Creato da MirtilloGirl il 11/09/2006
quando qualcosa comincia, comincia a finire (a.g. pinketts)

marmellata di mirtilli

Innocenza. Purezza. Illogicità. Anti-logicità.
Salute. Etcì! Salute.
Contraddizione. Sapore.
Mani. Pensiero.
Muscoli tendini sangue.
Pensiero. Razionalità. Bleah.
Ritmo. Danza. Piedi.
Solitudine. Silenzio. Eternità.
Critica degli archetipi.
Rito. Rito laico. Burocrazia.
Gesù. Innocenza. Purezza.
Da capo.

 

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Post N° 110

Post n°110 pubblicato il 22 Aprile 2007 da MirtilloGirl
 

Chiese Alice:
"Ma esattamente, questo Partito Democratico?..."
Rispose Pilato:
"Che cos'è verità?"
Gesù tacque. E spiegò la nascita della democrazia.

“Molti anni fa, quando ero un giovane pieno di entusiasmo, e quando credevo che scrivere servisse a qualcosa, mi ero messo in testa di scrivere sulla tortura. Avevo un discreto bagaglio nazionale da studiare, tutto a mia disposizione, l'Inquisizione portoghese. Le assicuro che quei raffinati metodi degli aguzzini che hanno seviziato le persone per secoli nel nostro Paese sono di un interesse tutto speciale, così attenti alla muscolatura del corpo umano, alle reazioni cui possono rispondere i nervi principali attraverso le nostre membra, i nostri poveri genitali, una conoscenza anatomica perfetta, tutta fatta in nome di una Grundnorm, la Norma Assoluta, capisce? Quei diligenti e raffinatissimi aguzzini lavoravano per conto di Dio, da Lui avevano ricevuto l'ordine superiore: io non sono responsabile, sono un umile sergente, e me lo ha ordinato il mio capitano, io non sono responsabile, sono un umile capitano, e me lo ha ordinato il mio generale, oppure lo Stato, oppure: Dio.
Milioni di stelle, milioni di nebulose, cazzo, milioni di nebulose, e noi qui ci stiamo occupando di elettrodi che ci infilano nei genitali!”

Antonio Tabucchi, La testa mozzata di Damasceno Monteiro

 

Pericle disse:
"Ateniesi il nostro governo, qui ad Atene, favorisce i molti invece che i pochi e, per questo, viene detto democrazia. Qui ad Atene, noi, facciamo così.
Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private; ma noi non tralasciamo mai i meriti dell'eccellenza: quando un cittadino si distingue allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo stato non come un atto di privilegio ma come una ricompensa al merito; e la povertà non costituisce un impedimento, anzi. Noi, ad Atene, facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana: noi non siamo sospettosi l'uno dell'altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se il nostro prossimo preferisce vivere a modo suo. Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private ma, soprattutto, non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private; perché noi, ad Atene, facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa, e ci è stato insegnato anche di rispettare tutte quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede solo nell'universale sentimento di ciò che è giusto, di ciò che ha buon senso; qui ad Atene, noi, facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo stato noi non lo consideriamo innocuo ma inutile; e benché soltanto in pochi siano in grado di dar vita ad un'azione politica, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla; noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà sia solo il frutto del valore; insomma io proclamo che Atene è la scuola dell'Ellade e che ogni ateniese, sviluppando in sè una felice versatilità cresce e con lui cresce la prontezza a fronteggiare le situazioni e la fiducia in se stesso; ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero."

Discorso di Pericle riportato da Tucidide, 2400 (duemila e quattrocento) anni fa
[Libro II, vv. 37 e ss.]

 

C’è chi pensa che la sovranità del popolo sia soltanto un sentimento anacronistico, come l’onore, per esempio, un sentimento che non ha più motivo d’essere in questi tempi di bisogno.
… Non siamo noi a destabilizzare il governo. Un governo è stabile quando è sostenuto dal suo popolo, quando il paese ufficiale non è separato dal paese reale. Un governo è stabile quando il popolo viene informato e non gli si nascondono decisioni ed accordi. L’abuso della forza dà potere a un governo, ma non gli dà autorevolezza. L’autorevolezza è di natura morale.
Non mi interrompa, signor deputato, avevo chiesto un dibattito di tre giorni, mi avete concesso solo una notte così rimarremo qui fino all’alba. … Stiamo vivendo l’agonia di un paese tristemente venduto. Abbiamo fallito tutti, abbiamo fallito come nazione, e oggi siamo immersi in un clima di frustrazione che paralizza la vita del paese. … Abbiamo bisogno di ragioni per credere in noi stessi. Dobbiamo prendere coscienza del fatto che siamo una nazione indipendente e sovrana, senza utopie, ma anche senza compromessi dolorosi e umilianti.

Dai discorsi di Marcelo Quiroga Santa Cruz, deputato boliviano assassinato durante il colpo di stato nel 1980. (Riadattati da Cesar Brie per lo spettacolo teatrale Otra vez Marcelo.)

 
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