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mille vite da vivere

 

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Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 30 Maggio 2008 da leprim1951

LA NOTTE SULLA PELLE

    Il giorno del suo quarantesimo compleanno Vera non è particolarmente emozionata. Ma non sa ancora che si tratta di un giorno speciale.

   Quarant'anni, insegnante di lettere, bella e molto corteggiata, Vera è sposata con Guido, un ingegnere elettronico di qualche anno più grande di lei. Vera è l'immagine discreta della femminilità, é molto dolce, non si arrabbia mai (se non c'è un motivo, almeno),disponibile, paziente e sempre disposta a cogliere il lato positivo negli altri. Soprattutto é innamorata di suo marito malgrado gli riconosca tanti difetti. In amore é totalizzante e non ama il sesso senza amore. Con gli amici è brillante, estroversa e a volte può apparire civettuola. Le piace essere corteggiata, ma non permette niente di più malgrado le innumerevoli occasioni che la inseguono con insistenza…. Vera crede molto nel suo lavoro di insegnante, e lo svolge con molta serietà e con  professionalità. E’ molto stimata dai colleghi per i suoi saldi principi morali, per la sua onestà, per la sua disponibilità e soprattutto perché odia  i sotterfugi  e ogni forma di compromesso.  Naturalmente è adorata dai suoi alunni, ma è guardata con invidia da alcune colleghe frustrate e in perenne menopausa. Guido, al contrario di Vera, non disdegna le avventure, ma non ha mai avuto una relazione fissa. E' un uomo attraente, alto, molto preso dal suo lavoro. E' poco incline alle affettuosità e al sentimentalismo (affetto da una sano pragmatismo, dice Vera scherzando).  Il giorno del suo compleanno suo marito è a Londra. I soliti affari, che non prevedono ritorni consolatori per “sentimentalizzare” (è un verbo inventato da lui) la banalità di un compleanno. Perfettamente coerente con la logica del personaggio(è un’espressione di Vera).E’ pomeriggio inoltrato quando Vera esce da scuola, dopo una riunione; é in compagnia di un  collega  corteggiatore. Che sta ten­tando per l'ennesima volta di convincerla ad accettare una cena….. Per l'ennesima volta Vera rifiuta garbatamente. . … ”Al massimo – gli dice - ti   permetto di offrirmi un caffé".  Entrano in un bar. Siedono ad un tavolino. Prendono un caffé. Parlano per un po'. Ad un tavolino poco distante c'é Paul.E’ un ragazzo americano poco più che ventenne. Alto, i capelli nerissimi ( più che altro sembra latino-americano) con un ciuffo ribelle che gli cade continuamente sugli occhi e che continuamente lui riporta indietro, è in Italia per studiare storia dell’arte Sta guardando Vera. Vera se ne   accorge e prova un certo disagio. Nello stesso tempo, peró, non riesce a fare a meno di incrociare il suo sguardo. Ed é proprio questo che le procura maggiormente fastidio(scoprirsi vulnerabile...).Ad un certo punto Vera dice al collega che deve tornare a casa perché aspetta una telefonata da suo marito che é a Londra per affari. Prima di alzarsi apre la borsetta per prendere un fazzoletto; non si accorge di far cadere la patente di guida sotto il tavolino. Se n’é accorto però Paul. Vera e il collega escono. Paul raccoglie la patente e la apre. Vera saluta il collega. Si avvia verso la sua auto in un vicino parcheggio. Sta per aprire lo sportello quando appare Paul alle sue spalle."Scommetto che ti chiami Vera".   "Ma... lei ... ““Aspetta, forse riesco a vedere anche il tuo cognome. Fammi guardare bene i tuoi occhi:" Vera é ancora perplessa e senza parole(non sa come reagire). "Ecco... il tuo cognome é...Mondini. Esatto?""Si ...ma..lei...mi sta prendendo in giro. Come fa a conoscere il mio nome?" "Te l'ho detto; riesco a leggere dentro di te. E poi, dai, non sono tanto vecchio da meritare il "lei". Vera scoppia a ridere: "Non so come fa ma certamente c'é un trucco". "Nessun trucco:é solo che si sta avverando una profezia".       "Quale profezia?"  "Beh, una zingara tempo fa mi disse che se fossi riuscito a leggere i pensieri di una donna allora me ne sarei innamorato".  "Mi ha appena vista ed è già innamorato!?"

