Sanità a Ferrara

Caro dottor Levato, da sempre seguo le tristi vicende connesse con la storia infinita del nuovo Ospedale di Cona, quindi leggo con molta attenzione notizie, e interventi sull’argomento, anche nel suo blog (blog dott. Levato). Complimenti! Nella sua lettera, in veste di Consigliere Comunale, lei è riuscito a raccogliere con completezza senza precedenti, le comunicazioni relative a personale responsabile ed apicale, le tante autorevoli voci istituzionali e politiche che si sono espresse sulla spinosa questione, per proporre un’inedita sintesi capace di rovesciare schemi burocratici e di potere ben consolidati, cui consegue la proposta-riflessione (indecente?): nomina di un unico dirigente (anziché di due!) con una qualificata squadra. La proposta-parere scaturita dalla sua competenza medica, segnala qualità umane ed altamente professionali come condizione imprescindibile per imboccare la via giusta. Sono d’accordo che sia ora di far appello a questi valori, per superare stratificati conflitti e strutturati rancori e far marciare la sanità ferrarese. Cordialità professoressa Maria Alberta Faggioli

Caro dott. Levato, con riguardo alla viabilità, da tempo mi chiedo perché tutta la vasta area densamente abitata, da Ferrara a Cona, abbia come unico collegamento viario via Ravenna e via Comacchio, con strade laterali (arbitrariamente?) a fondo chiuso (anziché a reticolo), e perchè in via Comacchio non ci sia una strada parallela né a destra (lungo la ferrovia), né a sinistra (lungo il Volano). Cordialità

Caro dottor Levato, dal 2007, come lei ben sa, sono una paziente sofferente, alla “ricerca della salvaguardia della salute”, quindi costretta a recarsi spesso all’Ospedale Sant’Anna, per accertamenti, visite specialistiche, accertamenti diagnostici altamente specializzati e valutazioni di referti connessi con serie patologie dalle quali sono affetta. Ora, dopo la lettura delle sue lettere ai quotidiani (fin dall’agosto scorso) e della notizia di una mozione, da lei presentata in veste di Consigliere Comunale, relativa al parcheggio a pagamento “via Rampari di San Rocco”, che hanno avuto riscontri anche critici, vorrei far sentire la mia voce, grazie alla sua duplice veste di medico e di Consigliere Comunale, pur senza pretendere di risolvere i problemi di fondo: si tratta di alcune considerazioni intorno all’area (contigua a quella dell’ospedale) adibita alla sosta, che lei propone di rendere gratuita, perchè “attività redditizia” per l’Amministrazione Comunale, ma tassa per gli utenti dell’Ospedale. Eccole: -il paziente che imbocca via Rampari di San Rocco, dopo aver scartato ogni possibilità di parcheggiare in prossimità delle altre entrate dell’Ospedale, è persona già mentalmente ed emotivamente gravata (rispetto dell’orario d’appuntamento, trasporto di lastre e materiale cartaceo con diagnosi e risultati degli accertamenti, tra cui i fogli del ticket), la quale è obbligata a procurarsi monete di ogni tipo, per riuscire a fermarsi senza perderci troppo, nel caso che trovi posto (naturalmente la previsione oraria è improbabile, così si spreca); -capita spesso poi che il posto non ci sia, quindi bisogna cercare altre aree di parcheggio, adiacenti e non troppo pericolose (non sulla stessa strada, verso l’incrocio). La ricerca può condurre talmente lontano da dover chiamare un taxi, per arrivare puntuali all’atteso appuntamento. In aggiunta, rilevo che mi è capitato d’incontrare altri pazienti, ma anche studenti universitari e specializzandi, nella mia stessa situazione. Infine mi chiedo come mai non si discuta del fatto, da lei ricordato, che non ci sono spazi “adeguati” di parcheggio libero e non pericoloso, nelle vicinanze di quello a pagamento “via Rampari di San Rocco”, come impone il Codice della strada (art. 7.8). Grata per l’accoglienza che vorrà riservare al mio scritto, porgo cordiali saluti Maria Faggioli Ferrara, dicembre 2009

Egregio consigliere Levato, leggo che Lei avrebbe formulato l'ipotesi che Hera abbia finanziato la campagna elettorale del Sig. Sindaco.Trovo l'ipotesi addirittura ovvia ricordando come i marxisti abbiano sempre rimproverato i capitalisti di corrompere i politici: figuriamoci se capitale e politica appartegono alla medesima "squadra". Ritengo che la sinistra nel suo complesso sia una grande "azienda" nella quale le decisioni vengano assunte dalla direzione economica e gli amministratori locali siano delle semplici pedine ubbidienti.

Grazie per la preferenza; la politica deve dare risposte ai problemi di tutti i giorni, anche se piccoli. Le battaglie di "civiltà" si vincono con la partecipazione di tutti. Saluti

Carissima, l'Urgenza-Emergenza in Sanità è un aspetto da non sottovalutare; a volte un ritardo può compromettere la vita di una persona. Prima di far credere a un paziente che in "quel pronto soccorso" troverà la risposta al suo problema, dobbiamo essere certi che lì riceverà prestazioni adeguate. Saluti

Caro dottor Levato, le sue "Osservazioni" mi trovano d'accordo, soprattutto quelle sull'inderogabile mantenimento del Pronto Soccorso al Sant'Anna almeno durante il periodo (lungo?) di 'rodaggio' del nuovo Ospedale di Cona. Cordialità Maria Alberta

Ho messo questo bleg tra i miei link preferiti, un saluto

Caro dottor Levato, grazie delle informazioni chiare ed esaustive. Come cittadina-utente, Sua paziente, credo che occorra ora sollecitare, da parte dell'Amministrazione Comunale, e di tutte le Istituzioni competenti il sostegno a quanto realizzato, ma anche l'investimento sul ruolo dei Medici di Medicina Generale, per la gestione di note malattie croniche con monitoraggio ambulatoriale-somministrazione di terapia, non del solo diabete, nonchè l’investimento sull’impegno degli stessi Medici, per lo sviluppo dei servizi domiciliari con continuità medica-assistenziale, affinchè si formi una sempre più efficace rete delle cure primarie. Rinnovo complimenti e cordialità Maria Alberta

Cara Prof.ssa Maria Alberta ho con piacere accolto la sua richiesta. Potrà, leggendo quanto ho scritto, verificare che il futuro del Medico di Medicina Generale (il vecchio Medico di Famiglia) va verso una nuova strutturazione e organizzazione. Il medico "solista" non potrà offrire ai propri pazienti un servizio di qualità, a meno che non si orienti verso le nuove "aggregazioni". Solo così, pur nel rispetto del rapporto fiduciario medico-paziente e della capillarità dell'assistenza, sarà possibile migliorare l'assistenza nel territorio e avere professionisti qualificati. Quanto viene offerto nella "Medicina di Gruppo Estense" è solo una parte di quanto si può fare.