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La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

 

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Aristol?

Post n°479 pubblicato il 15 Aprile 2016 da lafarmaciadepoca
 

 

Aristol

Avete visto che bel flacone di Aristol, farmaco anni Venti, nato dalla collaborazione tra la Bayer e la Meister Lucius? Con la sua bella etichettina verde dal design Liberty, applicata sul suo grazioso flaconcino color ambra che dice “comprami, comprami, sono rarissima, pezzo unico introvabile”? Ebbene è un falso.

Quando dieci anni fa ho iniziato a raccogliere questi oggetti, non mi capitava quasi mai di incappare in un falso, ora invece non passa mercatino in cui io non trovi qualche flacone falso.

Mentre nel caso delle scatole di latta e di cartone è  molto facile riconoscere i falsi, per i flaconi può essere un po’ più ostico, soprattutto per i neofiti di questo tipo di collezionismo.

Realizzare un flacone falso è di una semplicità mostruosa: se volete far raddoppiare il valore delle vostre bottiglie senza etichetta vi basta un buono scanner ed un’etichetta originale, o ancora più semplicemente cercare con Google Immagini “ Etichette farmacia”, e  con un po’ di colla il gioco è fatto!

Vi posso assicurare che è difficile riconoscerle, come nel caso di Paola R., la precedente proprietaria di questo flacone di Aristol, che ha gentilmente deciso di donarmelo affinché fosse monito per tutti coloro che si approcciano per la prima volta a questo tipo di collezionismo.

Volete una prova di quanto sia facile realizzarle? Eccovi due bottiglie di Proton, una è originale, l’altra no perché l’ho fatta io: divertitevi a capire quale! La risposta corretta la pubblicherò lunedì.

Proton



Personalmente odio questa forma di “restauro stilistico”: se l’etichetta è andata persa, non ha senso rietichettare la bottiglia con etichette non coeve o che non c’entrano nulla con il prodotto, facendosi pagare bei soldoni.

Partendo dal presupposto che i farmaci sono da sempre oggetti di consumo, e che al momento in Italia le uniche bottiglie, scatole di latta, o di cartone rare / introvabili sono solo quelle dei trial farmaceutici, mentre tutto il resto è piuttosto comune, non ha senso pagare cifre astronomiche per questi oggetti, e ancora meno spendere denaro per dei falsi (non dichiarati!).

Infatti il problema principale è che non tutti sono come la signora Paola R. ossia che capiscono di essere davanti ad un falso, ho avuto modo di avere a che fare con persone che negavano l’evidenza, tipo di avere un’etichetta di carta lucida su una bottiglia di vetro di fine Ottocento / inizi Novecento.

Come fare per evitare fregature? Spendere del tempo nella vostra emeroteca di fiducia, o sulla Farmacia d’Epoca o dovunque preferiate visionare vecchie pubblicità di farmaci o immagini e foto di vecchie bottiglie. Purtroppo finché non avrete dimestichezza con i vecchi flaconi è difficile evitare i falsi, e per fare un po’ di pubblicità a “I Farmaci nella Letteratura” (edizioni N.O.S.M.), portandovelo dietro avrete un bel po’ di esempi di vecchi flaconi originali ed una nota a pagina 146 che vi può tornare molto, molto, molto utile.

E’ difficile dare dei consigli universali su questo argomento, in quanto ogni epoca ha il suo modo di realizzare packaging farmaceutici, comunque tenete bene a mente 2 fattori:

-I bordi dell’etichetta di qualunque farmaco commerciale su larga scala sono sempre netti e ben tagliati: una grande casa farmaceutica come la Bayer non immetterebbe mai sul mercato un prodotto dall’aspetto così approssimativo.

-L’etichetta deve essere proporzionata alla bottiglia: diffidate da etichette troppo grandi o troppo piccole, incollate storte. Se io sono un produttore e voglio vendere il mio farmaco, voglio che anche l’occhio abbia la sua parte, e non metterò mai sul mercato un prodotto poco curato.

Ovviamente c’è anche chi è in buona fede e non conosce a abbastanza fondo questi oggetti per capire che proprio originali non sono, ma fate sempre attenzione quando vi chiedono di acquistare un flacone di Estratto Cola Schiapparelli marchio ETOS alla modica cifra di 100 euro, quando a) non li vale, b) l’etichetta degli anni Venti è incollata su un flacone anni Cinquanta, c) quello dentro non è Estratto di Cola, ma rimasugli di un qualche sciroppo opoterapico (alcune bottiglie hanno un odore particolare di putrefatto se conservate in certe condizioni).

Grazie per aver letto il post!

 
 
 
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