Creato da MirtilloGirl il 11/09/2006
quando qualcosa comincia, comincia a finire (a.g. pinketts)

marmellata di mirtilli

Innocenza. Purezza. Illogicità. Anti-logicità.
Salute. Etcì! Salute.
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Muscoli tendini sangue.
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Gesù. Innocenza. Purezza.
Da capo.

 

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Basta il pensiero.

Post n°61 pubblicato il 09 Dicembre 2006 da MirtilloGirl
 
Tag: écrire

- Sai cosa vorrei che mi regalassi?
- Perché, voglio farti un regalo?
- Era una domanda retorica. Non prendere sempre tutto sul serio.
- Dunque tu adesso mi dirai cosa vorresti in regalo da me, ma io non devo prenderti sul serio, quindi posso ignorare questa informazione dopo?
- Perché sei così imbecille a volte?
- …?!
- Ma sì, non si può parlare seriamente con te!
- Ma se hai appena detto che sono io che prendo sempre tutto sul serio!
La ragazza rotea gli occhi verso il cielo, beve l’ultimo sorso di vino dal calice, poi si alza e se ne va.
Il ragazzo rimane un po’ intontito sulla sedia. Lei era uscita anche senza pagare il conto. Avrebbe dovuto pagare tutto lui. Forse era questo che stava tentando di farsi regalare?
Si dirige verso la cassa, paga ed esce dal locale. Sente l’aria fresca di novembre, e il pizzicorino sul viso gli mette in moto i pensieri. E sì che un regalo per lei ce l’aveva, quel giorno. Gli avesse almeno dato il tempo di tirarlo fuori dal taschino interno della giacca. Non era nemmeno tanto convinto di darglielo, temeva che sarebbe stato troppo, che lei non avrebbe capito. Che magari era troppo presto per farle un regalo. Poi così personale, intimo.
Accidenti, invece lei lo voleva proprio un regalo da lui. Ma cosa?
Il ragazzo passa davanti ad un negozio di gioielli, si ferma a guardare la vetrina. Vede almeno un paio di anelli e un bracciale che su di lei sarebbero stati benissimo. Si immagina lei che apre il pacchetto, immagina il bagliore e le luci di quella perla nei suoi occhi scuri. Ma no, lei non gli avrebbe mai chiesto un gioiello. Certe cose non si chiedono, non era nel suo stile.
Riprende a camminare. Si ricorda di un negozio in cui si erano fermati qualche giorno prima, un localetto claustrofobico in cui lei aveva elargito una impossibile quantità di “delizioso!” e “adorabile!” e “cariiinooo”. Forse voleva che lui le comprasse qualcosa in quel posto. Forse lei si era immaginata che lui si segnasse ogni tono e volume dei suoi salamelecchi per capire verso quale di quegli oggetti le sue attenzioni erano maggiormente proiettate. Li per lì lui aveva anche tentato di farlo. Ma dopo il secondo “cariiiinooo” aveva già perso il filo del discorso e aveva cominciato a seguirla come un cagnolino obbediente che aspetta di essere portato fuori per i bisogni. Nah, se fosse andato lì avrebbe preso senz’altro la cosa sbagliata, magari quell’orribile elefantino pieno di strass e paillette, l’unico oggetto che si ricordava di quel negozietto, tanto era kitsch. Uno di quei tipici regali che si ricevono a Natale e si riciclano l’anno successivo.
Si mise la mano nel taschino interno della giacca. Perché poi non l’aveva fermata e non le aveva detto guarda che ce l’ho un regalo per te?
Cosa poteva volergli dire? Cosa voleva? Fiori? Cioccolatini? Un profumo, un concerto, un vestito? Ma no, forse stava facendo un discorso più sul metaforico. Tipo regalami un po’ del tuo tempo. Le donne a volte le dicono, ‘ste cose.
"Sai che faccio? Ora vado da lei e glielo do il mio regalo, e se lo apprezza bene, se no impara a parlare chiaro e a dirmi cosa vuole”.
Entra in macchina, ma alla prima svolta già cambia idea. Deve andare a destra. Va a sinistra. In un quarto d’ora è nel negozietto. Quello piccolo, claustrofobico.
immagineRimette la mano nel taschino interno della giacca. Entra, si guarda intorno spaesato. Non si ricordava che fosse così grande, è pieno di scaffali, di cassetti, di oggetti, ci sono persino degli abiti. E’ enorme! E’ un centro commerciale in miniatura!
Si avvicina la commessa con un sorriso affabile. A lui sembra una smorfia minacciosa.
- Posso aiutarti?
- Ehm… uhm… volevo… pensavo… ti ricordi, sono stato qui qualche giorno fa, con una ragazza… mora… carina…  Hovistounelefantedistrasseperline, neavrestiancora?
Esce dal negozio col suo imbecillissimo pacchettino. Glielo darà quella sera stessa.

La ragazza non saprà mai che cosa c’era nel taschino interno della giacca del ragazzo.
Io lo so. Un foglietto. Con una poesia. Per lei.

Putissi diri, comu dinnu l'autri, chi sì 'na Rosa,
ma, si sapi, chi non c'è Rosa senza spina.
Chiddu chi dinnu pì mia non cunta, è poca cosa,
tu non sì nnu sciuri chi ssicca,
tu sì 'na Stidda chi brilla da sira 'nzin'a matina.
Si, sì 'na Stidda: 'na Stidda i Ficarazza!
Chi cu spini longhi e cà punta fina, u cori mi trapassa.
Ma, sutta a scorcia dura e pungenti, u sacciu, hai 'nu cori duci e zzuccarusu
Pì chistu, mi ccuntentu mi stringiu i renti, e non fazzu u miraculusu
E quandu tu riri e mi fai 'na carizza, u duluri 'nta nnenti passa.
Certi voti, però, mi cciuncu, mi cciuncu e griru:
"Ahi! quanti cazz'i spini chi avi 'sta Ficarazza!"

 

PostScriptum: la poesia non è mia. Cioè, è mia. Ma non l'ho scritta io.

PostScriptum2: in vista dell'approssimarsi del Natale, ho aggiornato la sezione "cosa vorrei in regalo" del mio profilo.



 
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Rispondi al commento:
MirtilloGirl
MirtilloGirl il 11/12/06 alle 23:13 via WEB
questa me la segno, da dire la prossima volta che mi fermano... capace che trovo un vigile dallo spirito artistico (ahahahahahaahahahaaaahhhahaha)
 
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