"Forse".     "Bene, vedo che si è divertito abbastanza"."Allora ti faccio un'altra... come si dice ...divinazione: tu abiti al numero... (fa finta di pensare)352 di ...Viale Indipendenza". Vera comincia a spazientirsi, anche se in fondo si scopre stranamente indulgente e divertita. “Senti- gli dice passando direttamente dal lei al tu – o mi dici dov’è il trucco oppure ….”, ma le viene da ridere e non finisce la frase.Paul, allora, scoppiando in una sonora risata le porge la patente.Rimangono per un po’ in silenzio. Ora Vera appare imbarazzata e cerca di nasconderlo aprendo la borsetta per rimettervi la patente.“Sai che potrei essere tua madre?”, Vera ha ripreso il controllo di sé stessa.“Ed io potrei essere tuo figlio!!”. E con questa provocazione Paul la fa ancora sorridere. Poi, tutto sembra precipitare come in una serie di sequenze mute di un film, il cui unico sonoro sono i rumori della strada.Vera e Paul nell’auto di lei. Fuori dal traffico fino al mare. Camminano lungo una spiaggia semideserta. Paul parla di sé(perché è in Italia e così via).Vera parla del suo lavoro e di suo marito. Siedono sulla sabbia.Gabbiani contro un sole che sta per tramontare. Paul le prende la mano. Lei sta ferma per un attimo, poi si alza e si avvia verso l’auto. Paul la segue.Il silenzio è ancora una presenza fra di loro: ma lei ora non appare più imbarazzata; sul suo volto un’ombra di tristezza densa, però, di una nostalgia che non ha mai provato. E’ questa sensazione che la sconvolge. Scoprirsi indifesa, scalfita nei suoi principi, esposta agli attacchi di una forma di sensualità che non ha mai provato, e che,comunque, sembrava sapesse dominare. Nello stesso tempo, però, brividi sulla pelle le danno quasi un senso di euforica serenità.Prima di salire in auto si gira verso Paul, vicinissimo da sentire il suo respiro.“Devo tornare a casa, mio marito avrà già telefonato”. “Vengo con te”. “Sei pazzo”. Ma la sceneggiatura del film è già scritta. Un regista invisibile ha già deciso: Paul le afferra il volto con le mani e la bacia. Lei non accenna neanche a sottrarsi. A lungo si baciano e ritornano i brividi sulla pelle a restituirle le ragioni della sua femminilità. “Forse sono io la pazza”.

E altre sequenze incalzano. Ancora in auto, in corsa con il tramonto e con gli ultimi gabbiani. La casa di Vera: è una villa stile mediterraneo. Paul le accarezza i capelli. La bacia dolcemente. Squilla il telefono. Vera parla con suo marito: “come va….il lavoro…..che noia…..torno domani sera…ci vediamo…” Ma le parole di Guido si perdono lungo i cavi telefonici come un’eco indistinta e senza senso. Paul va in cucina e apre il frigorifero.Lei lo guarda come se lo conoscesse da sempre e lui si muove con la naturale impalpabile sicurezza dei giovani, padroni di un mondo che non conosce riserve. Vera prepara da mangiare.Mentre mangiano suona ancora il telefono. E' un'amica di Vera che la invita al cinema. Vera chiude il telefono; lui lo stacca e lascia che suoni "occupato".La

spoglia lentamente ; lentamente si avviano verso la camera da letto.Fanno l’amore a

