Creato da MirtilloGirl il 11/09/2006
quando qualcosa comincia, comincia a finire (a.g. pinketts)

marmellata di mirtilli

Innocenza. Purezza. Illogicità. Anti-logicità.
Salute. Etcì! Salute.
Contraddizione. Sapore.
Mani. Pensiero.
Muscoli tendini sangue.
Pensiero. Razionalità. Bleah.
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Rito. Rito laico. Burocrazia.
Gesù. Innocenza. Purezza.
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« BILANCI E BILANCINIMessaggio #73 »

senza pretese

Post n°72 pubblicato il 03 Gennaio 2007 da MirtilloGirl
 

Un tempo quando ero giovane (ah) e ingenua (ahah).
Arrivi a scuola il primo giorno e ti guardi intorno. Sei uscita dalla scuola media pensando: ok adesso si comincia. Hai già assistito alle scene notturne di tua sorella che rincasa col rossetto e di tuo fratello che arriva sbronzo alle 3 di notte, hai sentito le urla, gli insulti, qualche volta anche i ceffoni, e hai pensato "prima o poi questa roba toccherà anche a me". Hai cominciato a leggere Wilde e Huysmans e Rimbaud e a sentire il male di vivere prima ancora di cominciare a vivere. Poi appunto arrivi a scuola il primo giorno. Sai che la tua piece sta per cominciare. Ti guardi intorno per capire quali saranno i personaggi della tua piece. Cerchi di immaginarti accanto a qualcuno, in giro per le strade di una grande città sconosciuta e notturna. Vedi un gruppetto. Pezze al culo, aria emaciata, sigaretta penzolante all'angolo della bocca. Cavolo pensi (non dici ancora parolacce, oggi diresti cazzo), quelli sì. Pensi che potresti imparare un sacco di cose con quelli, ma ti infileresti i gessetti nelle narici piuttosto che chiedere, e quindi assumi l'aria di quella che ne sa più di loro. E più ti guardi intorno più ti accorgi che è pieno di gente così. Tutti stanchi e ammalati, bruciati e drogati, sconvolti e con le pezze ar culo. A ognuno il suo copione.
- Che si fa stasera?
- Andiamo al Guast.
- Si fuma anche al Moonshine.
- Ah ok allora andiamo al Guast.
- C'è un concerto al Rainbow.
- Fico allora andiamo tutti al Guast?
Va a finire che ci credi, al male di vivere. Ci credi, di provarlo anche tu. Va a finire che il dolore diventa reale. Va a finire che un giorno ti diplomi, ti guardi attorno, e pensi che tanto alla fine diventerai esattamente come gli altri, lunedì, martedì, mercoledì, e poi il week-end, il 28 del mese, le ferie... Qualunque cosa alla fine tu faccia, diventerai esattamente come loro. Lì un brivido ti percorre la schiena, e capisci che ora ti ha toccata davvero, il male di vivere. Capisci che prima stavi giocando a fare la bohemienne. Ma questa è un'altra cosa. Qui la partita si fa dura veramente. Qui c'è un dolore vero, profondo e secolare che stai accettando di portare dentro di te. Non lo vorresti, se fossi lucida e cosciente. Ma tutto quello che hai intorno ti ha fatto credere che non ci fosse altro.
Down In A Hole And I Don't Know If I Can Be Saved
See My Heart I Decorate It Like A Grave
You Don't Understand Who They Thought I Was Supposed To Be
Look At Me Now A Man Who Won't Let Himself Be
Vai avanti così, per anni. Il dolore ti implode dentro. Come tutti, fai finta che sia tutto regolare, giusto, asettico. Quando senti che è troppo, che stai male e non ce la fai, ti fermi un attimo, stringi forte i denti, gli occhi, le braccia e nel buio di una notte invernale scopri come è bello lasciar uscire il dolore dalle ferite sulla pelle. Ma questa è un'altra storia.

Ora viene il colpo di scena. Perchè a  un certo punto, le cose cambiano. A un certo punto scopri la verità, quella che ti hanno tenuta nascosta per anni, quella che è la sola cosa a dare un senso alla tua esistenza. Succede che conosci una persona. Succede che questa persona ti guarda negli occhi, e ti accorgi che nessuno lo aveva mai fatto prima. Ti accorgi che questa persona è viva. Cazzo. Ora sì che cominci a dire cazzo, sei abbastanza grande.
Succede che un giorno guardi questa persona in un bosco e ti rendi conto che fra lui e gli alberi del bosco non c'è nessuna differenza. Capisci la sostanza delle cose. Capisci che i suoi piedi sono radici e i suoi pensieri sono cielo, senti la linfa scorrere dentro le sue vene con la prepotenza della vita, guardi i suoi occhi brillare di pace e tranquillità dentro a quel bosco e senti la quiete del divenire delle cose.
E allora ti dici: esiste.
Non fai che ripeterti: esiste.
Esiste un'alternativa. Esiste un altro mondo possibile. Esiste la vita, la gioia, la terra, il respiro.
Esiste il dolore, quello vero. Quello della fame, della morte, del silenzio, della guerra, e dell'inganno a cui ti costringono a credere. Ma non è l'unica scelta possibile.
Succede che questa persona ti insegna tutte queste cose senza dire assolutamente nulla. In culo ai maestri. Questa persona ti insegna queste cose solo con la sua presenza. Perchè è lui che esiste, così. Al di là delle scelte, al di là degli sbagli. La sua consapevolezza e il suo desiderio di vita lo rendono uguale agli alberi che lo circondano. Succede che questa persona si chiama K.
Da allora ho imparato a riconoscere le divise. Ho imparato che l'anticonformismo non è che un altro modo di conformarsi. Ho imparato che l'unica cosa che conta è la scelta individuale. L'unica salvezza. Si può scegliere la vita. Anche se ti fanno sempre credere che non puoi scegliere nient'altro che la morte. Quella è la loro morte. Lasciali morire fra di loro, l'uno sull'altro, quelli che non hanno il coraggio di vedere e di svelare l'inganno. Lasciali morire insieme a quelli che li contestano e si mettono le pezze ar culo, e praticano la distruzione come se fosse un'alternativa, e non perdono occasione per raccontare quanto sia dissoluta e perduta la loro vita, come se la morte fosse diversa dalla morte. I bohemiens delle mie palle. Lasciali morire assieme a quelli immagineche usano i maestri per fingere di offrire un'alternativa, politica, religiosa, morale, e poi invece sono uguali a loro, alla loro morte, al loro inganno.
Lasciali morire, randagio mio, e scegli la vita.
Non si è vivi, si sceglie di essere vivi.
Ti voglio bene.
E te lo devo spiegare in che senso?

 
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