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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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vocedimegaride il 09/02/13 alle 12:49 via WEB
da Trieste/FAUSTO BILOSLAVO--------- Provate a immaginare una giornata della memoria dell'Olocausto celebrata in un Paese dove ci siano delle vie o piazze dedicate ad Hitler oppure a uno dei suoi gerarchi. Domani, 10 febbraio, lo Stato ricorda l'esodo di oltre 200mila istriani fiumani e dalmati e la tragedia delle foibe con le sue migliaia di vittime. Però una dozzina di vie di città italiane sono ancora intitolate al maresciallo Tito, boia degli italiani alla fine della seconda guerra mondiale. Da due anni il sindaco di Calalzo (Belluno), Luca de Carlo, e il suo assessore, Antonio Da Col, sono impegnati nella battaglia per cambiare la toponomastica dedicata al fondatore della Jugoslavia comunista. Nel 2011 hanno scritto al presidente Giorgio Napolitano: «Sarebbe un segnale fondamentale per ricomporre le tragedie della storia, se Lei decidesse di accogliere il comune sentire delle nostre genti ritirando le onorificenze a Tito (oltre che ai suoi colonnelli Ribicic e Rustja) e contestualmente disponendo la rimozione in tutto il Paese dei toponimi ad essi intitolati». Nessuna risposta è mai arrivata dal Quirinale. Josep Broz Tito venne decorato nel 1969, dall'allora presidente Giuseppe Saragat, come «Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana» con l'aggiunta del Gran cordone, il più alto riconoscimento. Nessuno ha mai pensato di levargli questa onorificenza per «indegnità», come è previsto dalla legge. L'Italia l'ha fatto lo scorso anno, per la stessa onorificenza di Tito, che Napolitano aveva appuntato sul petto di Bashar al Assad nel 2010. Il presidente siriano, pur immerso fino al collo nel bagno di sangue nel suo Paese, non ha mai ucciso però un solo italiano. Oltre a Tito sono stati decorati dal Quirinale i suoi uomini più fidati: Mitja Ribicic, Cavaliere di Gran Croce e l'ammiraglio jugoslavo Franjo Rustja. Il primo, nel 1945, era un alto ufficiale della polizia segreta attiva contro gli italiani. A Lubiana, nel 2005, venne aperta un'inchiesta a suo carico per crimini di guerra, ma 60 anni dopo è stato impossibile trovare le prove. L'ammiraglio Rustja nei terribili 40 giorni dell'occupazione di Trieste (maggio-giugno 1945) era primo assistente al comando del IX Corpus. L'unità di Tito che deportò e fece sparire per sempre molti italiani. Lo scorso anno il sindaco di Calalzo ha inviato la lettera contro le vie e piazze dedicate a Tito alla dozzina di comuni italiani che le ospitano tutt'oggi. Luigi Aurelio Verrengia, nel 2011 primo cittadino di Parete nel casertano, aveva dichiarato: «Non sono favorevole alla rimozione, a meno che non sia determinata da disposizioni legislative. Penso che sia orrenda la storia delle foibe, ma resta pur sempre la valutazione che Tito ebbe una funzione storica rispetto all'antinazismo e all'antifascismo». Il sindaco di Scampitella, in Campania, aveva promesso di farlo, ma via Tito campeggia ancora su Google map vicino a via Kennedy. Stesso discorso per Campegine (Reggio Emilia) dove una mozione di Pdl e Lega per cancellare via Tito è stata respinta. «Nonostante tutto è stato un grande statista» aveva detto nell'occasione Luca Vecchi, capogruppo del Pd. Via Maresciallo Tito spicca anche a Cornaredo, in Lombardia. A Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, è vicina alla strada dedicata a Palmiro Togliatti e a quella a Mao Tse Tung. Non a caso i sindaci interpellati non hanno risposto al sindaco di Calalzo, che ieri, assieme a una delegazione dell'Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, che rappresenta gli esuli, è andato a protestare dal prefetto di Belluno. «Sono state levate le medaglie ad Assad e a Tanzi, dopo il crack Parmalat, ma non a Tito - spiega De Carlo a il Giornale -. Lancio l'idea di una raccolta di firme in Rete per ritirare l'onorificenza al boia degli italiani e cambiare i nomi di vie e piazze a lui intitolate». Sembra assurdo, ma nel silenzio tombale del Quirinale e di tanti comuni è l'unico scossone di un paese che celebra le vittime delle foibe e allo stesso tempo continua a onorare il loro carnefice. www.faustobiloslavo.eu
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 09/02/13 alle 12:30 via WEB
Re GIORGIO fa l'ennesima retromarcia ma ciò che fa più inorridire, a parte il "pentitismo", è la melensa approvazione del VATICANO, ove ha trovato CASA da lungo tempo................. PoliticaPercorso:ANSA.it > Politica > Napolitano: 'Rinasca componente ideale e morale della politica' 08 febbraio, 20:30 La riflessione di Napolitano sull'impoverimento culturale della politica Giorgio Napolitano sollecita la ''rinascita della componente ideale e morale" della politica. Tale rinascita deve essere basata sul recupero degli ideali di libertà e di giustizia sociale. Si tratta di "secernere dalle ideologie contrapposte" del '900 i loro ''riferimenti positivi". La riflessione è contenuta in un contributo alla raccolta di scritti in onore del settantesimo compleanno del cardinale Gianfranco Ravasi, pubblicato oggi dall'Osservatore Romano. "Certo, è stato impossibile - se non per piccole cerchie di nostalgici sul piano teoretico e di accaniti estremisti sul piano politico - sfuggire alla certificazione storica del fallimento dei sistemi economici e sociali d'impronta comunista", scrive inoltre il capo dello Stato nel suo intervento. Il presidente della Repubblica incentra la sua riflessione sul rapporto tra etica e politica parlando chiaramente della fine delle ideologie, a partire da quella comunista, ma non dimenticando che dall'altra parte si affermò anche un certo "fondamentalismo di mercato". Sempre sulla fine del comunismo, Napolitano parla del "rovesciamento di quell'utopia rivoluzionaria che conteneva in sé promesse di emancipazione sociale e di liberazione umana e che aveva finito - come, con fulminante espressione, disse Norberto Bobbio - per capovolgersi, nel convertirsi di fatto nel suo opposto". In parallelo, aggiunge il presidente, "l'ideologia conservatrice è sopravvissuta alla fine del comunismo, assumendo sempre più le sembianze di quel 'fondamentalismo di mercato', tradottosi in deregulation e in abdicazione della politica, che solo la crisi finanziaria globale scoppiata nel 2008 avrebbe messo in questione".
 