lungo, piano, dolcemente.  Vera piange lentamente. Paul: "Perché?" Vera:" Sono una stupida". Paul : "E' la prima volta che…..”“Tradisco mio marito? Si, ma non sto piangendo per questo: é perché ho tradito me stessa".  "E' solo questo?"  "No; sono felice!"Fuori il cielo è ormai rosso.Altre sequenze sono già pronte. Una coppia di amici di Vera che bussa alla sua porta, insiste e poi va via.    Immagini di suo marito a Londra, mentre discute con delle persone, mentre tenta ancora di telefonare e così via ......si alternano in un riquadro che il nostro regista immaginario visualizza nella parte superiore dello schermo.Paul e Vera ascoltano della musica. Ballano. Vera racconta alcuni episodi della sua infanzia. Paul parla del suo paese.Si addormentano sul tappeto. Vera si sveglia.Paul dorme. Vera lo accarezza piano.  Paul si sveglia.Si accorgono che la stanza è inondata dalla luce della luna piena. Paul propone di andare fuori a correre sulla sabbia.Il mare è d’argento. Si prendono per mano e cominciano a correre.Rimangono nudi. Paul la trascina in acqua e si tuffano giocando, abbracciandosi e facendo l’amore.L’alba si fa strada lentamente.Le immagini, dal mare si spostano all’interno della villa.La luce filtra dalla finestra.Vera e Paul dormono. Vera si sveglia: riattacca la cornetta del telefono.Prepara il caffé.  Paul si sveglia. Bevono il caffé.Fanno ancora l’amore: squilla il telefono. Vera non risponde.Si rivestono. Vera: "Dobbiamo andarcene". Paul” Ti rivedrò?Vera: "Non mi sembra ragionevole".  Paul:" E la profezia?" Vera non risponde. Si baciano e poi escono per salire in macchina.La ragione? Vera ricorda le parole di quel filosofo francese…Déscartes? “il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce….”. Allora è vero! Mai usare la ragione come un principio inflessibile: e se fosse un bluff del cuore, un tentativo di abbattere i confini della realtà con la mistificazione del sogno. Ora Vera è confusa, e questa cosa la fa arrabbiare. Osserva sé stessa che si muove al ralenty….”Non sono io…..mi sono persa in un bosco che non conosco….ma da cui non vorrei più uscire….dovrei essere più arrabbiata….ma lo rifarei…dovrei forse cercare degli alibi?…questo mai….  Suona il telefono, ma nessuno risponde.L’auto raggiunge la periferia della città. Vera accosta l’auto vicino ad un punto di chiamata dei taxi, situato alla parte opposta della strada.Paul è sempre rimasto taciturno, ha solo guardato continuamente Vera mentre guidava.Ora Vera si gira a guardarlo, sorride mentre gli prende la mano: “Lo sai anche tu, non è vero? che non possiamo più rivederci”.Paul sembra rassegnato:” Già, potrei essere tuo figlio!!”“Tu sei mio figlio”, le parole di Vera non suonano assurde, ma non ammettono replica. “Purtroppo si nasce una sola volta, e ci incontriamo solo una volta…”. Ma sono pensieri che non diventano parole. Non è più tempo per le parole. I pensieri rimarranno ricordi e i ricordi sono la memoria di tutto ciò che non sarà mai…..è un gioco che non abbiamo inventato noi: tutto questo mentre guarda ancora Paul con tenerezza.Non si baciano e Paul scende dall’auto. Mentre sta attraversando la strada si gira per guardare ancora Vera, e poi grida:Tanto conosco il tuo indirizzo”.Non si accorge di un’auto che sopraggiunge a forte velocità.Paul è preso in pieno, e l’auto pirata riparte e scompare.

Sull’urlo di Vera scorrono i titoli di chiusura di un film che nessuno ha scritto: il destino forse… Appunto, nessuno!

.

 

 

 

 

 
 
 
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Data di creazione: 22/05/2008
 

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