata da Licofrone - il medesimo che cantò  le sirene Partenope, Leucosia e Ligeia – colui che amava le donne, ne subiva l’incantato fascino, specialmente se donne d’intelletto superiore a quello dei soliti eroi guerrieri e rapaci, preferiti dal misogino Omero. Cassandra senza palla di cristallo, desiderata da Apollo ed al dio negatasi, continua a profetare dall’Ade e più spesso di quanto si creda il suo spirito aleggia intorno alle donne di buona volontà, discendenti dall’antica dea Atena, regina dell’intelligenza e del buonsenso. Cassandra quindi ancora si esprime e mette in guardia da pericoli, pur se per l’eternità, chiunque scettico la incontri sul suo cammino… si “gratterà” gli zebedei! Come si dice? Uomo avvisato mezzo salvato!

Umanamente ed umilmente confidando che Cassandra abbia dato fondo ai suoi poteri, un saluto ruspante agli ascari, ai delatori ed ai burattinai, con il motto della casa: "Cà nisciuno è fesso!". 

immagine:"Ajax and Cassandra" by Solomon Joseph Solomon, 1886

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kuskus0
kuskus0 il 02/11/08 alle 06:48 via WEB
Il vero problema è che il Generale Bruno Contrada, non ha nessun sacco da svuotare su i misteri d'Italia. Ha però una memoria storica della lotta alla mafia, lotta che lui ha posto in essere in modo eclatante, documentatamente (ed encomiato anche da Falcone ed Imposimato oltre che da un altro centinaio di svariati soggetti) per tutti gli anni della sua carriera, improvvisamente infangata e distrutta, insieme ai suoi sacrifici per la pensione di vecchiaia. Non ha segreti ma puntuale capacità di contrapporsi con fatti documentati e protocollati all'ignominia che gli è stata scagliata addosso per seppellire la sua grandezza ad opera di quanti, mediocri, imbelli, invidiosi, avidi di potere, non riuscivano a tenerlo "sotto lo schiaffo", a gestirne l'efficienza a proprio vantaggio. Il pericolo concreto di questa decisione che non capisco e che alla luce dei trascorsi appare del tutto ingiustificata..(il farlo girare per Palermo senza scorta) è che qualcuno dei giustizieri-sceriffi possa fargli del male. O forse si spera che gli prenda un accidente e si autoelimini per eliminarecosì anche tutti i problemi che il suo caso (ormai assurto alla conoscenza dei neuroni del volgo, grazie alla poderosa campagna stampa svolta dalla voce di megaride e dal Comitato) ha causato e ancora causerà a quelli che l'hanno torturato, infangato, distrutto socialmente ed anche nel corpo. Bruno Contrada forse come tanti giusti trattati ingiustamente, verrà risbilitato dopo la sua morte per farne un eroe. Per noi che lo amiamo e lo sosteniamo egli è già un eroe e ai nostri occhi non ha macchia, se non quella, in un sistema corrotto e decadente, di aver mantenuto la sua dignità, di aver continuato a svolgere il suo lavoro senza avere altro che il suo lecito stipendio e ad abitare in una modestissima casa popolare. In tanti, al suo posto, se al fianco avessero avuto Cassandra che avesse illustrato loro questo tragico ed ignominioso futuro, avrebbero forse approfittato di tutto quel potere, di tutta quell'esperienza e con furbizia e profonda disonestà si sarebbero arricchiti illecitamente e sarebbero andati nelle Caiman, laddove non avrebbero dovuto neppure subire il pianto dei caimani-disumani. Agnesina Pozzi
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/11/08 alle 10:04 via WEB
ho gustato l'architettura del pezzo che man mano porta il lettore verso lo svelarsi del pensiero morale della scrittrice: Ella scrive in modo divino e riesce con la ragione del cuore a riflettere meglio di un qualsiasi analista giuridico. Marina è veramente la Matilde Serao del XXI secolo. Con affetto. Buona domenica. Crocco57
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/11/08 alle 10:13 via WEB
Marina, tu sei ragioneria come lo era Italo Svevo. Sei un'opera d'arte. Buona domenica. Patty Ghera
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 02/11/08 alle 11:37 via WEB
Ringrazio per l'apprezzamento Agnesina, Patty ed Antimo ma non ho composto una lirica; semplicemente non sapevo come rappresentare, senza aggressività verbale, le preoccupazioni... le paure che mi hanno assalita di fronte a tutta questa BONTA' che puzza di falso e di oscura premeditazione. So che al generale Contrada viene trasmesso ogni articolo di stampa che lo riguarda... ed allora, nell'esprimere il mio "cassandresimo" mi sono sostituita al destinatario del messaggio, cercando di non turbarlo troppo. Soprattutto, confido nel fatto che anche le istituzioni ed i burattinai recepiscano l'accusa. marina
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/11/08 alle 15:09 via WEB
Mi unisco ai succitati complimenti per il pezzo di Megaride.
Ambro ( anche un po' Licofrone)
 
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Anonimo il 02/11/08 alle 17:45 via WEB
Marina sei un fenomeno giornalistico scrivi un libro porco giuda!Cari saluti a te e Mauro ,Nino Truppo
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/11/08 alle 18:17 via WEB
ma come gli è saltato in mente di farlo tornare a Palermo? Non era più al sicuro al Varcaturo? ENZO ESPOSITO
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/11/08 alle 18:26 via WEB
C'è di più: perchè adesso vogliono farlo cantare come un grammofono e lo invitano anche come teste al processo a Totò Riina? Signor Generale, la prego, se ci legge, non esca di casa e faccia l'impossibile per tornare a Napoli! claudia
 
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Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

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a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
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