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Antonio Pocobello il 08/02/13 alle 20:21 via WEB
A PROPOSITO DEL PROSSIMO 10 FEBBRAIO - GIORNATA DEDICATA AL RICORDO DELLE FOIBE E DELL’ESODO ISTRIANO, GIULIANO E DALMATO, A PARTE LA RETORICA E LE CELEBRAZIONI UFFICIALI PIU’ O MENO SENTITE, E’ DOVEROSO RICORDARE ANCHE COME FURONO ACCOLTI NELLA LORO AMATA PATRIA GLI ESULI ? Così l’Unità: “Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città. Non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori. I gerarchi, i briganti neri, i profittatori che hanno trovato rifugio nelle città e vi sperperano le ricchezze rapinate e forniscono reclute alla delinquenza comune, non meritano davvero la nostra solidarietà né hanno diritto a rubarci pane e spazio che sono già così scarsi.” I “comitati d’accoglienza” organizzati dal partito comunista contro i profughi all’arrivo in Patria furono numerosi. All’arrivo delle navi a VENEZIA e ad ANCONA gli esuli, donne vecchi e bambini, furono accolti con insulti, fischi e sputi e a tutti furono prese le impronte digitali. A LA SPEZIA città dove fu allestito un campo profughi, un dirigente della Camera del lavoro genovese durante la campagna elettorale dell’aprile 1948 arrivò ad affermare: “in Sicilia hanno il bandito Giuliano, noi qui abbiamo i banditi giuliani”. A BOLOGNA i ferrovieri aizzati dal sindacato, per impedire che un treno carico di profughi proveniente da Ancona potesse sostare in stazione, minacciarono lo sciopero. Il treno non si fermò e a quel convoglio, carico di umanità dolente, fu rifiutata persino la possibilità di ristorarsi al banchetto organizzato dalla Poa - Pontificia Opera Assistenza e di ritirare almeno il latte per i molti bambini. I profughi, due volte italiani per nascita e per scelta, non crearono mai, in nessun luogo dove essi trovarono rifugio, problemi di criminalità. Serve forse ricordare i nomi di alcuni di questi “banditi” : Ottavio Missoni, Abdon Pamich, Nino Benvenuti, Alida Valli, Enzo Bettiza, Orlando Sirola, …. e non vado oltre. FATE ORA UNA CONSIDERAZIONE CON L’ATTUALE E PERSISTENTE INVASIONE DI CLANDESTINI, COMUNITARI ED EXTRACOMUNITARI, E VEDETE COME SONO CAMBIATE LE COSE. SENZA DUBBIO ALTRI TEMPI, ALTRE SITUAZIONI, MA, FORSE, NON ALTRI COMUNISTI ????
 
