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Un blog creato da disastromeraviglia il 22/11/2010

Se solo fosse vero

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03-12...

Post n°10 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da disastromeraviglia

Scrivo ancora asuefatta dall'emozione che ho provato nell'ora appena trascorsa.

Ci sono giorni in cui questa sensazione ti resta dentro anche quando il momento è passato ma riesce comunque ad accompagnarti per tutta la giornata.

Uno sguardo che si incrocia, due labbra che si incontrano passando da un delicato sfiorarsi ad un bacio appassionato che ti fa realmente sentire una cosa sola.

Un triste saluto sulla porta può essere meraviglioso se penso che quando la riaprirò troverò ancora gli stessi occhi ad aspettarmi.

In un istante capisci che , probabilmente, per il resto della vita non puoi fare a meno di stare così. Di stare bene.

 
 
 

mille e uno...

Post n°9 pubblicato il 03 Dicembre 2010 da disastromeraviglia

Stanca di sentirsi dire di pensare a me stessa.

Chi può permettersi di dire che il mio essere altruista non mi faccia stare bene?

Chi può permettersi di giudicare i sentimenti che provo nelle azioni che compio?

Sono consapevole che dare mille, il più delle volte, può voler dire ricevere cento.

Altrettanto consapevole che, se al mondo esiste davvero la propria metà, la mia sarà in grado di darmi mille e uno.

 
 
 

Io...

Post n°8 pubblicato il 01 Dicembre 2010 da disastromeraviglia

Io... quella che aveva sempre la risposta pronta,

Io... quella che non sbagliava mai,

Io... quella sicura, decisa, determinata,

Io... quella che ha sempre scelto come vivere,

Io... quella che vinceva sempre,

Io... quella che vedeva ogni alba con il sorriso.

 

Io... oggi, quella che si adatta a vivere una vita che gli altri stanno scegliendo per me, consapevole di non avere alternative, forse.

 
 
 

Ha nevicato...

Post n°7 pubblicato il 28 Novembre 2010 da disastromeraviglia

Sono rientrata a casa dal lavoro ieri sera e tutto era tremendamente perfetto, come al solito.

Nonostante avesse la febbre non aveva lasciato le cose al caso.

Ho aperto la porta e lui era lì, in piedi, vicino ai fornelli che stava riscaldando il passato di verdura che avevo preparato prima di andare al lavoro.Il caminetto era acceso, la musica ovviamente non mancava  e l'unica luce era quella della lampada in cucina... come piace a me.

Aveva un faccino veramente stanco, la febbre gli faceva da padrone, ma nonostante ciò si è preoccupato di far si che al mio rientro potessi fare un sorriso.

Abbiamo finito di cenare e mentre io riassettavo la cucina lui si è addormentato sul divano.Sono rimasta a guardarlo per ore accarezzandogli la testa come piace a lui.

Più tardi siamo andati a letto. Ci siamo infilati sotto il piumone caldo siamo rimasti abbracciati per più di un'ora e tra una carezza e l'altra abbiamo bevuto quell'orribile tisana balsamica che lui odia tanto.

Non avrei mai voluto un sabato sera diverso da questo. Nient'altro mi avrebbe potuto rendere così felice come chiudere gli occhi tra le sue braccia.

Stamattina quando li ho riaperti... dal soppalco di casa mia ho visto che stanotte ha nevicato.

 

 

 

 
 
 

Pare si chiami...

Post n°6 pubblicato il 26 Novembre 2010 da disastromeraviglia

Hanno cominciato a far parte di me cose che fino oggi non mi appartenevano,o meglio pensavo non mi appartenessero.

Mi domando realmente se io sia cambiata. Ma mi rispondo "no".

Io sono quella che sono sempre stata. Gli eventi sono cambiati e le persone che mi circondano hanno la capacità di far uscire quei lati di me che per troppo tempo sono rimasti chiusi in un stanza che nessuno è stato in grado di aprire.

Mi ha sconvolto la naturalezza con il quale ho utilizzato un termine che per 28 anni non ho mai usato. Mi sconvolge il fatto che abbia parlato senza pensare. Mi sconvolge ancora di più  come io abbia reagito subito dopo. Quasi in preda al panico ho iniziato a tremare in parte per l'emozione di qualcosa che sento, in parte per la paura del pensiero di chi mi ha ascoltato.

Nel mio mondo di fiabe ci sono gesti e parole che hanno  un valore elevato, assolutamente banali e quotidiane per il resto del mondo, ma non per me.

Una mia mano tra la sua, con l'altra che gli fruga in tasca non può passare inosservata ma spiega il mio sogno di stanotte e le parole dette in una mattina di fine novembre.

