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La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

 

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Pastiglie di Codeina

Post n°27 pubblicato il 26 Novembre 2010 da lafarmaciadepoca
 

Buona giornata a tutti, mi scuso per l’assenza dei giorni scorsi, ma l’università mi ha tenuto parecchio occupata.

Oggi, per rimpolpare la sezione : “Come ci avvelenavamo una volta”, ho deciso di trattare le Pastiglie di Codeina della ditta Carlo Erba di Milano.
Ho scelto di trattare questo argomento, non per scagliarmi contro il sistema di turno che vuole avvelenarci tutti, ma per la grande importanza che ha rivestito questa molecola in passato, già dai primi dell’Ottocento.

La codeina (greco Kòdeia, cioè “testa di papavero”;  non è un insulto) è un alcaloide, tipico di diverse specie di papavero ( per ovvi motivi non starò ad elencarle!),   che per le sue proprietà sedative è da sempre utilizzato negli sciroppi e nelle pastiglie per la tosse.  Può essere estratta tramite metilazione della morfina, altro alcaloide.

Il primo studioso a lavorare con gli alcaloidi è stato  il farmacista tedesco Friedrich Wilhelm Sertürner , il quale riuscì ad isolare la morfina e a testarne le qualità farmaceutiche, tramite una lunga serie di auto esperimenti. Purtroppo l’improvvisa morte per un’infezione, non gli consente di approfondire gli studi.

Studi che interesseranno molto un giovane farmacista di Vigevano, tal Carlo Erba, che penserà ad approfondirli, e scoprendo appunto l’azione calmante della codeina  per le tossi più disperate.  Rispetto alla morfina e alla cocaina, la codeina possiede minori effetti collaterali. Produce assuefazione in modo proporzionale, limitando di gran lunga la dipendenza psicologica, ma nel caso di ex – tossicodipendenti da oppiacei,  è possibile una ricaduta nella dipendenza.

La moda di fumare oppio, si diffuse in Inghilterra parallelamente alle scoperte in campo farmaceutico, ma il “medicinale” era parecchio costoso, per cui solo pochi potevano permetterselo, perciò per circa una ventina  d’anni, l’uso dell’oppio rimase una prerogativa dei ceti alti, e dei numerosi artisti dell’ambiente, spero  mi basti citare il poeta  Samuel Taylor Coleridge.

Tutto scorre liscio, fino a che non scoppia la Guerra di Secessione americana. La morfina, era largamente utilizzata come antidolorifico e anestetico; si calcola che la Guerra di Secessione abbia creato circa 50000 tossicodipendenti da morfina, mettendo in luce il problema.

Per riuscire a trovare un valido rimpiazzo, nel 1874, il ricercatore inglese C.R. Wright, sintetizza per la prima volta l’eroina, facendo un danno colossale: creò un sostituto più potente della morfina, ma ahimè, anche questo prodotto creava dipendenza, non riuscendo a risolvere il problema.
I primi a bandirne il consumo nel 1914, furono gli americani con l’Harrison narcotics act, anche se, e lo vediamo ancora oggi, non è cambiato praticamente nulla. Gli oppiacei sono una tra le droghe più diffuse.

L’uso e l’impiego della codeina è regolato dal Ministero della Salute. E’ impiegata in casi particolari anche al giorno d’oggi, anche se nel 2004 sono stati condotti degli studi canadesi sulla codeina, che ne hanno limitato le proprietà terapeutiche

Ecco la scatola:
 Pastiglie Codeina Carlo Erba.

Misura 7,5 x 5,7 x 2 cm. La scatola penso sia databile intorno agli anni 50, ed è in buone condizioni. Era prodotta dalla ditta farmaceutica Carlo Erba di Milano

Gli ingredienti erano: codeina, estratto di altea (pianta le cui radici contengono una sostanza gelatinosa, molto adatta per proteggere la gola da irritazione), zucchero, gomma e aromi. Considerata la gommosità della caramella e la dipendenza della codeina, deduco che Carlo Erba, sapeva come tenersi i clienti.
Le dosi erano di una pastiglia ogni 2-3 ore, per 36 pastiglie totali.

Grazie per l’attenzione.

Ps: state sintonizzati sul mio blog la settiamana prima di Natale! Ho una curiosità che farà sbavare i collezionisti di manoscritti antichi! Preparate i bavaglioli!

 
 
 
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