Nel 2007, la regione Veneto approva una legge nella quale si riconosce la propria lingua, attraverso una serie di iniziative volte a riscoprire le proprie radici.
Coriano può fare altrettanto, valorizzando il romagnolo attraverso attività di recupero e riscoperta della nostra cultura e storia?
Anche se nei scranni della maggioranza siedono fieri anti-romagnolisti, noi come Lega porteremo proposte in tal senso. Cercando in primo luogo l'aiuto e l'appoggio dei curianès.
tratto da www.raixevenete.net
LA SERENISSIMA ALZA LA VOCE
E IL VENETO DIVENTA LINGUA
Il veneto non è più un dialetto: da mercoledì sera è una lingua. Il Consiglio Regionale, a larga maggioranza, ha approvato la legge che tutela e valorizza la parlata dell'ex Serenissima. Solo Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani si sono astenuti. Per il resto tutti d'accordo. Anche sull'istituzione di una festa "ad hoc" per il popolo veneto. Sarà il 25 marzo, giorno della fondazione di Venezia, anche se originariamente era stata fissata per il 25 aprile, giorno di San Marco. Il Parlamentino lagunare non ha fatto altro che legittimare la realtà: tutti giorni, più di sette persone su dieci parlano in veneto, soprattutto in ambito familiare e nel tempo libero, ma molti utilizzano la lingua dei nonni anche al lavoro. Secondo un'indagine, realizzata da Demos, ben il 78% degli intervistati, nel settembre 1998, affermava di utilizzare «molto» o «abbastanza spesso» il dialetto della propria zona. Otto anni dopo, si osserva un leggero arretramento, ma i numeri rimangono molto alti, confermando l'ampia diffusione della parlata nel Nordest. Oggi, Al dialetto, ricorrono circa tre persone su quattro, quando si incontrano con i propri conoscenti ed amici (74%). Appena inferiore è la frazione relativa all'utilizzo tra le mura domestiche: 71%. E se la diffusione del veneto sfiora l'80% presso la popolazione adulta ed anziana, c'è da dire che si mantiene comunque attorno al 65-67% nelle fasce più giovani. In altre parole, circa due giovani su tre, al di sotto dei trent'anni, continuano a utilizzare il dialetto nelle loro relazioni più strette. Per molte persone la lingua erede della Serenissima rappresenta - come dicevamo - uno strumento di comunicazione anche sul luogo lavoro: più di quattro intervistati su dieci, infatti, dichiarano di utilizzarlo in ambito professionale. Tre le persone appartenenti al ceto-medio dipendente - tecnici, insegnanti, impiegati - è circa una su tre (35%) a parlare dialetto nei contatti di lavoro, oppure tra colleghi. Ma le percentuali salgono oltre la maggioranza assoluta tra gli operai (57%) e perfino tra gli imprenditori e gli altri lavoratori autonomi: ben il 55%, nella conduzione della propria attività, comunica in dialetto. Certo che il veneto è una lingua soprattutto orale. Manca la diffusione scritta, anche perché a scuola si scrive nell'idioma di origine toscana: l'italiano. Colmare questo deficit sarà così il compito della legge regionale appena votata: "il veneto è storicamente la lingua del popolo veneto", questa è la definizione approvata, e la Regione si impegna a favorirne e promuoverne l'insegnamento e l'apprendimento, l'informazione giornalistica e radiotelevisiva, la creazione artistica, l'edizione e la diffusione di libri e pubblicazioni, l'organizzazione di specifiche sezioni nelle biblioteche pubblice, la ricerca, lo svolgimento di attività e incontri per il suo uso e conoscenza. E ancora, nell'ambito dell'istruzione scolastica, la Regione promuoverà e finanzierà corsi di formazione e aggiornamento per gli insegnati, corsi facoltativi di storia, cultura e lingua veneta. La legge detta inoltre regole in materia di grafia ufficiale e di toponomastica, con l'aiuto di una speciale commissione scientifica. Per fare tutto questo servono soldi. Pronti: 250mila euro l'anno per il prossimo triennio. Molto soddisfatti i consiglieri regionali del Progetto Nordest, Mariangelo Foggiato e Diego Cancian: «La lingua veneta è un pilastro della nostra identità e la sua valorizzazione è una tappa importante nel processo di riappropriazione della nostra sovranità politica e culturale», hanno commentato ricordando come l'iter di questa legge sia partito dal consigliere provinciale di Vicenza Ettore Beggiato (Pne) che il 10 maggio 2005 fece approvare dal Consiglio Provinciale la proposta di legge approdata poi in Consiglio Regionale. Euforici invece i rappresentanti dell'associazionismo venetista, Raixe Venete in testa, che già da tre anni organizzano la festa dei veneti a Cittadella, in provincia di Padova, «Forse oggi il pericolo di estinzione dei Veneti ha visto un'inversione di tendenza decisiva - spiega Patrik Riondato del neonato movimento "Veneti" - grazie all'impegno di tanti patrioti che, in tutti i partiti e nella società civile si sono adoperati» per il riconoscimento della lingua veneta.
Giuliano Zulin
Inviato da: mr.fox76
il 10/10/2010 alle 09:13
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il 28/09/2010 alle 16:31
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il 26/09/2010 alle 18:47
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il 08/09/2010 alle 17:02
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il 08/09/2010 alle 16:51