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LA MIA CHIESA...

Post n°1326 pubblicato il 28 Dicembre 2009 da vocedimegaride
 

di  Umberto Franzese

 

I bambini, teneri virgulti, sono le prime vittime di una chiesa rapace, ingannevole, insidiosa.

I bambini indifesi, deprivati, ma  anche quelli protetti, tutelati, che frequentano regolarmente la scuola, praticano attività sportive, corsi di danza, di ballo, di lingua inglese a scapito della lingua madre. Progetti a lunga o a breve scadenza che nascondono vuoti affettivi, calore familiare. Falsità mondane per mettere in piedi delle aspettative che non troveranno mai sbocchi reali. Inutili esercizi nella speranza di creare campioni sportivi o stelle dello spettacolo: sono questi gli unici modelli a cui si rifanno i piccoli aspiranti imbeccati da padri e madri di “famiglie allargate” o “dissolte”.

La chiesa, certa chiesa, a questo stato di abbaglio, di vagheggiamento, dà una mano. La chiesa che da Casa di Dio si fa luogo di svago, di spettacolo. La chiesa, che per mettere in scena la Sacra Natività, allontana da sé il Santissimo, lo mette fuori dalla Sua dimora restringendolo altrove sotto chiave. E apre le porte ad orchestrali, cantanti, presentatore, intervistatore. E’ un modo per dare spazio ai microfoni, alle luci dei riflettori, alla scenografia e a un po’ di notorietà passeggera a quanti si sono sottoposti a fatiche e a stress per farsi avanti e vestire i panni di artisti in erba aiutati da maestri improvvisati e da mamme speranzose ed intriganti.

La Casa di Dio, ove dovrebbe regnare silenzio e compostezza, spogliata della sua sacralità. La Casa di Dio che ospita una vera e propria orchestra, composta da: pianola, chitarre elettriche, violino, tromba, batteria. Il presentatore che attizza il pubblico presente, la cantante che in luogo di intonare canti natalizi, canta in inglese canzoni che nulla hanno da spartire con la tradizione nostrana. E ad ogni sua esibizione giù applausi scroscianti da amici e parenti. Non c’è biglietto d’ingresso, ma un costo da pagare dal momento che in una busta di colore rosso fuoco, approntata con leggerezza, bisogna inserire una “offerta a piacere”. L’incasso recondito risulterà efficace, adeguato.

Sono ben tristi giorni per la Chiesa romana. Sono spariti da un pezzo i preti che vestivano la veste talare, parlavano latino e non volgevano le spalle al Signore. Si è anche passati dal canto gregoriano alle messe rock. Sono stati rifatti gli arredi sacri che stanno a metà tra il kitch valdostano e il moderno “design” americano. Non c’è più religione: I ministri di Dio sono degli autentici “pentiti”.  Chi sia oggi il nemico principale della Chiesa cattolica è presto detto: non l’Islam, non l’ateismo occidentale, non la New Age, non la TV, non il materialismo, l’aborto o le manipolazioni genetiche.

Il nemico della Chiesa cattolica, è la chiesa scristianizzata, la chiesa che si culla nell’edonismo e nel consumismo più sfrenato.

La  Chiesa non più tale, ma “aula liturgica”, che rappresenta nel presepe una donna incinta* completamente nuda che corre. Secondo gli “stimmatini” di Sezano, che cercano di spingersi un tantino più oltre dei “pallottini” sulla strada del “cattoprogressismo”, la figura di donna nuda è la Vergine Immacolata “come segno dell’Avvento per il messaggio di Annuncio e di concepimento che porta con sé”.

Sono altri i veri cristiani nel mondo: quelli della “Chiesa che soffre”, sottoposti alle più barbare vessazioni e persecuzioni.

Noi miscredenti, noi gaudenti, arginiamo la fede, smorziamo il valore dello spirito e svalutiamo la dignità dell’individuo, sostituiamo il sacro e ravviviamo il profano.

Noi, portiamo offesa ai simboli religiosi.

Noi, di fronte a religioni salde, efficaci, inattaccabili, siamo destinati a perire.

Noi che concediamo protezione in cambio di sottomissione. Noi “egualitaristi”, che concepiamo i diritti delle minoranze uguali a quelli delle maggioranze.

Noi, che a buon pro mettiamo il nostro Dio fuori dall’uscio per far posto al Sacro Consumo, al godimento, alla gozzoviglia, allo sperpero.

Rimpiango la mia Chiesa. La Chiesa di S. Alfonso Maria dei Liguori, la Chiesa di S. Giuseppe Moscati, di S. Pio V, di Don Placido Baccher, di Bartolo Longo.

Rimpiango il Natale con gli zampognari d’Abruzzo e fare le novene. Il Natale del dare, del donare. Il Natale del Divin Verbo. Il Natale nei versi della Pastorale settecentesca di Sant’Alfonso, di Salvatore Di Giacomo, di Libero Bovio.

Rimpiango la mia Chiesa: Chiesa di beatitudine, Chiesa di conciliazione, di sacrificio, di pietà, di compassione.

Rimpiango i canti della liturgia mariana: Nativitas Tua, Ecce Ancilla Domini, Gaude Dei genitrix, Virgo Dei genitrix.

Ricordo con malinconia, con profondo rammarico, Ministri di Dio modelli di probità, di rettitudine: Padre Postiglione di S. Maria Maddalena, Padre Ciccone di S. Maria del Soccorso, Padre Cordella di S. Gennaro al Vomero, Padre Noviello, Padre Gambardella.

“Sinite parvulos ad me venire”. No, non affidate, mamme che avete a cuore il bene dei vostri figli, non affidate i vostri figli a cattivi maestri!
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*(in foto:
Una Madonna spoglia e dolente La statuetta, opera di Marco Danielon, intitolata «Madre di Dio» rappresenta una figura femminile gravida. L’associazione «Io amo l’Italia» di Magdi Cristiano Allam polemizza contro la statuetta della Madre di Dio esposta al monastero di Sezano, Verona. “Stiamo ricevendo” comunica la Comunità Stimmatini di Sezano “messaggi con parole di violenza, volgari e di minaccia in riferimento alla scultura di M. Danielon, collocata nella nostra aula liturgica come segno dell’Avvento. Il messaggio spirituale che proviene dall’opera e che molti hanno avuto modo di accogliere e interiorizzare, nulla ha a che vedere con questi toni polemici dai quali prendiamo le distanze.” )

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PREMIO MASANIELLO 2009
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a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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