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Claudio Antonelli il 03/02/13 alle 13:46 via WEB
C= CHIAREZZA -"Far chiarezza" In un forum linguistico del "C. della S." online un partecipante, deprecando la scarsità di termini usati dai mass media, ha espresso il timore che la lingua italiana "si riduca ben presto a 200 vocaboli". È proprio vero, in Italia, terra delle mode, a certe parole e frasi a un certo momento arride una gran fortuna: sono sulla bocca di tutti. A spese di una varietà di altre meno fortunate che, anche se più chiare ed espressive, tendono ad essere usate sempre di meno, perché messe in naftalina dal termine o dall'espressione in auge. E ciò ha l'effetto di ridurre la varietà del vocabolario di chi parla o scrive... "Tenere alta la guardia" è una di queste frasi prepotentemente alla moda. Un’altra è l'invito a "far chiarezza", espressione che esala superiorità morale, pragmatismo ed efficienza. E che ha eliminato il verbo "chiarire", il quale esigeva un fastidioso complemento oggetto: chiarire le responsabilità dell'accaduto, chiarire le circostanze, chiarire un fatto... Chi "porta avanti il discorso" si guarderà bene dall’appesantire il proprio vibrante appello a "far chiarezza" attraverso termini aggiuntivi, come "far chiarezza sull’accaduto", "sugli avvenimenti", "sulle circostanze", "sui retroscena", "sui risvolti". Chi invita a "far chiarezza" non precisa quel che l’altro, cui l’invito è rivolto, dovrebbe fare di concreto, perché il punto di forza della frase sta proprio nella sua concisione o se vogliamo nella sua mancanza di chiarezza. Ad aggiungere qualcosa si rischierebbe di perdere l’effetto ricercato, dato che "far chiarezza" è una frase assoluta dal potere taumaturgico alla "abracadabra" e con una risonanza poetica alla "m’illumino d’immenso". Un giornalista che si rispetti non scriverà "XY ha voluto chiarire la sua posizione", frase d’anteguerra che sa di naftalina, di "bagnasciuga" e di "battaglia del grano", bensì: "XY ha voluto far chiarezza". E così preferirà all’antidiluviano: "L’omicidio non è stato ancora chiarito", un contemporaneo: "Sull’omicidio non è stata fatta ancora chiarezza." Ripeto: l’invito alla "chiarezza" ha spazzato via l’uso di termini e espressioni che servivano a precisare il pensiero, ma che, ahimè, non erano abbastanza icastici, omologanti, ufficiali. Finite quindi anche le frasi con i chiarimenti, le chiarificazioni, le verifiche, le delucidazioni, gli accertamenti, le prove (a dire il vero resistono ancora gagliardamente – ma sono i soli – i famigerati "riscontri", termine a mio avviso ambiguo su cui occorrerebbe, questa volta sì, "far chiarezza"). Nella lingua italiana corrente non si delucida piu', non si fa luce, non si chiariscono dubbi, retroscena e circostanze, non si accertano verità o responsabilità, non si stabiliscono fatti, non si determinano negligenze, non si fugano ombre. Non si mette più nulla né in luce né in chiaro. Si fa invece "chiarezza"! Lo stesso presidente Napolitano, che non ha mai fatto chiarezza sull’incredibile, lunghissimo abbaglio, patito nel corso della sua carriera di professionista della politica, nei confronti dei paesi del comunismo affamatore e liberticida, visti da lui – fino alla caduta del Muro – come paesi modello per l’Italia... Ebbene il nostro simpatico, umano, patriottico presidente oggi è infaticabile nel lanciare, con accento partenopeo, il suo quotidiano invito a "far chiarezza". Fare chiarezza su cosa? Di volta in volta un po' su tutto, poiché per gli appassionati della dietrologia e per i patiti del "cui prodest?" – legioni in Italia – niente è come appare, e ombre e sospetti incombono su tutto. Nella patria del pressapochismo, della confusione e della dietrologia l’invito a fare chiarezza è un coro possente, degno del Nabucco, dalle Alpi alla Sicilia. Ma nessuno dà il buon esempio cominciando a farla, lui, la chiarezza; la mancanza di chiarezza – ognuno di noi lo sa – è il male cronico degli altri. Spero, da parte mia, di essere stato chiaro. C. Antonelli
 
