Creato da MirtilloGirl il 11/09/2006
quando qualcosa comincia, comincia a finire (a.g. pinketts)

marmellata di mirtilli

Innocenza. Purezza. Illogicità. Anti-logicità.
Salute. Etcì! Salute.
Contraddizione. Sapore.
Mani. Pensiero.
Muscoli tendini sangue.
Pensiero. Razionalità. Bleah.
Ritmo. Danza. Piedi.
Solitudine. Silenzio. Eternità.
Critica degli archetipi.
Rito. Rito laico. Burocrazia.
Gesù. Innocenza. Purezza.
Da capo.

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Tag

 

 

« Messaggio #116zero »

e adesso che Poly è libera?...

Post n°117 pubblicato il 15 Maggio 2007 da MirtilloGirl
 

Nel 1968 il Living Theatre partecipa al Festival di Avignone con lo spettacolo Paradise Now. Si trattava di una sorta di happening  che utilizzava il teatro nelle sue istanze rituali per creare situazioni in cui agli attori era lasciato il compito di stimolare le reazioni del pubblico.
Il Living richiese la partecipazione aperta del pubblico e l'ingresso gratuito: lo spettacolo in quell'occasione si trasformò in uno scontro aperto con le istituzioni e le forze dell'ordine.
La direzione del Festival di Avignone impose la sospensione delle rappresentazioni, ma poichè il Living era un gruppo troppo riconosciuto e di larga fama per lasciarlo escluso da un festival che si voleva illuminato come quello di Avignone, venne loro proposto di rappresentare Antigone, uno spettacolo già in tour da diversi anni e riconosciuto dalla critica internazionale.

Ecco cosa disse Julian Beck, una delle guide del gruppo:

Non si può recitare Antigone, in cui una ragazza rifiuta di obbedire agli ordini arbitrari dello stato compiendo un atto santo, per sostituirlo ad uno spettacolo proibito.
E' venuto il tempo di liberare l'arte e di farla uscire dal tempo dell'umiliazione e dello sfruttamento.

(Dichiarazione di Avignone, 29 luglio 1968)

Il Living si ritirò immediatamente dal festival.

Paradise Now non ha mai smesso di far parte delle pratiche attorali del Living Theatre.

Oggi in questa community è stata vinta una battaglia.
Ma la libertà di espressione è davvero salva?
Che si vada o che si resti, libertà.

l'arte è libera

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/letainprogress/trackback.php?msg=2701546

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
FreePoly
FreePoly il 15/05/07 alle 17:19 via WEB
non penso, ma abbiamo dimostrato di saperci opporre alla censura. questa volta ci è andata bene, un'altra volta non saprei. però ti dico che mi sento un po' meno sola e che mi piace sapere di potere contare sulla tua bella energia :) baci (TheMarryingMaiden)
(Rispondi)
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 16/05/07 alle 00:45 via WEB
lo so, l'arte non è libera. ma io vivo di utopie e quando desidero una cosa va finire che ci credo, e allora ne parlo all'indicativo invece cheal condizionale. felice di esserci stata. :)
(Rispondi)
 
 
 
TheMarryingMaiden
TheMarryingMaiden il 16/05/07 alle 18:55 via WEB
il mio non penso era riferito alla domanda: "Ma la libertà di espressione è davvero salva?".
ribadisco con te l'arte è libera !
(Rispondi)
 
alexisdg10
alexisdg10 il 15/05/07 alle 21:48 via WEB
so di cosa parli. Conosco di persona Judith Malina. Libertà, comunque.
(Rispondi)
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 16/05/07 alle 00:47 via WEB
Judith, non sono mai riuscita a incontrarla. Per pigrizia mia, se penso che ce l'ho a due passi in fin dei conti. Ma ho lavorato con un attore del Living, ed è stata una delle esperienze piùà intense della mia vita. Forse il momento in cui ho capito davvero i perchè del mio teatro. Libertà Alex, sempre.
(Rispondi)
 
J.A.Prufrock
J.A.Prufrock il 16/05/07 alle 01:31 via WEB
A proposito di arte libera, ti consiglio vivamente ( se non li conoscessi già ) uno spettacolo de La Fura dels Baus, compagnia teatrale dell' avanguardia spagnola, nella quale la Poly non sfigurerebbe affatto. :)
(Rispondi)
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 16/05/07 alle 21:13 via WEB
li conosco di fama, ma non li ho mai visti. non so se mi piacerebbero, in realtà io personalmente non apprezzo molto certe provocazioni, più che altro non ho voglia di essere violentata visivamente. però prima o poi penso che dovrò vederli, ci sono cose da cui non ci si può esimere. magari mi ci porti tu?... ^_^
(Rispondi)
 
 
 
watanabe68
watanabe68 il 17/05/07 alle 15:15 via WEB
io ho lavorato con loro nel 2004 e ti posso assicurare caro J.A. che neanche la Mirtilla sfigurerebbe :-)
(Rispondi)
 