 
 
 

silenzio

Post n°5 pubblicato il 25 Novembre 2010 da disastromeraviglia

Il silenzio che da forma ai miei incubi peggiori.

 
 
 

Mio...

Post n°4 pubblicato il 25 Novembre 2010 da disastromeraviglia

MIO: aggettivo/pronome possesivo.

Generalmente si usa questo termine per identificare cose materiali ,e non, di proprietà personale. La mia casa, la mia macchina, i miei sogni.

Si tende però ad utilizzare questa parola anche riferita alle persone, probabilmente, a volte sbagliando tenuto conto che ogni essere è solo di se stesso.

Poi, se ci ragiono meglio, mi accorgo che quest'ultimo modo di utilizzare il vocabolo in questione è esclusivamente riferito al ruolo che va ad accompagnare.

Quando si dice "vorrei tu fossi mio", quel "mio" si riferisce ad un ruolo che, probabilmente, non è ancora stato assegnato.

Mi spiego.

Se si dice "mio padre" ,si intende "mio" in quanto qualcuno che ti ha generato, che ti ha fatto crescere.

Se si dice "mia moglie", si intende "mia" per la promessa eterna che viene espressa nei confronti dell'altro.

Se si dice "mia amica", si intende "mia" per il sentimento di fiducia e rispetto che si prova.

Se si dice "il mio fidanzato", si intende "mio" per l'amore, la passione, la complicità, la progettazione di obiettivi comuni, l'assoluta condivisione di ogni istante.

Per farla breve... trovo che "mio" nei confronti "dell'essere" sia esclusivamente riferito ad emozioni e sentimenti che non vogliono portare a costrizioni o alla possessione di qualcuno ma semplicemente alla libertà di espressione di se stessi.

Mio.

 
 
 

veuve clicquot...

Post n°3 pubblicato il 24 Novembre 2010 da disastromeraviglia

Per l'ennesima volta vaga nella mia mente l'idea che in quasi tutti gli avvenimenti della vita esista sempre una line di confine oltre la quale non si può più tornare indietro, o meglio, è più complicato.

E' un pò come avere a che fare con il vino.

Sicuramente non è l'ultimo bicchiere quello che ti rende ubriaco ma tutti quelli bevuti prima.

Ma tra questi ce ne è uno che fa passare da uno stato allegramente brillo ad uno devastante.Il problema è che non si riesce mai a capire quale sia, altrimenti si potrebbe prendere in considerazione  l'idea di fermarsi prima.

Difficilmente capita di essere ubriachi al primo bicchiere.

Anche se... mai provato un Veuve Clicquot di fine anni settanta?

 
 
 

il mio film...

Post n°2 pubblicato il 23 Novembre 2010 da disastromeraviglia

Eccomi di nuovo a cercar di guardare il mio film da spettatrice, pronta a valutare

gli eventi con la razionalità e la freddezza come chi non è coinvolto.

Osservatrice attenta ad analizzare ogni immagine che scorre senza tralasciare alcun

particolare.

Ascoltatrice acuta per non perdere nemmeno il dettaglio di un sospiro espresso in

maniera diversa.

Le colonne sonore sono tutte meravigliose e tremendamente adatte a rappresentare

questo capolavoro del cinema.

Un film che scorre troopo lento per la mia voglia di raggiungere il lieto fine.

Un film che scorre troppo in fretta per la paura che tra poco possa finire.

Qualsiasi finale abbia deciso l'autore sarà comunque una sorpresa e

Damien Rice accompagnerà i titoli di coda.

 

 
 
 

Se solo fosse vero...

Post n°1 pubblicato il 22 Novembre 2010 da disastromeraviglia

Come se fossi seduta su uno di quei muretti che delineano il confine tra la strada

e la spiaggia. Sporchi come sempre di quelle classiche scritte d'amore.

Nomi incisi lì perchè una storia possa, in qualche modo, vivere per sempre.

Osservo quello specchio blu davanti ai miei occhi in una sera d'inverno strofinando

le mani per cacciar via quel freddo che penetra nel mio corpo.

Non è mai esistito finora un cielo limpido come stasera, pieno di stelle come mai prima e Lei in prima fila quasi a volermi dire che ancora una volta devo sforzarmi a credere

in quelli che sono i miei sogni di una vita.

Vorrei vivere di quella boccata d'aria che riesco ad assaporare nella solitudine di una sera apparentemente banale portando con me quelle poche note che arrivano da lontano perfette per ricordarmi quale sia il mio destino.

Se solo fosse vero.

 
 
 
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