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La farmacia d'epoca

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Per riflettere sull' alluvione che ha colpito l'Italia in questi giorni

Post n°173 pubblicato il 07 Novembre 2011 da lafarmaciadepoca
 

Scrivo questo post come alessandrina, abitante di quella terra che ogni volta che piove va a bagno, e che nel 1994 ha subito una delle alluvioni più devastanti di tutti i tempi, e che recentemente, ne ha rischiato un’altra.

Non scrivo con la rabbia, non scrivo con la rassegnazione, scrivo con e per chi, ha perso tutto per colpa dell’ignoranza umana.

Perché come sabato ad Alessandria,  come qualche giorno fa, a Genova, come a LaSpezia, come alle Cinque Terre; tutta questa disperazione, tutti questi danni, tutte queste vittime, potevano essere evitate.

No, non è una balla dettata dal buonismo, non è una cazzata (concedetemi il termine) sfornata da una corrente di partito, non è l’ennesima idea partorita da qualche giornalista malato, ve lo assicuro io, che quando pioveva così, al Liceo ci andavo in pattino.

Per una volta sono seria come non mai, potevamo evitare tutto ciò.
“Come?” vi chiederete.
Nel modo più semplice possibile: permettendo alle ditte di estrarre il materiale ghiaioso dai fiumi.
So che scrivendo così mi sarò attirata contro le ire dei Senatori a Vita del WWF e di Green Peace, prima di insultarmi però, lasciatemi chiarire un punto o due.

Riprendere a ”cavare” nei fiumi, significherebbe principalmente estrarre dal letto del fiume il materiale che si deposita, e mantenere il corso d’acqua pulito da tronchi d’albero o altri detriti, che inevitabilmente  ci potrebbero cadere dentro.
I Pargoli degli Animalisti obietteranno: “ Sì, è vero, ma queste mansioni di pulizia dovrebbero farle gli Enti amministrativi preposti, non le imprese di estrazione”.

“Giusto”, dico io, peccato che ora come ora, pochissime amministrazioni possono permettersi di investire del denaro nella pulizia dei fiumi. In primo luogo perché non possiedono i soldi necessari per intraprendere l’impresa, destinata a ripetersi nel giro di un mese, perché i fiumi tendono a riempirsi nuovamente di detriti in men che non si dica, e poi con le nuove leggi sulla tutela ambientale, in alcuni luoghi, non si può rimuovere dall’alveo del fiume nemmeno un sasso per tenere aperta la porta.

Se in una galassia parallela fossero stati mantenuti puliti i fiumi, il livello del fiume stesso sarebbe stato più basso e non sarebbe esondato. Se continuano ad accumularsi i detriti, l’alveo si riempie e tende ad alzare il livello dell’acqua, proprio quello che è accaduto con l’esondazione del Bormida.

Da più di un anno a questa parte, infatti,  il fiume Bormida è diventato una vera e propria palude:  il livello del fondo era così alto che in mezzo all’alveo crescevano le ninfee, i pescatori della pregiata “Tinca dai tre occhi dell’alessandrino”, non avevano bisogno della barca per guadare il Bormida, potevano tranquillamente camminare da una sponda all’altra, e Shrek lamentava che quest’estate c’erano zanzare grandi come parabole satellitari.

Ecco perché il centro commerciale Panorama è andato a bagno: per esondare il Bormida non ci ha messo molto, il letto del fiume era occupato da detriti e canne palustri.
Questo discorso, in realtà, può essere applicato a qualunque tipo di fiume trascurato, in tutta Italia e in tutto il Mondo. Niente pulizia = esondazione. Perciò,  se gli Enti non hanno più denaro, permettiamo alle ditte di estrarre il surplus dal fiume.

Ovviamente, il recupero di materiali ghiaiosi da parte delle ditte estrattrici dovrà essere regolamentato con piani appropriati, che credo costino meno che pagare i danni a tutte le persone che hanno perso qualcosa nelle alluvioni, e che non ripagheranno mai coloro che hanno perso qualcuno.
Inoltre, con la crisi che ha colpito il nostro Paese, si accettano scommesse su quando arriveranno i risarcimenti di quest’alluvione, se mai arriveranno.
Purtroppo, noi preferiamo togliere della superficie coltivabile ed estrarre ghiaia dai terreni, piuttosto che tirare via i depositi presenti nei fiumi, e ci lamentiamo se il prezzo del pane sale.

Riconosco che tutti gli organismi acquatici fluviali, hanno il diritto di vivere, ma credo che, se le estrazioni verranno eseguite con rigore , non si verranno a creare dei problemi particolari alla flora e alla fauna del fiume.
Comprendo inoltre, che ci potranno essere degli approfittatori, come in tutte le cose, ma un imprenditore che ha visto la forza distruttiva dell’alluvione, non ha tanta voglia di scherzare con il fiume.
L’acqua è una grandissima risorsa, ma è molto pericolosa se non viene trattata adeguatamente.

Non so se questo post arriverà mai in prima pagina su Libero, ma pregherei chi ha deciso di leggerlo di fermarsi a riflettere un attimo, e chiedersi se questa è la strada giusta da percorrere; e se magari ha qualche amico all’AIPO (Azienda Interregionale per il Fiume Po) gli dica che gli Alessandrini lo salutano, e se ha tempo e voglia di passare dalle nostre parti, sappia che abbiamo aperto un nuovo laghetto per lo sci nautico con annesso centro commerciale, perché a noi piace stare nel bagnato.

Grazie per aver letto il post.

No, non è il Bormida, ma andrebbe pulito lo stesso.

 
 
 
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