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Quando la vita era più facile

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Senso unico...

Post n°138 pubblicato il 19 Ottobre 2010 da leletps

Ho conosciuto una realtà che, probabilmente, fino ad ora non ha mai fatto parte del mio mondo.
Ho conosciuto la complessa serenità nell'affrontare me stesso rispetto a quello che mi trovo di fronte.
Parlerò di me questa volta.
Quello che ho conosciuto durante un percorso "strano", condito da mille e più stati d'animo, accompagnato da una colonna sonora adatta nello stimolare le assurde sensazioni.
Io che fuggo continuamente, ma poi ritorno.
Io che penso molto, ma parlo poco.
Io che mi divido da tutto quello che è la logica di chi mi vuole accanto a sè, ma non per sempre.
Io che mi accomodo seduto ad aspettare che passi quel "famoso" treno abbandonando continuamente l'idea di star fermo sui miei passi. 
Io che fremo per cambiare il mio mondo e fremo nel desiderio di toccare un solo sogno con mano e viverlo, non esitando a riempire di domande quel labirinto di risposte che si nascondono da me.
Io sempre e costantemente complesso.
Io convinto del mio essere per espletare le cose più adatte, ricercare il meglio.


Io che abbraccio il mio strumento insieme al mio destino.
Io che osservo il pavimento come se fosse una strada percorribile.
Io che a volte esagero e io che a volte esagero nel nascondermi.
Io che conosco poco, ma riconosco molto.
Io che di paura tanto quanto potrei tremare di passione.
Io che vivo su quel filo sottile che delinea la separazione tra l'ideale e l'idea.
Io che non cerco scuse, ma ho sempre la scusa buona pronta.
Io che assomiglio a tutto quello che non ho mai vissuto prima, ma che sono condizionato da tutto il mio passato.
Io che guardo in faccia il presente come per sfidarlo ogni istante e poi, alla fine, lo invito al bancone di un bar a bere qualcosa con me.
Io che dico "fanculo al destino" e mi assumo la responsabilità del caso.
Io che provo.
Io che cerco di.
Io che vorrei.
Io che di fronte a quel palco proverò sempre dei brividi sulla mia pelle.
Io che vado a senso unico...

 
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