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La farmacia d'epoca

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Come si curavano nel passato: l'isteria

Post n°128 pubblicato il 26 Maggio 2011 da lafarmaciadepoca
 

Ultimamente mi pare che il mondo stia andando a catafascio: gente che urla di qua, gente che urla di là, gente che vuole che compri questo, che fai quello , che ti sconsiglia, che ti consiglia: uffa, sapete chi mi ricordate? Quei branchi isterici di donnette dell’Ottocento, tutte sottanoni e crinoline di cui strabordano i libri inglesi dell’ epoca.

Scherzi a parte, quella che oggi viene classificata come una manifestazione di un profondo stato depressivo, comune ad entrambi i sessi, nell’Ottocento era una vera e propria tara ereditaria femminile, ipoteticamente causata da uno spostamento dell’utero.  Infatti, il termine “isteria” deriva da “Hustéra”, che in Greco significa utero.

Ma vediamo che cosa sarebbe toccato a quella poveretta che imprigionata in una vita priva di stimoli, si fosse lasciata andare ad un attacco di isteria.

Il mitico Berruti del 1874 sponsorizza il metodo di cura del Cantani:

Si badi all’educazione scevra da pregiudizi e dalle false credenze. Evitare la lettura dei libri che eccitano la fantasia, insegnare la vita qual è positiva e pratica – si rinforzi l’organismo per il tempo e si eviti ogni emozione eccessiva  dell’anima.
Contro le manifestazioni isteriche riescono utili i bagni freddi – talvolta i caldi con la vescica di neve sul capo.
Riesce anche utile il bromuro a gran dose (5 – 6 grammi al giorno) l’estratto belladonna, e l’atropina e l’infuso a freddo di valeriana.
L’assafetida talvolta è infedele, altre volte reca leggiero sollievo.
I fiori di zinco e il solfato di rame al caso pratico sono utili.
L’idrato di cloralio vale a diminuire l’eccitamento. Si sospenda appena si riconosce l’intolleranza
.”

Inoltre rincara la dose con la ricetta dell’impiastro d’assafetida: “ impiastro di piombo, assafetida, galbano, cera gialla” , raccomandando di usarla contro l’isteria, applicandola all’epigastrio (la zona del corpo umano appena al di sotto delle costole  e appena sopra l’ombelico).

Ricapitolo per i pigri: in caso di attacco di isteria, la cosa migliore da fare era privare la sventurata di tutti quei libri che potrebbero eccitare troppo la sua fantasia di donna  media  dell’Ottocento. Al giorno d’oggi proibirebbero “Il Signore degli Anelli” o “Harry Potter”, all’epoca proibivano  “Cime tempestose” o “Orgoglio e pregiudizio”.

Il modo migliore per bloccare un’isterica sul nascere era farle un bagno freddo, oppure torturarla cospargendola di assafetida. Ricordo ai miei lettori che questa piantina ha un appellativo che è tutto un programma: “sterco del diavolo”, per via del caratteristico odore sgradevole e pungente.
Per calmarle come si deve, oltre a due ceffoni (l’armadietto farmaceutico medio dell’Ottocento era molto rifornito di “ceffoni”) poteva andare bene anche il bromuro di potassio, oppure la più classica valeriana o ancora l’idrato di cloralio, un potentissimo calmante.

Nel 1874, l’idrato di cloralio era una novità, che subito aveva conquistato il cuore di molti medici che lo prescrivevano come farmaco contro l’insonnia. In realtà questa molecola, oltre ad essere tossica genera dipendenza, e se sovradosata, addirittura il coma e la morte.

Se l’utero non finiva di girare, molte volte le sventurate venivano internate nei manicomi. Non pensiate che fosse una procedura rara, spesso l’ internamento era anche un metodo sicuro per annullare un matrimonio in un secolo che non prevedeva il divorzio, o se lo prevedeva era onta e disonore per tutta la famiglia fino al ventiduesimo grado.
Il trucchetto era semplicissimo: bastava che la mogliettina si arrabbiasse di brutto, urlasse un poco,  ed eccola subito catalogata come isterica.

Ancora oggi ci si aspetta  che una donna sia tutta sorrisi e canzoni, e l’aggettivo “isterica” viene ancora utilizzato moltissimo, per indicare quelle donne che si arrabbiano e non accettano ciò che viene imposto.
E’ una vergogna che nel Ventunesimo secolo una signora non possa fare il cazziatone come meglio crede a chi se lo merita: mademoiselles, riprendiamoci il diritto di farci girare l’utero come e quando ci pare!

Grazie per aver letto il post!

 
 
 
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