Boutade

Post N° 69

Ho le dita piene, stasera. Ho voglia di scrivere. Ma non posso farlo. No, non posso proprio. Perchè tutte le mie parole fuggono.
Loro lo sanno, dove andare. Hanno l'istinto delle parole, quello che le fa nascere e portare comprensione dove prima c'era solo un magma indefinito. Un istante dorato, eterno, in cui noi, liberi e reali, riusciamo a creare e a racchiudere nella forma un pensiero. E' magia, è forza, è potere, se la parole potere può avere una qualche accezione positiva. Gliela dò io. Appunto. Io posso. Cazzo.
Le mie parole, sgambettanti, rumorose, disordinate, scappano via e vanno verso nord, nord-ovest, dove qualcosa le attira irrefrenabilmente. Eccole, come corrono. Che ci sarà mai, poi, lassù. Un pilastro magnetico dal sistolico potere aritmico esercita forze che non so controllare. E mica voglio farlo. Le mie parole hanno da dire miliardi di cose, lassù. E si precipitano a farlo. A volte nemmeno so più cosa dicono. Ma confido in loro, nel loro istinto vitale comunicativo, confido che faranno in modo di essere comprese, confido che non perderanno la loro forza luminosa, confido che chi le ascolterà dire non cadrà nel vile baratro del malinteso e vedrà che esse sono pure, vere, grezze, or ora prodotte, nemmeno il tempo di lucidarle e liberarle dalle scorie, sono corse a fare il loro mestiere.

O tu che il mio cuore desidera. Ascolta. Capisci.

Pesco a caso dal flusso di particelle:
Suddivido e schematizzo nel tentativo di trovare un senso:
PRONOMI: io tu noi
AGGETTIVI: bello felice infelice caldo sottile fumoso
VERBI: smettila amami prendimi soffrimi piantami     *da annotare che sono tutti imperativi*
SOSTANTIVI: piacere delizia casa campagna freddo camino sesso cibo famiglia dolore notte sesso delirio silenzio strada
INTERIEZIONI: cazzo fanculo