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La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

 

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Citofer

Post n°233 pubblicato il 28 Maggio 2012 da lafarmaciadepoca
 

Dal momento che qualche tempo fa vi avevo mostrato la scatola della Iodamina, penso sia il momento di presentarvi anche un altro prodotto della trimurti ricostituente della Boniscontro e Gazzone: il Citofer.

Il Citofer erano delle fiale da iniezione a base di fosfometilcitratoferroso, ovvero una molecola impiegata nei primi anni del Novecento per combattere la carenza di ferro.

L’assunzione di ferro da parte del nostro organismo è legata alla presenza di acido ascorbico, quest’ultimo, infatti riduce gli ioni ferro e li rende assimilabili dall’organismo. In sostanza se c’è acido ascorbico il corpo assorbe ferro, in assenza fatica ad approvvigionarsi degli ioni ferro dissociatisi con la cottura.
Ma il problema non è solo quello: esattamente come gli altri ioni presenti nel nostro organismo, non sono sempre assorbiti, se c’è un surplus di ioni ferro, questi verranno secreti e non assorbiti.
C’è ancora dell’altro, purtroppo, molte bevande molto amate, come per esempio il caffè o il tè, limitano l’assunzione di ferro.
Alla fine, assorbire del ferro è un’impresa titanica, soprattutto per noi signore, che tendiamo naturalmente all’anemia, una condizione che si accentua molto in caso di gravidanza.

Premesso che io non ho nulla contro i vegani e i vegetariani, ma mi fanno sorridere le mamme vegan che si lamentano per la quantità di integratori di ferro che devono assumere per avere dei livelli accettabili.
Signore, ahimè non c’è nessun integratore alimentare che possa sostituire una bistecca con il limone, senza contare che in rapporto i vegetali contengono pochissimo ferro, rispetto ai prodotti di origine animale e qualunque insegnante di fisiologia della nutrizione vi dirà che durante la gravidanza è bene sospendere eventuali diete e iniziare a mangiare un po’ di tutto, compresa la carne.

Ecco la foto della scatola:


Misura 9,3 cm x 7,3 cm x 1,6 cm e risale ai primissimi anni del Novecento. La scatola è piuttosto laconica, infatti non è indicato né la percentuale di fosfometilcitratoferroso, né il numero delle fiale contenute. Sembrava che volessero dire ai loro acquirenti: “Vuoi conoscere il numero delle fiale? Compra una scatola di Citofer! Potrai contarle con le tue dita!”. Non male come operazione pubblicitaria.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 
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