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vocedimegaride il 31/01/13 alle 12:10 via WEB
http://www.corrierecaraibi.com/FIRME_MSalvadore_130126_Eterna-Shoah-napoletana.htm
 
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vocedimegaride il 30/01/13 alle 13:35 via WEB
DEFINITIVO! Il fotografo ZAPPADU E' CANDIDATO AL PARLAMENTO!!!!!!!!!!!!! Il fotografo sardo diventato famoso per gli scatti rubati di Villa La Certosa sarà candidato in Sardegna nella Lista Ingroia per la Camera nelle prossime elezioni politiche Rivoluzione civile, arriva Zappadu CAGLIARI - Il fotografo sardo diventato famoso per gli scatti rubati di Villa La Certosa, Antonello Zappadu, sarà candidato in Sardegna nella Lista Ingroia per la Camera nelle prossime elezioni politiche. Aveva ritratto il premier Silvio Berlusconi nel parco della residenza sarda assieme ad alcune giovani, foto poi pubblicate nell'aprile 2007, e per lui era scattata l'accusa di violazione di domicilio e della privacy, e quindi era stato avviato un processo per le immagini contestate. Il capolista alla Camera per Rivoluzione Civile, Arancioni, Rifondazione Comunista, Comunisti italiani, Italia dei Valori, Verdi, resta Antonello Pirotto, l'operaio del Sulcis diventato famoso per lo scontro verbale, nel corso di un programma di Michele Santoro, con l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli.
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 29/01/13 alle 13:39 via WEB
IPOCRISIA SINISTRA!... Sinistra filoebrea per un giorno Gli altri 364 abbraccia Hamas Dal segretario Bersani a D'Alema, da sempre nel Pd tutti invocano più tutele ai palestinesi. Poi il 27 gennaio gli eredi del Pci si ritrovano uniti nel condannare Shoah e fascismo Fabrizio Rondolino - Mar, 29/01/2013 - La sinistra italiana, che si considera la parte migliore del Paese e fra le cui mani sventola da sempre la bandiera del «politicamente corretto», ha celebrato anche quest'anno con compita partecipazione la Giornata della Memoria. E quando Silvio Berlusconi s'è lasciato scappare un giudizio infelice su Mussolini, non le è sembrato vero di sbranare - come si usa dire oggi - il Cavaliere e il suo presunto fascismo di ritorno. Lasciamo da parte Berlusconi, e volgiamo per un attimo lo sguardo alla sinistra scandalizzata - o meglio sarebbe dire scandalosa, e fastidiosamente ipocrita, perché ogni 27 di gennaio è sì orgogliosa di commemorare la Shoah, ma negli altri 364 giorni dell'anno non esita ad applaudire Hamas. Lasciamo da parte le frange più estreme, i militanti del «Forum per la Palestina» - quasi tutti di Rifondazione e del Pdci, e oggi con Ingroia - che bruciano in piazza le bandiere di Israele, inneggiano al terrorismo e invocano una perversa riedizione della «soluzione finale». E lasciamo da parte gli studenti che lo scorso novembre hanno lanciato oggetti e scandito slogan minacciosi davanti alla sinagoga e alla scuola ebraica di Roma, senza che nessuno si sentisse in dovere di pronunciare una parola di condanna. E lasciamo anche da parte i lettori oramai appassiti del Manifesto, che apprezzano le parole di Valentino Parlato sulla «sanguinosa aggressione dello Stato di Israele contro i disperati di Gaza»
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 28/01/13 alle 21:13 via WEB
... in questo Paese le cattedre sono ALTARI VOTIVI dedicati alla Beata Ignoranza!
 
