Mi è passato, sotto gli occhi, questo “forte” aforisma di Andrè Gide, celebre scrittore ed intellettuale francese, del secolo scorso.

Leggo, talvolta, alcune frasi celebri,aforismi o asserzioni, anche di noti autori, che trovo un po’ fine a sè stessi, relegati, magari, nell’ambito stretto di qualche particolare visione, o approccio filosofico.
In altri casi, l’ispirazione, probabilmente materializzata come maggiore “stacco” dalla mente razionale, in apertura al nuovo, all’illuminazione, al “lampo” di un momento, crea risultati migliori, e fissa momenti di verità universalmente condivisibili.

Nella frase, presa in oggetto, sono , secondo me, sintetizzate più verità, racchiuse in poche parole.

A prima vista, potrebbe essere interpretata come un elogio del dubbio; il dovere dubitare su tutto, come metodo di vita, e considerare stolto, o ingannatore chi sostiene di possedere una verità, una certezza, su qualsivoglia questione.
Può essere legittimamente percepita in questo modo,(non so quale fosse l’idea dell’autore a riguardo, tuttavia mi interessa poco) ma, la mia riflessione, poggia su delle basi un po’ diverse.

Se qualcuno, e penso di avere incontrato persone simili, sostiene, o si fa portatore di verità, che realmente conosce ed ha sperimentato in prima persona è degno di ammirazione, e può, giustamente essere preso ad esempio, per la propria vita.
Ben vengano, esseri cosi!
Esseri che portano conoscenza, nuove possibilità.
Ben diverso il discorso di chi si basa su supponenza, realtà imitate da schemi altrui, ideologie o settarismi, per i quali, ritengo, valga pienamente l’aforisma citato.
Il nostro “sentire”, il buon senso, l’intuito, certe volte dimenticati, sono , in realtà, le chiavi migliori per superari i dubbi, che la vita ci pone davanti.

Questa è la mia lettura di questo concetto, che, altrimenti, può rimanere come brillante frase ad effetto, se non riusciamo ad andare un po’oltre, le sue apparenze.