Creato da MirtilloGirl il 11/09/2006
quando qualcosa comincia, comincia a finire (a.g. pinketts)

marmellata di mirtilli

Innocenza. Purezza. Illogicità. Anti-logicità.
Salute. Etcì! Salute.
Contraddizione. Sapore.
Mani. Pensiero.
Muscoli tendini sangue.
Pensiero. Razionalità. Bleah.
Ritmo. Danza. Piedi.
Solitudine. Silenzio. Eternità.
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Rito. Rito laico. Burocrazia.
Gesù. Innocenza. Purezza.
Da capo.

 

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pulzelli d'italia

Post n°178 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da MirtilloGirl
 

Edicola. Ore 19.15.
Il ragazzino, tra i 22 e i 25 anni, sbraita al suo telefonino e urla contro qualcuno. Non ascolto, capisco solo che sta litigando dal tono di voce. Tra una frase e l'altra ha infilato un "Corriere della Sera", e l'edicolante, signore sulla cinquantina, glielo appoggia sull'espositore. Lui lancia una banconota, l'edicolante, lievemente allibito, poggia il resto sul giornale. A qul punto io ho deciso cosa prendere, mi faccio avanti, ma vedo il giornale e i soldi del ragazzo sull'espositore. Cerco di capire che fa, se si prende tutto e si leva dal cazzo o cosa, a quel punto realizzo la sua presenza come disturbante. D'altra parte mi sta urlando sulla testa da almeno tre minuti. Lo guardo un momento. Poi decido che comunque è il mio turno e mi giro verso l'edicolante. A quel punto vedo l'edicolante allibito che non guarda me, ma lui. E realizzo che l'ultima frase che ha interrotto il suo fluire di parole starnazzanti era rivolta a me, non all'interlocutore telefonico. E la frase era:

- Cos'è che vuoi te?

- Cos'è che vuoi te?

Cos'è che vuoi te. Così, con la e aperta da milanese. Cos'è che vuoi te.
Quando realizzo che forse ce l'ha con me, mi volto, ma lui si sta voltando per riprendere il suo blabla qua qua qua. E allora capisco che sì, ce l'aveva con me, stava parlando proprio con me. Cos'è che vuoi te. Torno all'edicolante per comprare i miei giornali, lui sta scuotendo la testa da uomo adulto troppo stanco per sopportare certa stupidità, troppo vecchio per tirare un pugno sul grugno a tanta prepotenza. Scuote la testa, e io, che sarei la parte lesa (e per poco non offesa: la mia proverbiale impulsività mi avrebbe portato a dire la cosa giusta al momento sbagliato alla persona sbagliata, una cosa tipo cos'è che vuoi te, cocainomane dimmerda, così, con la doppia m milanese. non stento a pensare che mi avrebbe alzato le mani, a quel punto), dico io, lo guardo, faccio spallucce e pago i miei giornali.
Torno a casa e lo racconto a Riky, la cui reazione è, come nel suo stile, assolutamente razionale e diretta:
- Una testata sul naso, se ti aggrediva, no davvero è la prima mossa da fare.
Dimentica solo un dettaglio: che io non ho la testa dura come lui.

Vorrei far notare, a scanso di equivoci, a chi si preoccupa per la mia sicurezza sulle strade, che il ragazzo era assolutamente e inconfutabilmente e indubbiamente italiano.

 
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