vocedimegaride
vocedimegaride il 28/01/13 alle 21:04 via WEB
Il mio unico merito, da comune scolarizzata quindi perfetta ignorante, è stato quello di leggere... leggere... leggere... le fonti disponibili a tutti che ho citato; una cosa che chiunque, se volesse, potrebbe fare... ma nutro seri dubbi sul fatto che qualcuno dei nostri figli o nipoti voglia davvero approfondire la propria identità o senso di appartenenza; del resto, se un prossimo maturando presentasse agli esami di Stato questa tesina, rischierebbe la bocciatura e gli insegnanti lo perseguiterebbero a vita, definendolo un disturbatore della quiete PUBBLICA, alla stregua di un terrorista !
 
kuskus0
kuskus0 il 28/01/13 alle 17:44 via WEB
Cara Marina, posso fare una sola cosa: ringraziarti per questa lezione "accademica" di Storia; anzi, posso e DEBBO fare un'altra cosa ancora più importante: RI-STUDIARE davvero tutto! Che tristezza. Ad un certo punto della mia vita di giovane studente, pur non avendo allora fonti a cui attingere, sentivo a pelle la MENZOGNA e imparavo il ritornello ma senza alcuna convinzione. A tante domande, a tanti legittimi dubbi, nessun "professore" dava risposte. Diventava quindi ancora più legittimo e logico dubitare la "verità" nella nostra formazione. Spero con tutto il cuore che finalmente si aprano gli armadi tenuti tanto, troppo tempo chiuso, non per liberare scheletri che già ne ho visti tantissimi, ma per liberare le giovani menti dal capestro delle visioni monoculari...ed anche sfuocate, dei fatti che costituiscono la nostra ontologia socio-culturale. Grazie ancora. Grazie! Agnesina Pozzi
 
 
 

PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
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DEDICATO AGLI EMIGRANTI

 

NOMEN OMEN

E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

IL MEZZOGIORNO CHE DIFENDIAMO

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vuoi effettuare un tour virtuale e di grande suggestione tra le numerose bellezze paesaggistiche, artistiche ed architettoniche di quel Mezzogiorno sempre più obliato dalle cronache del presente?
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I consigli di bellezza
di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


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