 
 
 
watanabe68
watanabe68 il 17/05/07 alle 15:23 via WEB (Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 17/05/07 alle 16:18 via WEB
bellissima foto mauri. ma quella cosa lì che hai scritto sopra fingo di non averla letta (a parte il fatto che mi dovrai raccontare cosa ci hai fatto, con loro!)
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 16/05/07 alle 09:57 via WEB
"Il Living richiese la partecipazione aperta del pubblico e l'ingresso gratuito: lo spettacolo in quell'occasione si trasformò in uno scontro aperto con le istituzioni e le forze dell'ordine." L'Organizzazione di un Festival come quello di Avignone ha costi molto alti e nel richiedere l'ingresso gratuito del pubblico, evento all'ordine del giorno in quel tempo,non vi ho mai trovato un espressione di libertà, ma una dichiarazione di intenti filosofici del concetto stesso che permetteva però a persone di quel tipo di esprimersi liberamente, mentre altri lavoravano e pagavano i loro conti per poterglielo consentire.
(Rispondi)
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 16/05/07 alle 21:30 via WEB
Questo è un intervento molto bello e interessante. Su cui ci sarebbe da discutere molto. Era un'annata particolare, quella, non credo che oggi, ci fosse un altro Living (un Living adatto ai tempi), verrebbe "bannato" da un qualsivoglia festival. Però questo tuo intervento solleva l'interrogativo: chi dovrebbe finanziare l'arte? chi ne fruisce? chi la produce? Personalmente, quando uno spettacolo teatrale mi interessa davvero, non ci bado nemmeno al biglietto. Già per le mostre di arte ci bado un po' di più, forse perchè non è il mio linguaggio. Ritengo eccessivi i prezzi praticati dal Teatro Piccolo, ad esempio, considerate le sovvenzioni statali di cui gode, ma suppongo anche che si giustifichino con i grossi nomi internazionali che arrivano a Milano ad ogni stagione. Certo è un peccato non potermi concedere più di un paio di spettacoli a stagione, al Piccolo, e per forza di cose scelgo i mostri sacri, Brook e Nekrosius quest'anno, ma almeno un'altra decina di spettacoli avevo proprio voglia di vedermeli lì. Ne frequento altri di teatri. Pago 15 euro per Antonella Bertoni, senza rimpiangere neanche un centesimo, in un teatro (il CRT) che pare sempre sia sull'orlo della crisi ma ogni anno programma una stagione intensa e rassegne di tutto rispetto. E avolte chicche come Tiziano Scarpa che legge una propria meravigliosa opera poetica a 5 euro. Poi magari conosco qualcuno che va ad un noto festival di danza femminile con tutta la compagnia, ma la produzione offre il cachet solo per la coreografa. E le danzatrici? aggratis. Poi però la coreografa è una persona onesta, e divide il cachet con le danzatrici. Io dico che piuttosto non ne inviti dieci, di compagnie, ne inviti 5, ma paghi tutti. Mi si risponde che allora le altre cinque compagnie non avrebbero avuto visibilità. Non avrebbero avuto la possibilità di comunicare, che a questo serve l'arte. E allora ci vanno, gratis o a cachet ridottissimi.
Sono questo gli artisti. Persone che pur di comunicare non si interessano, a volte, di denaro. C'è chi poi accanto all'artista si occupa di far quadrare i bilanci e di pagare i conti dell'artista, come dici tu. E' sempre stato così. Un tempo c'era il corego, poi il mecenate. Oggi abbiamo l'IMPRESArio. Qualcuno dovrà pur occuparsi dei soldi, dato che non riusciamo a toglierci l'abitudine di mangiare. Ma che gli artisti si occupino d'arte, insomma.
(Rispondi)
 
vegetableman
vegetableman il 16/05/07 alle 11:47 via WEB
non fermare mai la battaglia. che la libertà non esiste. ma per sentirsi liberi non bisogna stare seduti a contemplare il bianco.
(Rispondi)
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 16/05/07 alle 21:32 via WEB
e perchè no? liberi anche nell'immobilità.
(Rispondi)
 
 
 
vegetableman
vegetableman il 17/05/07 alle 06:27 via WEB
non sono d'accordo. forse perchè c'ho provato. e perfino il vento mi si metteva contro. adesso che poly è l'eroe del giorno quasi ci si dimentica già del motivo per cui siam qui. la festa rovina il gusto.
(Rispondi)
 
lostit2bostikyeah
lostit2bostikyeah il 17/05/07 alle 09:22 via WEB
leggendo le cronache del periodo 68-77 sembra di scendere su un'altro pianeta:scontri al Vigorelli per i concerti di Led Zeppelin e Lou Reed causa biglietto a 1.200 lire. Pressione della folla perchè l'ingresso sia gratuito, lacrimogeni sul palco. Qualche giorno fa ho scoperto che il mio sindaco(ex Lotta Continua) è andato al Family Day dopo aver chiuso il Centro Sociale Bruno(ora rioccupato). Mi chiedo:dove sta l'inghippo:perchè quei padri che chiedevano ARTE LIBERA ora competono con i leghisti nella repressione? When did it all go wrong?
(Rispondi)
 
 
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 17/05/07 alle 16:16 via WEB
Sai proprio poco tempo fa, la sera prima del 25 aprile, mi sono trovata al bancone a chiacchierare con due ex sessantottini. Uno dei due a un certo punto ha detto all'altro: "sai quel è il problema di questa generazione? che noi almeno avevamo dei maestri, ma loro non li hanno avuti, e sai perchè? perchè i loro maestri dovevamo essere noi". e subito dopo mi sono sentita chiedere scusa perchè loro non erano stati abbastanza forti e lucidi per divenatrci maestri. Mi avevano commossa. E il giorno dopo li ho incontrati di nuovo nel corteo del 25 aprile. Non so cosa è andato storto, forse siamo noi che siamo storti.
(Rispondi)
 
 
 
lostit2bostikyeah
lostit2bostikyeah il 18/05/07 alle 10:56 via WEB
i ventenni sessantottini hanno avuto Woodstock, Noi il suicidio di Cobain. A sua modo due avvenimenti che danno il senso delle epoche. Per quanto l'eredità Woodstockiana sia andata a puttane con Altamont, e il sogno hippy sia morto con Charles Manson, almeno per un pò c'hanno creduto. noi siamo semplicemente cresciuti nel disincanto e nel cinismo. la colpa è anche dei post-figli-dei-fiori che hanno fatto la grana sul Peace & Love e lo hanno traformato in un bannerino da marketing.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963