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Rapporto Eurispes 2009

Post n°58 pubblicato il 31 Gennaio 2010 da silvio.battistini

Stipendi più bassi dell'Ocse, gli italiani faticano ad arrivare a fine mese

La crisi continua a influire negativamente sugli italiani, per i quali la situazione economica del Paese è di molto peggiorata - prova ne sono i salari più bassi dell'area Ocse - ma allo stesso tempo le prospettive di ripresa spingono verso una maggiore fiducia per il futuro. Insomma, l'oggi preoccupa ma il domani si profila migliore. Anche se quasi quattro su dieci vedono ancora nero. A dirlo sono i risultati di un sondaggio dell'Eurispes, pubblicato nella 22/a edizione del rapporto Italia 2009. Rispetto ai risultati del medesimo sondaggio realizzato nel 2008, si registra, infatti, una crescita dei pessimisti: la percentuale degli italiani che considera la situazione economica del nostro Paese "nettamente peggiorata" è del 47,1% nel 2010 contro il 37,6% di due anni prima. Però, dallo stesso confronto emerge come sia quasi raddoppiata la percentuale di quanti si dicono convinti di un futuro economico migliore per il Paese: il 18,3% rispetto al 10,9% del 2008.

La laurea non garantisce più un lavoro stabile - Nel nostro Paese, infatti, solo il 16% degli occupati in età compresa tra i 25 e i 34 anni è laureato (a fronte della media Ocse del 32%) e per la popolazione compresa tra i 15 e i 24 anni il rischio di rimanere disoccupati, aumenta al crescere del titolo di studio, tendenza che trova espressione anche nella bassa percentuale di laureati rispetto alla popolazione adulta (circa il 15% rispetto alla media europea del 22,3%).

Aumenta il gap salariale - La popolazione compresa tra i 24 e i 30 anni, oltre a riscontrare maggiori difficoltà nel trovare un impiego a tempo indeterminato (alla fine del 2007 su 381.127 contratti a progetto registrati, 201.901 coinvolgono giovani tra i 15 e i 34 anni), subisce anche l'ampliarsi del gap retributivo con i lavoratori più adulti. I lavoratori precari, inoltre, subiscono un divario retributivo generazionale ancora più ampio (i collaboratori over 60 guadagnano in media sei volte in più degli under 25), il che è dovuto dalla relazione inversa tra età e reddito.

Difficoltà ad arrivare a fine mese - I prezzi dei beni di prima necessità salgono e, per far quadrare i conti, si taglia sul resto. A partire dalla stretta su regali e ristoranti, attuata in sette casi su dieci, mentre la spesa si fa low cost. Il 48,4% del campione confessa che, "ad un certo punto del mese", incontra "difficoltà" a far quadrare il proprio bilancio familiare. Un dato che risulta comunque in calo rispetto al 2009 quando raggiungeva il 53,4% (-5%). Interpellati sull'andamento dei prezzi, più della metà degli italiani (56,8%) sostiene che nel corso dell'anno appena passato questi siano aumentati. Un dato in netta diminuzione rispetto alla scorsa rilevazione, quando si attestava all'83,4%, ma che comunque ha determinato un cambiamento dei consumi.

Italia fanalino di coda per i salari percepiti e nella top ten per il cuneo fiscale. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Eurispes "Italia 2010", in cui si riprende la classifica 2008 dei trenta paesi industrializzati dell'organizzazione parigina. Infatti, dice il rapporto, ammonta a poco più di 14.700 euro (21.374 dollari) il salario medio netto annuo percepito da un cittadino italiano. Una cifra che pone il Paese al ventitreesimo posto; in coda dopo gli altri paesi europei dove le retribuzioni nette annue si aggirano in media intorno ai 25.000 dollari, tra i quali Germania (29.570), Francia (26.010), Spagna (24.632) e superando, invece, solo Portogallo (19.150), Repubblica Ceca (14.540), Turchia (13.849), Polonia (13.010), Slovacchia (11.716), Ungheria (10.332) e Messico (9.716). I lavoratori italiani incassano dunque ogni anno retribuzioni pari al 17% in media della media Ocse. Al contrario, il cosiddetto cuneo fiscale (la differenza tra costo del lavoro e retribuzione netta) arriva a pesare - nel caso di un lavoratore dal salario medio single e senza figli - per il 46,5%, che determina la sesta posizione dell'Italia tra i 30 paesi Ocse.

 

29 gennaio 2010

 

 

 

 
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