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CALCIO - TV = CAOS! 

Post n°3 pubblicato il 18 Aprile 2008 da mark15m155
Foto di mark15m155

Un caos figlio dei tempi, un guazzabuglio dal quale sembra complicato tirarsi fuori. In un momento in cui il calcio avrebbe bisogno di un potente rilancio, ci accorgiamo che il gioco più popolare al mondo, qui in Italia, rischia la paralisi. E non per ragioni riconducibili allo sport stesso, ma alla gestione che di questo se ne fa, appiattendosi (forse inevitabilmente ma di sicuro rischiosamente) sulle corpose entrate derivanti dalla cessione dei diritti TV ad emittenti del calibro di Sky. E il rischio, appunto, è che nel momento in cui tali risorse vengono meno si minaccia addirittura lo stop a tempo indeterminato, mentre il calendario sembra già scoppiare di appuntamenti con numerose partite infrasettimanali.

Non c'è pace, dunque, per questo calcio, soprattutto quando si parla di Serie B, vittima designata del sistema calcio-pay TV. Proprio la gestione delle risorse provenienti dalla cessione dei diritti televisivi, infatti, ha determinato una frattura senza precedenti tra Serie A e Serie B, con la prima in grado di dirottare nelle proprie casse (per lo più in quelle già colme dei club più prestigiosi) la quasi totalità di questo flusso di danaro, lasciando gli sgoccioli alle società di Serie B, ormai non più comprimarie in quello che è definito "spettacolo-calcio" ma lontanissime parenti che provano a restare a galla in un mare di difficoltà economiche, rivendicando diritti che vengono ignorati o, nella migliore delle ipotesi, elargiti con malcelato fastidio da chi egoisticamente giustifica tale squilibrio facendosi forte del proprio smisurato bacino di tifosi. E qui varrebbe la pena aprire una parentesi, dato che è sotto gli occhi di tutti che proprio con l'avvento delle pay-tv i grossi club non solo hanno visto crescere smisuratamente i mezzi finanziari a propria disposizione ma, di fatto, hanno fagocitato gran parte del bacino di tifosi delle realtà provinciali, in passato unica vera risorsa economica dei piccoli club, tracciando un allarmante divario con la Serie B e decretandone una perdita di importanza senza precedenti e che mal si concilia con i costi ormai fuori portata per le squadre che vi militano.

Se a tutto ciò si aggiunge la mancata lungimiranza di chi, anche nella serie cadetta, non ha saputo spuntare un contratto pluriennale con Sky nella stagione in cui la Serie B annoverava tra le proprie fila Juventus, Napoli, Genoa, Bologna ecc. accontentandosi della logica del "tutto e subito", il quadro diventa sconfortante. E' probabile che vi sia stato un errore di valutazione, illudendosi che la Juventus avrebbe sostato almeno un paio d'anni a causa del notevole handicap con cui avrebbe dovuto affrontare il campionato. E sappiamo tutti com'è andata a finire...

Ora, dunque, ci si ritrova punto e a capo, in una situazione disastrosa, in costante fibrillazione, con le solite schizofreniche prese di posizione, quasi bastasse la minaccia di uno sciopero per uscire da una condizione ormai cronicamente paradossale. E con le loro risoluzioni dimostrano ancora una volta che le scelte sono dettate unicamente da ragioni di profitto economico e mai tenendo in considerazione i sacrosanti diritti del tifoso, il fulcro grazie al quale il pianeta-calcio può ruotare. Anticipi, posticipi, spostamenti, scioperi, scandali, decreti e quant'altro stanno frastornando l'utente finale, ma nessuno sembra curarsene. In questo marasma generale, nessuno sembra accorgersi che il tifoso non ne può davvero più e si sottovaluta il rischio che, continuando di questo passo, chi alimenta la terza industria del paese lascerà al proprio destino il gioco che gli è stato soffiato via e distrutto.

E a quel punto sarà il collasso del calcio, c'è da scommetterci.

 
 
 
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